STRATEGIE

La Silicon Valley si schiera contro Trump: “Aprire a migranti o economia a rischio”

Tim Cook di Apple tra i firmatari di una lettera inviata dalle big tech al presidente Usa: “Le politiche della Casa Bianca minacciano di distruggere le attività delle società. Siamo preoccupati”

Pubblicato il 24 Ago 2018

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La Silicon Valley torna a fare squadra contro la politica sull’immigrazione di Donald Trump. La guerra al flusso migratorio, dicono le grandi aziende tech, “è una minaccia per l’economia americana”.

E’ questo il senso il messaggio recapitato alla Casa Bianca dagli amministratori delegati di alcune delle maggiori aziende americane, inclusi Tim Cook di Apple, Jamie Dimon di JPMorgan e Laurence Fink di BlackRock.

In una lettera inviata alla segretaria per la sicurezza nazionale Kirstjen Nielsen, gli amministratori delegato esprimono la loro ”seria preoccupazione” per le politiche della Casa Bianca che creano ostacoli e pericoli per gli stranieri che lavorano negli Stati Uniti minacciando di ”distruggere” le attività delle società.

Non è la prima volta che le società tecnologiche scendono in campo contro le politiche di Trump. Già nel 2017 Facebook, Mark Zuckerberg, e altri capi di aziende tecnologiche avevano scritto una lettera al presidente americano affinché lasciasse intatto un provvedimento deciso dal suo predecessore Barack Obama in tema di immigrazione. Si tratta del programma Deferred Action for Childhood Arrivals (Daca) che evita un’espulsione per gli immigrati privi di permesso di soggiorno che entrarono in Usa da bambini.

Nella lettera Zuckerberg e altri chiedevano all’inquilino della Casa Bianca di mantenere il Daca sostenendo che una stretta sui migranti avrebbe messo a rischio centinaia di miliardi di dollari per l’economia americana.

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