LA VERTENZA

Micron-StM, i sindacati: “Otto ore di sciopero nazionale”

La protesta in concomitanza con la riunione del tavolo sulla Microelettronica al Mise. I metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil: “Il Governo si impegni contro i 419 licenziamenti”. L’ambasciata Usa risponde a Fiom, Fim e Uilm: “Forte partecipazione, ma non abbiamo un ruolo nella vertenza. Ci auguriamo una soluzione soddisfacente per tutti”

Pubblicato il 06 Mar 2014

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Otto ore di sciopero sono state indette per domani dai sindacati in tutti i siti italiani di Micron e StMicroelectronics, in concomitanza con la seconda riunione al Mise del Tavolo sulla Microelettronica, a cui prenderanno parte, oltre ai sindacati, i rappresentanti del Mise, del Miur, delle Regioni coinvolte, quindi Lombardia, Abruzzo, Campania e Sicilia, e dei rappresentanti delle imprese con Anie Confindustria. “Dopo due appuntamenti con l’azienda sulla procedura di licenziamento collettivo, mercoledì 26 febbraio si è svolto il secondo incontro a Roma presso il ministero dello Sviluppo Economico, che ha visto una consistente partecipazione dei lavoratori di Micron in presidio. In quella sede – spiegano i sindacati in una nota – Micron ha riconfermato la volontà di licenziare 419 lavoratori e rifiuta di dare garanzie sul mantenimento delle attività in Italia. Il governo – continuano – si è impegnato a convocare nei prossimi giorni il Board americano di Micron”.

Intanto è arrivata ai sindacati la risposta alla lettera inviata all’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, John Phillips, qualche settimana fa, in cui Fiom, Fim e Uilm gli chiedevano di favorire un incontro con i rappresentanti del board americano della Micron. Per l’ambasciatore ha risposto ai sindacati il Consigliere per gli affari economici Katherine Hadda, che ha sottolineato “un forte sentimento di partecipazione nei confronti di coloro che rischiano di perdere ilposto di lavoro a seguito di decisioni aziendali assunte dal loro datore di lavoro. Comprendiamo – continua la lettera – gli inevitabili disagi al personale e alle loro famiglie, ma come Ambasciata non abbiamo alcun ruolo istituzionale in questa complessa e difficile mediazione tra datore di lavoro e dipendenti. Ci auguriamo – conclude la missiva – che si possa trovare una soluzione soddisfacente per ambedue le parti e volta a superare le difficoltà descritte nella vostra lettera”.

Quanto a StMicroelectronics, i rappresentanti dei lavoratori si dicono preoccupati, dal momento che, spiegano, “Il governo uscente ha rimesso sul tavolo la possibilità di cessione della quota pubblica dell’azienda, seppur all’interno di enti controllati dal tesoro: vanno ottenute precise garanzie per la conferma del controllo pubblico. Il piano di investimenti annunciato da StMicroelectronics per l’Italia nel luglio 2013 – continua la nota dei sindacati – inadeguato sui tempi di attuazione, non è ancora partito”.

Tra le rivendicazioni di Fiom Cgil, Fim Cisl, e Uilm Uil c’è la richiesta che il governo “si impegni affinché Micron resti in Italia e ripensi radicalmente il suo piano industriale e di esuberi. A questo punto la trattativa deve avere una svolta. Chiediamo al Governo e alla StMicroelectronics – continuano i metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil – di assumersi le proprie responsabilità rispetto alle garanzie previste negli accordi di cessione del ramo delle memorie. Tutte le lavoratrici e i lavoratori devono avere una prospettiva occupazionale”. Tra le richieste al governo, infine, compaiono quella di “confermare la posizione presa a dicembre 2013 sul mantenimento del controllo pubblico di StMicroelectronics e la quota pubblica paritaria con quella francese”, e “l’attivazione di una vera politica industriale che sia in grado di garantire una occupazione stabile e di qualità”.

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