Una nuova pioggia di critiche da Ue e Usa si è abbattuta sulla Turchia dopo la decisione, ieri, del Governo del premier Recep Tayyip Erdogan di bloccare l’accesso a Youtube a tre giorni dalle elezioni amministrative, e soltanto una settimana dopo un’analoga misura contro Twitter. Mentre la notizia sta monopolizzando l’attenzione della stampa turca, la commissaria europea Neelie Kroes ha definito su Twitter questa iniziativa come “un’altra disperata e deprimente mossa”, riaffermando la propria vicinanza ai “sostenitori di una vera libertà e democrazia in Turchia”.
Un altro euro-ministro, Stefan Fule, ha twittato “dove tutto ciò andra a finire?”, e l’eurodeputato liberale Andrew Duff ha scritto, secondo queanto riporta Hurriyet online, che “una Turchia fascista sarebbe davvero un brutto posto”. La portavoce del dipartimento di stato statunitense Marie Harf ha invece ribadito che gli Usa sono contro ogni violazione della libertà di parola e ha chiesto ad Ankara di revocare il blocco di Twitter e YouTube.
Intanto, il gruppo di pirati informatici RedHack ha attaccato nella notte il sito dell’autority turca per le telecomunicazioni (Tib). “Il divieto è destinato a essere vietato”, si legge in un tweet del gruppo che rivendica l’azione di hackeraggio. Il sito della Tib è rimasto inaccessibile per alcune ore.