INNOVAZIONE

Monta la polemica sullo scontrino elettronico: si teme la “desertificazione commerciale”

Confesercenti Prato e Uncem lanciano l’allarme: i piccoli negozi rischiano di chiudere per costi troppi alti e oneri burocratici. I Comuni montani chiedono all’Agenzia una mappatura per capire dove intervenire per sostenere la svolta

Pubblicato il 07 Gen 2020

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Monta la polemica sullo scontrino elettronico. Dal 1° gennaio è entrato in vigore l’obbligo per il quale ci sono ancora sei mesi di tempo per adeguarsi. L’avvio “morbido” non ha però evitato il diffondersi di preoccupazioni e qualche dubbio.  Come nel caso nella Confesercenti Prato. ”La gran parte dei nostri associati si è adeguata in tempo – afferma Mauro Lassi, presidente Confesercenti Prato – e la transizione dal vecchio scontrino fiscale a quello elettronico è in gran parte compiuta. In questi giorni lo scontrino elettronico ha debuttato in molti esercizi commerciali e anche su molti banchi dei mercati, grazie all’informazione e alla formazione che la nostra associazione ha dato con i tanti corsi gratuiti ai quali hanno partecipato molti imprenditori e alla consulenza costante garantita da uno staff di consulenti dedicati”.

Ad ogni modo, Lassi non sottovaluta il problema: ”Per le piccole realtà l’acquisto del registratore di cassa telematico non è stato semplice. Non solo per il costo. Il prezzo si aggira sui 500 euro. Ma anche per l’installazione e per imparare a usarlo. Di fatto, si tratta ancora di spese per le piccole imprese, che devono dotarsi di registratore di cassa telematico e molti anche di una connessione a Internet”.

“Non ci siamo ancora abituati alla fatturazione elettronica, che ci piomba addosso questo nuovo adempimento, che oltretutto va a colpire anche chi il registratore di cassa non ce l’ha mai avuto, perché fino ad ora rilasciava una semplice ricevuta cartacea”, aggiunge Lassi. Per il cliente è cambiato poco, spiega la Confesercenti Prato: alla cassa, invece del solito scontrino, gli viene rilasciato un documento commerciale che può usare per resi e garanzie; per i commercianti, invece, è una rivoluzione digitale. Il registratore di cassa memorizza e trasmette telematicamente gli scontrini all’Agenzia della Entrate. “Pertanto, se si sbaglia a battere -spiega l’associazione- uno scontrino è un vero incubo rimediare”.

”Purtroppo – continua Lassi – non è ancora finita. Da luglio partirà anche la lotteria degli scontrini. L’obiettivo della lotteria, secondo il governo, è lo stesso dello scontrino elettronico, ovvero contrastare l’evasione fiscale. La logica è chiara, il contribuente sarà motivato a richiedere lo scontrino all’esercente, con la ‘promessa’ della possibilità di partecipare all’estrazione di premi di importo importante”. “Per ora, però, è solo un rompicapo sia per gli esercenti ma soprattutto per i clienti -rimarca il presidente di Confesercenti Prato- che dovranno vedersela con credenziali valide, iscrizioni on line e codici lotteria”. “Ma dopo tutta questa burocrazia e nuovi costi si riuscirà a fermerà l’evasione? Siamo davvero certi che la lotta all’evasione passi allo scontrino telematico? O deve forse partire dall’obiettivo di far pagare le tasse ai giganti tecnologici e a far dialogare tra loro le banche dati che oggi non comunicano?”, conclude Lassi.

Le preoccupazioni di Uncem

Preoccupazione è espressa anche da Uncem che propone le azioni da mettere in campo per affrontare il rischio di “desertificazione commerciale” che, secondo l’associazione dei Comuni montani, potrebbe seguire all’entrata in vigore dello scontrino elettronico.

” La prima cosa da fare, in fretta, entro gennaio, un esame da parte dell’Agenzia delle Entrate, rispetto a quanti, nei Comuni montani, si sono adeguati all’obbligo di scontrino elettronico e quanti non ancora – dice il presidente di Uncem, Marco Bussone – Quanti hanno chiuso e per quali motivi. Se Agenzia vuole, Uncem e Fondazione Montagne Italia possono fare un’analisi qualitativa e quantitativa. Numeri e dati nel merito. Secondo punto il riparto in tempi rapidissimi del fondo di 30 milioni di euro previsto in legge di bilancio a sostegno delle attività economiche, artigianali e commerciali delle aree interne del Paese”.

“Alle Zone economiche speciali, il Decreto Clima ha aggiunto le Zone economiche ambientali in corrispondenza dei Parchi nazionali. Un passo importante. Ora devono essere le Regioni a intervenire”, sollecita invece Giovanni Battista Pasini, Presidente Uncem Emilia-Romagna.

