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Spionaggio via Youtube: l’allarme degli esperti israeliani

I ricercatori dell’Università Ben Gurion: hacker e aziende possono servirsi di un algoritmo per individuare i comportamenti dei singoli utenti”. La piattaforma intanto stringe un’alleanza con Faceit per trasmettere in streaming la “Esports Championship Series”

Pubblicato il 16 Mar 2017

Spionaggio via Youtube: l’allarme degli esperti israeliani

Hacker e aziende pubblicitarie possono spiare le abitudini degli utenti su Youtube. A verificarlo è stato un gruppo di ricercatori dell’Università israeliana Ben Gourion, nel Negev, che ha presentato il proprio studio al “Black Hat Europe” che si è svolto a Londra. I risultati della ricerca sono stati ottenuti grazie allo sviluppo di un algoritmo capace di identificare con precisione quali video, all’interno di una selezione di titoli, gli utenti monitorati dai ricercatori stessero vedendo.

Se da una parte questo mezzo può essere utilizzato dalle agenzie di intelligence per identificare potenziali terroristi che condividono video di propaganda, dall’altro può essere facilmente usato anche da hacker e aziende a fini commerciali, per “spiare” le abitudini degli utenti.

“E’ importante sapere – dice Ran Dubin, esperto di cyber sicurezza e responsabile dello studio – che la crittografia video non è così sicura come si pensava finora. Google, che è proprietaria di YouTube, non sembra poter colmare la lacuna in quanto sarebbe costoso creare un meccanismo di offuscazione del traffico per ogni utente e per ogni video visualizzato”.

Youtube intanto investe sui giochi online, quelli in cui gli utenti danno vita a competizioni e tornei per ottenere premi in denaro. La piattaforma ha infatti siglato una partnership con FaceIt per trasmettere in streaming la “Esports Championship Series”.

“Ora che YouTube sta investendo sugli eventi live, abbiamo pensato che fosse una buona occasione stringere un accordo – dice a Reuters Michele Attisani, co-founder di Faceit – I live video stanno diventando sinonimo di competitività per le piattaforme social”.

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