CULTURA DIGITALE

Social, aperto e interattivo: il Mibact battezza il “museo” 3.0

La piattaforma mira a creare un sistema museale innovativo: riflettori su open data e coinvolgimento degli utenti. Richiesta anche la collaborazione dei big di Internet come Google, Facebook e Twitter

Pubblicato il 10 Giu 2015

DE.A.

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Abbattere idealmente le porte dei musei, amplificare il messaggio culturale, costruire dialoghi con il resto del mondo sfruttando le potenzialità della tecnologia: sono gli obiettivi di “MuD – Museo Digitale”, il progetto che la Direzione Generale Musei del Mibact e Ales Spa hanno presentato oggi in un workshop nell’ambito della Social Media Week, in programma a Roma fino al 12 giugno (e in contemporanea anche in altre 12 città internazionali rappresentanti i 5 continenti).

Seguendo le linee guida della riforma dei Beni Culturali proposta dal ministro Franceschini, nella quale il tema strategico della valorizzazione del patrimonio artistico passa anche attraverso la creazione di un Sistema Museale Italiano (in grado di unire e riorganizzare gli oltre 4000 musei diffusi sul territorio nazionale), il progetto si configura come una piattaforma aperta a complemento della comunicazione di stampo “tradizionale” per migliorare le performance digitali dei musei e i coinvolgimento del pubblico. MuD è infatti un laboratorio in cui idee e strumenti tecnologici possono provare a definire le soluzioni migliori per affrontare le sfide del futuro. Le attività di MuD saranno raccontate sul sito web del progetto, un luogo virtuale di incontro di tutti i portatori di interesse del settore che potranno dialogare tra loro attraverso un forum, mentre sarà un blog a trasmettere al pubblico le informazioni relative ai musei.

Partecipazione, condivisione, accessibilità totale, divertimento: sono queste le parole chiave del Museo 3.0, nel quale la semplice fruizione lascia il posto a un’esperienza culturale, intellettuale ed emozionale capace di accontentare gusti ed esigenze diverse. Un’esperienza quindi “social”, che rifiutando il vecchio concetto di visita passiva può continuare nel tempo ed essere comunicata efficacemente grazie agli strumenti tecnologici, in un’ottica di scambio continuo tra ciò che accade dentro e fuori dal museo.

Al fine di rendere realtà questa rivoluzione del settore museale, MuD si apre alla collaborazione con i colossi del web, come Google, Facebook e Twitter, ma senza dimenticare esperienze nate dal basso: è il caso di Invasioni digitali, un progetto di diffusione della cultura digitale e dell’uso degli open data, che permette ai beni culturali di comunicare direttamente con le persone, nella convinzione che l’arte divenga conoscenza solo se condivisa. “Siamo convinti che MuD possa servire a valorizzare i contenuti eterogenei nei musei e a favorire la diffusione di competenze digitali tra le persone che vi lavorano”, ha detto Simona Cardinali Responsabile Comunicazione di Ales e Coordinatrice gruppo MuD. Dello stesso avviso anche Alessandro Bollo, Responsabile Ricerca e Sviluppo della Fondazione Fitzcarraldo: “il digitale – ha sottolineato – deve entrare nelle attività centrali di organizzazione e produzione di senso all’ interno della macchina museo”. “Essere digitale per un museo significa sviluppare processi di innovazione coerenti con la propria missione”, ha aggiunto, “così si intercettano pubblici diversi contribuendo a rendere più democratica la cultura”.

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