LA FUSIONE

Wind-3, Azzola (Slc Cgil): “Bene consolidamento ma ora servono politiche di settore”

Il sindacalista auspica che l’annunciata fusione faccia da apripista per un ripensamento dell’intero comparto: “Ribaltare la politica della riduzione dei costi e sviluppare una competizione che metta al centro il cliente”

Pubblicato il 06 Ago 2015

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“L’atteso annuncio della fusione tra Wind e 3 Italia è una notizia positiva perché anche nel nostro Paese era necessario procedere a un consolidamento del mercato per garantire gli ingenti investimenti che le imprese di telecomunicazioni dovranno realizzare nei prossimi anni”. E’ questo il commento a caldo sull”annunciata operazione di fusione di Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil.

Il sindacalista ci tiene però a precisare che “la fusione non va considerata come un elemento a se stante, ma va vista in prospettiva nell’ambito del ripensamento dell’intero settore delle Tlc che negli ultimi anni, divorato da una competizione sui prezzi senza paragoni in altri mercati europei, ha incentrato tutte le sue politiche sulla riduzione dei costi, rallentando gli investimenti necessari e peggiorando la qualità complessiva del servizio offerto ai clienti”. Una condizione che nell’ultimo triennio ha generato – specifica il sindacato – “un decadimento della qualità del lavoro” con numerose crisi occupazionali che e “una generale perdita di diritti e salario per tutto il personale impiegato nel settore, con il ritorno, attraverso la politica degli appalti, a forme di lavoro irregolare e mal retribuito e costi sociali enormi, in termini di ammortizzatori.”

La fusione fra Wind e 3 deve dunque diventare – auspica Azzola – l’occasione per ribaltare la politica della riduzione dei costi e per sviluppare una competizione che metta al centro del processo il cliente, focalizzando politiche di servizi innovativi e di qualità con cui assicurarsi la fidelizzazione.

“Il giudizio sulla fusione non potrà, però, prescindere dall’illustrazione del piano industriale del nuovo colosso italiano delle Tlc, con particolare riferimento alle ricadute occupazionali che il progetto comporterà e agli strumenti di gestione che si intenderanno adottare.” “E’ evidente che se la fusione dovesse comportare tagli occupazionali inaccettabili, vedrà il sindacato schierarsi con i lavoratori per modificarne l’impostazione – conclude Azzola. Se, come noi speriamo, il piano sarà incentrato sugli interventi di riequilibrio necessari e sulla scelta di strumenti da adottare che evitino ricadute traumatiche sui lavoratori, troverà il sindacato pronto a fare la sua parte. Per questi motivi, già dai prossimi giorni procederemo a chiedere ai vertici delle due società un apposito incontro”

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