Tim, Genish: “Nessuna operazione di finanza sulle rete”

L’annuncio dell’Ad: “Lavoreremo a un piano di sviluppo sostenibile nel lungo periodo. Saremo best in class nella customer exprience”. Nessuna fusione con Open Fiber: “Eventualmente solo collaborazione commerciali”

Pubblicato il 14 Nov 2017

GENISH

Un piano di sviluppo sostenibile nel lungo periodo e niente operazioni di finanza straordinaria sulla rete o sul Brasile.  Sono le “promesse” di Amos Genish, Ad di Tim, an nunciate in un’intervista al Sole 24 Ore. Si torna a “una noiosa storia industriale”, ha detto in un’intervista al Sole 24Ore. Per il nuovo piano bisognerà attendere il 6 marzo, e forse questo spiega la cautela degli investitori ‘”long”.

Piano centrato sul cliente. “Dobbiamo essere il best in class nella customer experience”, ha affermato Genish. Su questo perno fondamentale ruoterà tutto il piano, che sarà improntato a un processo di convergenza fisso-mobilemultimediale”. La bassa penetrazione della banda ultralarga è però un problema: “Dei 7 milioni di clienti broadband, solo 1,8 milioni è in fibra”. Dunque, ha spiegato, “abbiamo almeno 5 milioni di clienti da far trasmigrare rapidamente dai 10 mega ai 200 mega” e per questo “stiamo discutendo con l’Agcom che si possa fare con l’opt out anzichè con l’opt in, con la rinuncia anzichè con l’adesione, senza costi aggiuntivi”.

“Nessun aumento degli investimenti rispetto a quanto già programmato, ma nessun investimento in meno”, ha assicurato Genish. Come saranno ripartiti è però ancora presto per dirlo, se non che nelle cosiddette aree bianche, quelle a fallimento di mercato, di investimenti non ne sono previsti. Salvo che Open Fiber e il Governo richiedano un supporto: “Non vogliamo interferire, ma siamo aperti a considerare partnership” .

Il progetto Cassiopea, per portare la fibra nelle aree meno concorrenziali, comunque “è morto”. Nessuna mira su Open Fiber “L’Italia è grande abbastanza per ospitare due reti in concorrenza”. Dunque con Open Fiber si potrà parlare eventualmente di “collaborazione commerciale”, non certo di fusione. “Non so cosa direbbe l’Antitrust di ipotesi di consolidamento in un mercato ancora molto ristretto”, ha precisato. Infine a proposito del golden power secondo l’ad di Telecom non c’era bisogno di un decreto per tutelare gli interessi di sicurezza nazionale. “È un nostro dovere”, ha detto il manager.

Per Genish è infine “insultante” pensare che TI possa essere lo strumento per ricucire i rapporti tra Vivendi e Mediaset

Sul titolo, ieri Goldman Sachs aveva sottolineato come gli operatori stiano guardando con timopre alla flessione dei margini operativi delle attività domestiche, scontando anche un periodo di crescente incertezza dovuto all’imminente arrivo di Iliad sul mercato, che si aggiunge alla concorrenza che arriverà con Enel Open Fiber. Inoltre, ha aggiunto Goldman, gli sforzi che Telecom Italia sta compiendo per la digitalizzazione dell’azienda potrebbero pesare nel breve termine sui programmi di riduzione dei costi.

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