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Quantum computing, rivoluzione al via (anche per le Tlc)



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Secondo un’indagine realizzata da Naoris Protocol, l’84% degli IT manager delle principali aziende globali prevede un impatto significativo o enorme della tecnologia nei prossimi cinque anni, e stanno aumentando gli investimenti in tal senso. Per gli operatori di telecomunicazioni ci sono sfide e opportunità: crescono i rischi rispetto alla crittografia, ma sarà possibile dare vita a reti sempre più ottimizzate

Pubblicato il 20 mag 2025



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La rivoluzione del quantum computing è imminente: i responsabili IT delle principali aziende globali stanno infatti aumentando significativamente i budget destinati alle soluzioni in grado di sfruttare la tecnologia – che al momento è ancora poco più che sperimentale – in previsione degli impatti trasformativi che dovrebbe avere nel settore nel medio termine. A dirlo è una nuova indagine di Naoris Protocol, società pioniera nell’infrastruttura post-quantum.

Crescono gli investimenti nelle soluzioni quantum-based

Secondo la ricerca, l’84% degli IT manager prevede infatti che il quantum computing avrà un impatto “enorme” (29%) o “grande” (55%) sui propri settori entro cinque anni, mentre solo il 16% immagina effetti minimi. Lo studio globale, che ha intervistato i dirigenti IT di organizzazioni con un fatturato annuo minimo di 300 milioni di dollari nelle regioni di Stati Uniti, Regno Unito, Ue e Apac, ha rilevato un’adozione pressoché universale della tecnologia, con il 99% degli intervistati che sta già stanziando budget per soluzioni quantistiche. In particolare, il 41% sta attualmente investendo il 10% o più del proprio budget tecnologico in questo campo.

Un altro studio di Naoris evidenzia che l’85% delle organizzazioni prevede di destinare almeno il 10% del proprio budget tecnologico a soluzioni quantistiche entro i prossimi cinque anni. Circa un rispondente su cinque (17%) stima di investire il 30% o più in soluzioni quantistiche, mentre quasi la metà (48%) dei direttori IT concorda fermamente sul fatto che il futuro del quantum computing si stia sviluppando nella sua potenziale integrazione con altre tecnologie emergenti come blockchain, intelligenza artificiale e apprendimento automatico avanzato. Il restante 52% concorda leggermente con questa opinione.

Un approccio collaborativo per mitigare i rischi della tecnologia

La ricerca ha inoltre rilevato che l’85% degli IT manager prevede una maggiore collaborazione nei prossimi tre anni tra istituzioni accademiche, aziende tecnologiche e laboratori di ricerca governativi per affrontare gli ostacoli tecnologici. Un quarto (25%) prevede un aumento significativo della collaborazione. Circa tre quarti (76%) degli intervistati prevedono che il mercato dell’informatica quantistica raggiungerà un valore di 65 miliardi di dollari o più entro sette anni, rispetto agli 8,6 miliardi di dollari registrati alla fine dell’anno scorso.

Secondo lo studio, il principale motore di crescita è l’espansione delle applicazioni industriali del quantum computing, con diversi settori che stanno trovando applicazioni trasformative.

I maggiori investimenti in ricerca e sviluppo da parte di grandi aziende, tra cui Ibm, Google, Microsoft e Amazon, rappresentano il secondo fattore più importante per la crescita del quantum computing, prima del supporto e dei finanziamenti governativi e degli sforzi accademici.

“Le principali aziende di tutto il mondo si stanno concentrando sulle potenziali sfide e opportunità derivanti dallo sviluppo del quantum computing, come dimostrato dalla crescita prevista dei loro budget”, commenta David Carvalho, ceo e fondatore di Naoris Protocol. “Esistono chiaramente rischi per la sicurezza informatica, ma vi è una crescente consapevolezza degli sviluppi tecnologici già in corso, come l’integrazione con la blockchain, che può contribuire a mitigare i rischi e consentire alle aziende di beneficiare delle opportunità. Un’infrastruttura di intelligenza artificiale decentralizzata e affidabile sarà fondamentale in quanto garantirà l’affidabilità dell’AI, eliminerà i singoli punti di errore e manterrà l’integrità dei dati”.

Sfide e opportunità per le telco: la vulnerabilità dei sistemi crittografici

In questo scenario, quali sono le opportunità che le tecnologie quantistiche offrono alle aziende di telecomunicazioni? Quali sfide sfide dovranno affrontare le telco che nei prossimi cinque anni punteranno per prime su queste soluzioni?

Nell’immediato, la potenza del calcolo quantistico, come la sua capacità di risolvere enormi problemi probabilistici, costituisce come si è visto una minaccia per gli attuali metodi di crittografia. La sicurezza degli operatori potrebbe quindi essere violata con maggiore facilità.

