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Telecom, il giorno più lungo: faro sui conti e sulle azioni

Cda chiave per il gruppo. Approvati i dati finanziari dei primi nove mesi: utili e fatturato in calo a causa degli oneri straordinari, ma aumentano gli investimenti industriali. Via alla conversione dei titoli di risparmio: mossa-antiscalata e per fare cassa. L’Ad Patuano: “Occasione imperdibile”. La Borsa festeggia

Pubblicato il 06 Nov 2015

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“La struttura di una doppia classe di azioni è anacronistica. Anche noi abbiamo pensato di mettere in atto questa cosa”. Con queste parole l’Ad di Telecom Italia, Marco Patuano, ha spiegato in conference call la mossa con cui il cda di ieri ha deciso la conversione delle azioni di risparmio.

Ieri il Cda di Telecom ha proposto la conversione delle azioni di risparmio (assemblea straordinaria e speciale il prossimo 15 e 17 dicembre). Gli azionisti di risparmio hanno l’opzione di convertire i titoli con rapporto 1 a 1 e pagando un contributo di 9,5 centesimi per azione. Al termine dell’esercizio volontario ci sarà una conversione obbligatoria con ratio 0,87. E’ previsto un diritto di recesso per le risparmio a 0,9241 euro, condizionato al limite di 100 mln euro.

Il cda ha anche approvato i conti che hanno visto calare utili e ricavi a casua degli oneri straordinari. I nove mesi di Telecom si sono chiusi con un utile netto consolidato di 362 milioni euro, in calo del 63% rispetto allo stesso periodo del 2014.

Il fatturato consolidato si attesta a 14,9 miliardi (-6,9% a/a), l’Ebitda è di 5,6miliardi (-14,8% a/a) e sconta l’impatto negativo di oneri netti non ricorrenti i per complessivi 460 milioni di euro, in assenza dei quali la variazione organica dell’Ebitda sarebbe risultata pari a -4,8%. L’Ebit si attesta a 2,8 miliardi (-17,5% a/a) e sconta l’impatto negativo di oneri netti non ricorrenti per complessivi 124 milioni di euro, in assenza dei quali la variazione organica dell’Ebit sarebbe risultata pari a -9,4%. Gli investimenti industriali dei primi nove mesi del 2015, pari a 3.233 milioni di euro (2.640 milioni di euro nei primi nove mesi del 2014), confermano il programma di accelerazione previsto dal piano industriale per il triennio 2015-2017.

L’indebitamento finanziario netto rettificato ammonta a 26.804 milioni di euro al 30 settembre 2015, in riduzione di 188 milioni di euro nel terzo trimestre 2015. Il flusso di cassa della gestione operativa è positivo per 1.551 milioni di euro (2.272 milioni di euro nei primi nove mesi del 2014). L’indebitamento finanziario netto rettificato al 30 settembre 2015 è pari a 26.804 milioni di euro, in aumento di 153 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2014 (26.651 milioni di euro). L’indebitamento finanziario netto contabile è pari a 27.967 milioni di euro (28.021 milioni di euro al 31 dicembre 2014).

Si tratta, per Patuano, di risultati che “confermano il trend di miglioramento dei ricavi, soprattutto dal mobile. Per l’esercizio in corso, Telecom prevede sul mercato domestico un progressivo miglioramento della performance operativa”.

Ma indubbiamente il cda di ieri sarà ricordato per quello che ha deciso, un po’ a sopresa, di convertire le azioni di risparmio. Una mossa – secondo gli analisti – che mirerebbe a frenare un’uleriore ascesa dei cosi francesi ma anche per fare cassa.

“Il board di Telecom Italia ha deciso all’unanimità la conversione delle azioni risparmio, un’opportunità imperdibile dopo il recente rialzo delle quotazioni della società – ha puntualizzato Patuano – Avevo già condiviso con voi analisti che la doppia classe azioni era anacronistica. Anche altre aziende si sono allontanate dalle risparmio e anche noi avevamo pensato di implementare in qualche momento futuro le azioni, dopo un ulteriore conferma della stabilizzazione dell’ebitda”.

Tuttavia, ha spiegato, dopo il forte aumento del valore delle azioni “abbiamo pensato che si fosse creata una finestra imperdibile”. Il manager ha inoltre detto che ieri “il cda è stato unanime nel decidere la transazione per non perdere l’opportunità monitorata da anni”. Il gruppo, comunque, continuerà a puntare anche nel 2016 alla “stabilizzazione dell’ebitda”. Nessuna consultazione con gli azionisti sulla decisione presa: “Però suppongo che un accordo che crei valore per l’azienda e tutti gli azionisti non possa non essere sostenuto dagli azionisti più importanti”.

Per gli analisti l’operazione, oltre a creare valore per la compagnia, faciliterà il consolidamento. Equita Sim ritiene si tratti di una mossa molto positiva per l’azienda: “maggior liquidità del titolo, può raccogliere fino a 570 milioni dai premi di conversione, ritiene il differenziale di 1,1 centesimi per azione, conquista maggiore flessibilità nella politica di dividendi (potenzialmente ritenendo circa 166 milioni annui che sono il dividendo garantito alle azioni di risparmio). In sostanza si accelera il deleverage”.

In termini di diluizione, conclude Equita, “Vivendi scenderebbe dal 20% al 13,8% e Niel potenzialmente dal 15,1% al 10,4%. Elemento critico è l’assemblea straordinaria e il supporto o meno di Vivendi”. Secondo quanto appreso Vivendi non dovrebbe votare contro.

La conversione delle risparmio in ordinarie “rappresenta una delle opzioni più rilevanti in termini di creazione di valore per il gruppo, in quanto consente di semplificare la struttura corporate e di incassare quasi 600 milioni di euro”, commentano gli analisti di Mediobanca Securities.

E la Borsa ha festeggiato la conversione: il titolo di TI, con forti scambi per tutta la seduta, è salito del 5,4% a 1,033 euro. Vendite invece sulle ordinarie, scese del 2,43% a quota 1,165.

Sul fronte Brasile, Telecom si è detta – la precisazione di Patuano in conference call – aperta a valutare offerte interessanti per Tim Brasil. Novità anche sull’accesso alla rete.

Telecom ha deciso di rafforzare la parità di accesso alla infrastruttura di rete fissa fra tutti gli operatori, e lo ha fatto con un progetto che prevede “procedure identiche per l’attivazione delle linee tra gli altri operatori e le divisioni commerciali Telecom – spiega una nota – e di rafforzare l’indipendenza della funzione open access”.

In pratica OpenAccess passerà alla divisione Wholesale, guidata da Stefano Ciurli, togliendo così dalla sfera di controllo del direttore Operations, Roberto Opilio, una parte importante delle sue competenze, e segnando un punto a favore dell’amministratore delegato Marco Patuano nello scenario di un Cda travagliato, su cui erano circolate voci di una “resa dei conti” nel management. L’obiettivo della riorganizzazione di OpenAccess, al di là dei risvolti per gli equilibri interni, è di chiudere definitivamente la stagione dei contenziosi e delle multe, con l’Antitrust che aveva già in passato dato ragione agli operatori alternativi e multato Telecom per abuso di posizione dominante, e assestarsi su una posizione all’avanguardia in Europa in questo campo. Per Patuano la mossa cambierà davvero le regole del gioco.

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