IL REFERENDUM

M5S all’attacco di Piacentini: “Il suo team non ha più senso”

I deputati pentastellati della commissione Trasporti chiedono lo smantellamento del team guidato dal vp di Amazon. Intanto Fico va all’attacco dell’Agcom: “Arbitro schierato a favore del Sì”

Pubblicato il 05 Dic 2016

Andrea Frollà

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“La caduta del governo Renzi decretata dal voto di ieri impone un ripensamento anche della governance dell’innovazione nel nostro Paese. Ci riferiamo, in particolare, alla nomina del dottor Piacentini a commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale e alla costituzione del cosiddetto team per la trasformazione digitale”. All’indomani delle dimissioni annunciate da Matteo Renzi dopo la vittoria del no al referendum, il Movimento 5 Stelle chiede lo smantellamento del team di Diego Piacentini, vicepresidente in aspettativa da Amazon e attuale Commissario straordinario per l’Agenda digitale.

“Dal suo insediamento nell’agosto scorso il commissario straordinario ha solo costituito una costosa struttura amministrativa senza mai presentare al Parlamento le linee strategiche della propria azione – attacca la nota congiunta dei deputati M5s della commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni -. Ora, è evidente alla luce degli ultimi sviluppi, che la struttura del commissario straordinario non ha più ragione di esistere”. I deputati pentastellati chiedono che i fondi stanziati per la squadra di Piacentini dalla legge di bilancio 2017 “siano destinati a progetti di inclusione ed educazione al digitale di cui il Paese ha urgente bisogno”. Con un governo a cinque stelle, conclude la nota, “si avrebbe una chiara governance dell’innovazione con una rinnovata Agenzia per l’Italia digitale, ove verranno premiati il merito e la competenza, al centro nell’attuazione delle politiche pubbliche per l’innovazione senza inutili doppioni e carrozzoni inutili. L’auspicio è che si arrivi presto ad elezioni anche per imprimere finalmente la svolta digitale per l’Italia”.

Dal Movimento 5 Stelle è arrivato anche, per voce del presidente della commissione Vigilanza Rai, un attacco alla gestione della par condicio da parte dell’Agcom, che tra l’altro è stata causa di diatribe interne alla stessa authority. Secondo Roberto Fico “in questa campagna referendaria su tutte le Tv il Governo ha avuto il 50% del tempo, senza considerare gli altri che sostenevano il No”. Ma l’aspetto peggiore secondo il deputato M5s è che “nonostante le segnalazione l’Autorità non è intervenuta o ha fatto dei semplici richiami. Questo significa che il controllore non controlla il controllato, che l’Agcom si è schierata”.

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