L’ALLARME

Nelle aziende italiane cresce la sfiducia nei team IT: inefficacia nei servizi base



Indirizzo copiato

È quanto emerge da una survey dell’Institute for Business Value di Ibm. Solo il 38% dei Ceo e il 51% dei Cfo intervistati dà voto sufficiente, in netto calo rispetto al 64% e al 60% nel 2023. In aumento la mancanza di competenze adeguate: nel prossimo triennio previsto un gap in aree chiave come il cloud, l’intelligenza artificiale, la sicurezza e la privacy

Pubblicato il 25 set 2024



digitale, digital transformation, competenze, skills

La fiducia dei dirigenti apicali delle aziende nelle capacità dei loro team IT di fornire servizi di base sta vivendo un momento di crisi, e questo avviene in coincidenza con una fase storica in cui proprio i leader IT sono impegnati a spingere sull’acceleratore per l’adozione di nuovi strumenti e tecnologie, a partire dall’intelligenza artificiale generativa. E’ quanto emerge dallo studio “2024 technology leaders study: 6 blind spots tech leaders must reveal”, realizzato dall’Institute for Business Value di Ibm, che ha coinvolto 2.500 dirigenti tecnologici di livello apicale di 34 paesi inclusa l’Italia.

La situazione in Italia

Secondo i dati del report Ibm oggi soltanto il 38% dei Ceo e il 51% dei Cfo in Italia ritiene che l’IT sia efficace nei servizi di base, rispetto rispettivamente al 64% e al 60% del 2013.

Inoltre, il 38% dei CxO tecnologici afferma di collaborare con i colleghi della finanza per incorporare le metriche tecnologiche nei business case, mentre il 35% dei Cfo dichiara di essere stato coinvolto in anticipo nella pianificazione IT per definire le aspettative strategiche, in linea con i dati mondiali.

Sempre rimanendo in Italia, dal report emerge che i leader della C-Suite si stanno concentrando sempre di più sulle richieste di intelligenza artificiale generativa e sulle sfide che questa tecnologia comporta per l’infrastruttura tecnologica, con il 43% dei CxO tecnologici che vede aumentare le preoccupazioni per l’infrastruttura a causa dell’AI generativa.

Quanto alle competenze, il 58% dei CxO tecnologici in Italia ha difficoltà a ricoprire ruoli tecnologici chiave e solo il 27% li considera una priorità assoluta, mentre nel prossimo triennio, è prevista una mancanza di competenze in aree chiave come il cloud (+36%), l’AI (+29%), la sicurezza (+25%) e la privacy (+39%).

I numeri dello studio

Dal report di Ibm emerge che il 47% del campione ritiene che la propria organizzazione IT sia efficace nei servizi di base, rispetto al 69% nel 2013. A questo si aggiunge il fatto che soltanto il 36% dei Ceo e il 50% dei Cfo considera l’IT efficace nei servizi di base (Contro, rispettivamente, il 64% e il 60% del 2013).

Il 43% dei manager di fascia alta con compiti legati alla tecnologia, inoltre, solleva il problema che negli ultimi sei mesi le preoccupazioni per l’infrastruttura tecnologica sono aumentate con l’avvento dell’AI generativa, imponendo una maggiore attenzione sull’ottimizzazione dell’infrastruttura per permettere la scalabilità della GenAI. E se al momento la spesa per il cloud ibrido è del 29% più alta rispetto a quella per l’AI, nei prossimi due anni questo valore è destinato a equilibrarsi.

La collaborazione tra finance e tecnologia

Dalla ricerca emerge, tra le altre cose, anche il fatto che due Ceo su tre tra gli intervistati auspicano una forte collaborazione tra i CxO del settore tecnologico e i Cfo, anche se soltanto il 39% dei CxO tecnologici dichiara di collaborare con i colleghi che si occupano di finanza per incorporare strutture tecnologiche nei business case, e solo il 35% dei Cfo riferisce di essere stato coinvolto in anticipo nella pianificazione IT per definire le aspettative strategiche. A dimostrare che la collaborazione sia la strada migliore per il futuro c’è il fatto che quando gli investimenti tecnologici vengono associati ai risultati aziendali misurabili la conseguente crescita dei ricavi è del 12% più alta.

Le sfide per i leader tecnologici

“I leader tecnologici sono oggi alle prese con molteplici esigenze aziendali, rese ancora più complicate dalla presenza dell’AI generativa – sottolinea Mohamad Ali, Senior Vice President Ibm Consulting – Devono affrontare le sfide della modernizzazione dell’infrastruttura IT e della scalabilità dell’AI generativa per sostenere quel vantaggio competitivo fondamentale per la crescita dell’azienda. In questo panorama in evoluzione – conclude – il rapporto tra i CxO tecnologici e le loro controparti finanziarie non è mai stato così importante per poter allineare la spesa tecnologica ai risultati di business e ottenere valore reale dagli investimenti in AI”.

Il “caso” dell’intelligenza artificiale responsabile

Tra le intenzioni e le azioni dei CxO tecnologici sull’intelligenza artificiale responsabile c’è un divario: per l’80% dei Ceo intervistati, infatti, la trasparenza nell’uso di tecnologie di nuova generazione, come l’AI generativa, è fondamentale per rafforzarne la fiducia. Tuttavia, la maggior parte dei CxO tecnologici riconosce che le loro organizzazioni non sono in grado di offrire un’AI responsabile. Inoltre il 41% dei CxO tecnologici ha segnalato un aumento delle preoccupazioni relative a normative e conformità, anche se la maggior parte (70%) di essi vede i cambiamenti normativi come un’opportunità, rispetto al 50% dei Ceo. Tra i dati più interessanti emerge inoltre il fatto che nei prossimi 3 anni i dirigenti tecnologici prevedono un aumento della mancanza di competenze in aree chiave, tra cui il cloud (+36%), l’AI (+29%), la sicurezza (+25%) e la privacy (+39%), e iIl 40% segnala un aumento delle preoccupazioni negli ultimi sei mesi.

Articoli correlati

Articolo 1 di 5