Messe al bando dal Windows store circa 1.500 applicazioni che il colosso di Redmond ha ritenuto “fuorvianti” per i consumatori, a causa della loro “somiglianza” a quelle di brand famosi, a cui si proponevano di sfilare utenti proprio grazie a questa caratteristica.
Le app eliminate sono risultate, ai controlli dell’azienda, fasulle, truffaldine e spesso con descrizioni false o fuorvianti, da “iTunes One” a “Itunes Play App”, con prezzi fino a 9 dollari e senza nessuna attinenza con il negozio online di Apple.
Per regolare la questione Microsoft ha anche messo mano alle norme che regolano i requisiti di certificazione delle app, oltre a dare garanzia a tutti gli utenti truffati del rimborso delle spese effettuate in questo modo.
“Ogni negozio di applicazioni trova il proprio equilibrio tra la qualità delle app e la scelta, che a sua volta apre la porta a persone che tentano di ingannare il sistema con titoli o
descrizioni fuorvianti”, si legge su un posto del blog della casa di Redmond, che dà conto ai lettori dei nuovi criteri di certificazione delle app, che prevedono denominazioni più chiare, icone differenziate e un sistema di categorie più stringente per catalogare le applicazioni.
Quello delle App “ingannevoli” è un problema su cui si stanno attrezzando tutti i principali operatori del settore, che si rivolgono al mercato degli smartphone e dei tablet, a iniziare da Apple per arrivare a Google, fino alle piattaforme più giovani come quella di Microsoft.
“All’ inizio di quest’anno abbiamo udito forte e chiaro che per le persone stava diventando più difficile trovare le app che cercavano tra titoli confusi o fuorvianti – prosegue il post dell’azienda – La maggior parte degli sviluppatori di app che violavano le nostre politiche hanno acconsentito a fare le necessarie modifiche. Altri sono stati meno ricettivi, portandoci a rimuovere finora oltre 1.500 app”.