“Anche con la migliore buona volontà, sfidando connessioni che viaggiano a meno di 200kbs, molti negozianti dei Comuni montani, come i loro colleghi, hanno trovato la porta chiusa all’Agenzia delle Entrate – evidenzia Lido Riba, presidente Uncem Piemonte –  Già, perché l’invio telematico dei corrispettivi è stato compromesso, negli ultimi giorni, da numerosi blocchi del sistema informatico centrale dell’Agenzia. Uncem ha ricevuto diverse segnalazioni, da Usseglio ad esempio, nelle Valli di Lanzo, e dall’Alessandrino. Il danno e la beffa. Nonostante tutte le difficoltà, oltre a internet anche la corrente elettrica non proprio stabile nelle zone montane, gli esercenti hanno rispettato la norma sullo scontrino elettronico, ma hanno dovuto fare i conti con le carenze organizzative dell’Agenzia e dei suoi server. Ecco perché sono d’accordo con la richiesta del Presidente nazionale Uncem Marco Bussone, che all’Agenzia ha proposto una mappatura del cambiamento, capace di contemplare anche chiusure e rischi di desertificazione commerciale nelle valli e nei piccoli Comuni. Un’analisi necessaria da fare entro gennaio in tutte le aree montane del Paese. Non senza un rinvio delle multe per chi non si dota di registratore elettronico e l’avvio in tutt’Italia, nelle zone alpine e appenniniche di misure per la differenziazione fiscale”.

Cosa prevede l’obbligo di scontrino elettronico

Con l’inizio del nuovo anno è scattato l’obbligo generale dello scontrino elettronico. Da ieri, infatti, lo strumento inaugurato a luglio 2019 per chi nel 2018 aveva realizzato un volume d’affari superiore a 400 mila euro, è esteso a tutti gli operatori economici che emettono ricevute fiscali, commercianti, artigiani, alberghi o ristoranti. Il consumatore finale, sostanzialmente, non dovrà cambiare le proprie abitudini: al momento del pagamento non riceverà più uno scontrino o una ricevuta ma un documento commerciale, privo di valore fiscale ma che fungerà da garanzia del bene o del servizio pagato, oltre che per il cambio merce. Da ricordare che a partire da luglio gli acquirenti potranno partecipare alla lotteria degli scontrini, introdotta dal governo come misura anti-evasione.

Come cambia il registro dei corrispettivi

Le novità riguardano principalmente gli esercenti. Con l’introduzione dei corrispettivi elettronici, spiega l’Agenzia delle Entrate in un approfondimento dedicato alla novità, non occorrerà più tenere il registro dei corrispettivi. La memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati direttamente all’Agenzia sostituiscono infatti gli obblighi di registrazione delle operazioni effettuate in ciascun giorno. Inoltre, non sarà più necessaria la conservazione delle copie dei documenti commerciali rilasciati ai clienti, con conseguente riduzione dei costi e vantaggi operativi: infatti, questo sistema consentirà all’Agenzia di acquisire tempestivamente e correttamente i dati fiscali delle operazioni per metterli a disposizione – mediante servizi gratuiti – degli stessi operatori Iva o dei loro intermediari, supportandoli nella compilazione della dichiarazione Iva e nella liquidazione dell’imposta. Per l’acquisto del registratore telematico o per l’adattamento del vecchio registratore di cassa è concesso un contributo sotto forma di credito d’imposta pari al 50% della spesa sostenuta, per un massimo di 250 euro in caso di acquisto e di 50 euro in caso di adattamento.

Gli altri strumenti di lotta all’evasione

L’introduzione dello scontrino elettronico è solo una delle misure introdotte negli ultimi anni per contrastare l’evasione fiscale, e il 2020 potrebbe diventare l’anno del cashless, come sottolineato anche da un’analisi dell’Osservatorio del Politecnico di Milano: il governo ha messo a punto un piano di intervento che, con l’obiettivo di rendere tracciabili i pagamenti e meno facile l’evasione fiscale, prevede un progressivo tetto al contante e una serie di meccanismi premiali, a cominciare da quello che viene chiamato il ‘bonus Befana‘ che scatterà nel gennaio 2021 sui pagamenti effettuati quest’anno con le carte di pagamento per alcune tipologie di servizi.

Alcune norme, come quella della lotteria degli scontrini e del ‘bonus Befana’ sono da definire nei dettagli con decreti attuativi, ma altre sono già chiare. La prima è per l’appunto quella del tetto ai contanti. Dal primo luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021, il limite ai pagamenti cash diminuirà a 2.000 euro. Dal primo gennaio 2022 tale limite scenderà ulteriormente a mille euro. Scatta invece subito la tracciabilità per le spese che godono della detrazione al 19%, con la sola esclusione delle spesa sanitarie, che del resto per essere utilizzate hanno bisogno di uno scontrino parlante. Per il resto, dalle erogazioni liberali ai pagamenti per le spese sportive ai figli, dalle spese funebri a quelle per l’acquisto di uno strumento musicale il pagamento non potrà essere cash per ottenere lo sconto del 19%. Due sono invece i meccanismi premiali.

A luglio scatterà, dopo molti rinvii, la lotteria degli scontrini. Per prenderne parte il cittadino dovrà richiedere un codice lotteria su un portale dedicato e comunicarlo al commerciante prima dello scontrino elettronico. Se il pagamento è in contanti sarà necessario comunicare il codice fiscale, mentre tutto diventa più facile se si paga con la carta, che avrà una possibilità di vincita doppia. La novità, per i commercianti, è che sono sparite le sanzioni. Per chi poi non genera ricavi sopra i 400 mila euro c’è un credito d’imposta pari al 30% delle commissioni bancarie pagate. Ma il pagamento con carta, per alcune tipologie di servizi – dal parrucchiere al meccanico, dall’idraulico al ristoratore – attiverà da luglio anche il meccanismo del cashback, per cui il governo ha stanziato tre miliardi.

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