La California “salva” Facebook. Un tribunale distrettuale ha respinto una causa 15 miliardi di dollari contro Facebook, accusata di avre monitorato segretamente l’attività dei suoi utenti. Lo riferisce Bloomberg. Il giudice ha dato ragione al social network, respingendo le accuse perché non è chiaro come gli utenti sarebbero stati danneggiati. La decisione è arrivata dopo tre anni.
Un gruppo di utenti di Facebook sosteneva che mentre aveva accettato l’installazione di cookie per monitorare e trasmettere i dati sulla loro navigazione, non avevano acconsentito a farlo se non erano connessi.
I querelanti accusavano il social network di violare la Wiretap Act, monitorando la loro attività online mentre non erano connessi. Altra accusa riguardava il fatto che la società traeva profitto dai loro dati.
Il giudice ha dato tempo agli utenti fino al 30 novembre per rivedere le loro accuse, tra cui l’invasione della privacy e presunte violazioni della legge Wiretap. La legge Usa prevede per danni fino 100 dollari per violazione a testa: stimando di 150 milioni di utenti interessati, i querelanti calcolano danni potenziali fino a 15 miliardi di dollari.