Per fortuna le telco stanno esplorando già da anni la crittografia post-quantistica e metodi che dovrebbero mantenere dati e reti al sicuro nel nuovo scenario: si va da diversi metodi di distribuzione di chiavi quantistiche – che utilizzano le proprietà dello stato quantistico dei fotoni per creare una chiave che non può essere manomessa, all’insaputa del mittente – alle tecnologie di sicurezza quantistica integrate nelle reti.

Uno svantaggio, secondo quanto riporta il portale The Mobile Network citando Luca De Matteis, della società di analisi Appledore, è il costo di questi sistemi. De Matteis in passato ha collaborato con Kets Quantum, un’azienda fondata nel 2016, che a suo dire è l’unica a disporre di una soluzione Quantum Key Distribution (Qkd) basata su chip fotonico completamente integrata. La piattaforma dovrebbe avere il potenziale per ridurre radicalmente i costi e rendere l’implementazione più accessibile su una rete multi-nodo. Mentre un tipico sistema Qkd attualmente costa tra i 165mila e i 300mila dollari, l’obiettivo di Kets è di ridurlo a 32mila dollari, creando strumenti che possano essere installati come elementi collegabili all’interno delle infrastrutture di telecomunicazioni esistenti, anziché come dispositivi discreti, ingombranti e costosi.

Il prototipo di Kets, finanziato da un contratto Innovate Uk da 1,7 milioni di sterline, è attualmente in fase di sperimentazione da parte di Bt. Secondo De Matteis, “gli operatori di telecomunicazioni stanno iniziando ora a passare dalle sperimentazioni alle soluzioni sul campo. Il 2025 è stato un anno di grandi cambiamenti nella sicurezza post-quantistica. Il senso di urgenza è aumentato, con la consapevolezza che il Q-day si avvicina più rapidamente del previsto”. Ma la sfida, come si è visto, è su scala e dimensioni, ed è qui che società come Kets potrebbero cambiare le carte in tavola. “Gli operatori di telecomunicazioni si aspetteranno che i fornitori mettano a disposizione del mercato soluzioni integrate”, precisa De Matteis. “Ecco perché i produttori di apparecchiature per telecomunicazioni stanno seguendo una roadmap per fornire un router integrato con Qkd al suo interno”.

Un’ottimizzazione delle reti sempre più spinta

Ma è improbabile che l’impatto della tecnologia quantistica sulle telecomunicazioni si limiti alla crittografia post-quantistica. Eugene Oleynik, responsabile vendite di Kipu Quantum, azienda sviluppatrice di algoritmi quantistici, afferma che la capacità della tecnologia di gestire in modo efficace i problemi di ottimizzazione avrà precise applicazioni nell’ambito del network management.

L’azienda ha condotto un esperimento lo scorso anno in Spagna con MasOrange, in collaborazione con Cinfo e QuEra Computing, per precalcolare scenari di crisi. L’obiettivo era utilizzare computer quantistici ad atomi neutri per generare una libreria di ricette ottimali di riconfigurazione della rete per ridurre al minimo le interruzioni e ripristinare il servizio più rapidamente. Kipu ha sviluppato un algoritmo per simulare la resilienza della rete, identificare le lacune di ridondanza e fornire configurazioni ottimali. Il team ha quindi utilizzato un computer quantistico in modalità analogica con 256 qubit per eseguire le simulazioni. I risultati hanno dimostrato che l‘algoritmo si è rivelato altamente efficiente e ha fornito misure di resilienza accurate per la rete.

Sebbene si sia trattato solo di una sperimentazione iniziale e limitata, Oleynik è convinto che esistano ulteriori applicazioni nel settore delle telecomunicazioni e che i team di innovazione del settore debbano confrontarsi fin da subito con le implicazioni e le opportunità.

“Se un’azienda di telecomunicazioni non dispone di un dipartimento quantistico, i responsabili dell’innovazione devono valutare con urgenza le opportunità offerte dalla tecnologia quantistica. Chi non lo fa rischia di rimanere indietro”, avverte Oleynik. “I problemi di networking e ottimizzazione sono un aspetto, ma si potrebbe fare molto anche dal lato consumer utilizzando un computer quantistico, dove sono necessari molti calcoli per le stime, con numerose variabili e probabilità. Le aziende di telecomunicazioni vedrebbero casi d’uso aziendali come la gestione del rischio, la gestione delle offerte e altre aree in cui è necessario valutare diverse possibilità o eseguire molti calcoli”.

Le telco stanno già investendo massicciamente in modelli di intelligenza artificiale da utilizzare sui propri dati proprio in questi scenari. Oleynik sottolinea che è comunque importante per chi si occupa di innovazione e per la leadership degli operatori iniziare a considerare il tema della quantistica e su come questa possa essere utile il prima possibile. “Si può iniziare a esplorare i potenziali casi d’uso, e magari iniziare a fare i primi esperimenti coinvolgendo in modo diretto i fornitori”.

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