FISCO

“Tasse non pagate per 98,2 milioni”: chiusa a Milano l’indagine su Google

Cifra ridotta rispetto ai 230 milioni ipotizzati dalla Guardia di Finanza: non sarebbe contestabile penalmente, secondo il Pm, l’evasione su Irap e ritenute d’acconto

Pubblicato il 29 Feb 2016

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La procura di Milano chiude l’indagine sull’evasione fiscale di Google, e contesta al gigante del Web di non aver pagato tasse “ai fini Ires” per 98,2 milioni di euro tra il 2009 e il 2013. Una cifra inferiore a quella che era scaturita dall’inchiesta della Guardia di Finanza, 230 milioni di euro per lo stesso arco di tempo, perché i giudici non avrebbero considerato come “contestabili” penalmente l’evasione ai fini Irap e quella sulla ritenuta d’acconto. E’ quanto emerge dall’avviso di chiusura indagini firmato dal pm di Milano Isidoro Palma e notificato a John Thomas Herlihy, Graham Law, Ronan Aubyn Harris, John Kent Walker jr e Daniel Lawrence Martinelli.

Nel dettaglio, la procura di Milano contesta che non siano stati dichiarati in Italia “ai fini delle imposte sui redditi (Ires) per gli anni di imposta dal 2009 al 2013, redditi imponibili allo stato cosi’ quantificati: anno 2009 13,6 milioni, anno 2010 14,28 milioni, anno 2011 18,8 milioni, anno 2012 26,5 milioni, anno 2013 25 milioni”. Ciò sarebbe stato reso possibile “trasformando i ricavi realizzati in Italia tramite la stabile organizzazione occulta di Google Ireland ltd in royalties soggette a tassazione in un Paese a fiscalità privilegiata”, come si legge nell’avviso di chiusura indagini. In particolare, per i magistrati milanesi, i cinque indagati per omessa dichiarazione dei redditi “davano attuazione” a un “tax planning” attraverso il quale “contrariamente a quanto stabilito nel contratto ‘marketing and services agreement-Italy’, regolante i rapporti tra Google Ireland Ltd e Google Italy, in virtu’ del quale quest’ultima avrebbe dovuto svolgere esclusivamente attività preparatorie o ausiliarie e/o di raccolta informazioni per Google Ireland, conferivano a personale formalmente dipendente” della società italiana “autonomi poteri di negoziazione degli elementi essenziali dei contratti commerciali (…) i quali – tra l’altro – prevedevano l’applicazione della legge italiana e la competenza del foro italiano, facendo solo formalmente sottoscrivere detti contratti a Google Ireland, incassando il corrispettivo (ricavi per 1.190.272.806 euro)”.

Una volta chiusi i contratti “i ricavi provenienti dall’Italia così incassati da Google Ireland Ltd venivano abbattuti attraverso la corresponsione di royalties (per complessivi 656.607.861,93 euro sui quali andava applicata una ritenuta d’acconto stante l’esistenza della stabile organizzazione) a favore di Google Netherland Hodings BV, società prova di dipendenti e struttura organizzativa, la quale a sua volta le riversava pressoche’ integralmente nei confronti di Google Ireland Holdings, società costituita in Irlanda ma fiscalmente residente in Bermuda” e a questo punto, come detto “i ricavi realizzati in Italia venivano trasformati in royalties”, omettendo quindi di dichiarare i redditi imponibili ai fini Ires per 98,2 milioni di euro.

I cinque indagati, cui è stato notificato questa mattina l’avviso di chiusura indagini da parte della Guardia di Finanza, nucleo di polizia tributaria, sono due irlandesi, un taiwanese, uno statunitense e un inglese. Nel dettaglio, John Thomas Herlihy è indicato quale legale rappresentante e consigliere del cda di Google Ireland dal 2009 al 2013, firmatario dei bilanci di Google Ireland nei periodi di imposta 2009 e 2013, nonché presidente del cda di Google Italia dal 21 maggio 2008 all’11 marzo 2010; Graham Law quale legale rappresentante, consigliere del cda e firmatario dei bilanci di Google Ireland nei periodi di imposta dal 2009 al 2013, nonché direttore finanziario del gruppo Google per l’area Emea e componente del cda di Google Italy dal 21 maggio 2007 all’11 marzo 2010; Ronan Aubyn Harris quale legale rappresentante e consigliere del cda di Google Ireland dal 2009 al 2013, firmatario dei bilanci di Google Ireland nei periodi di imposta 2010, 2011 e 2012; John Kent Walker jr quale presidente del cda di Google Italy dall’11 marzo 2010 al 2 marzo 2012; Daniel Lawrence Martinelli quale presidente del cda di Google Italy dal 2 marzo 2012 alla data odierna.

La procura di Milano nell’avviso di chiusura inchiesta non calcola a quanto ammonta l’imposta evasa ai fini Ires. L’aliquota massima per questa tassa è al 27,5%, quindi supponendo che questa sia quella applicabile a Google, allora l’imposta evasa ammonterebbe a circa 27 milioni di euro. Tuttavia, questa cifra è del tutto ipotetica, in quanto non avendo Google Ireland presentato dichiarazioni dei redditi in Italia, e quindi non conoscendo eventuali detrazioni, è impossibile allo stato stabilire l’aliquota applicabile.

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