Le politiche di coesione dell’Unione Europea, attraverso i fondi strutturali Fesr e Fse, stanno trasformando il volto delle città italiane, sostenendo progetti di Smart City che puntano su digitalizzazione, sostenibilità ambientale e inclusione sociale. Non si tratta solo di tecnologia, ma di una visione integrata che ridisegna lo spazio urbano, migliora la qualità della vita e supporta una crescita intelligente.
Torino e Milano, in particolare, si distinguono nel panorama nazionale. Torino è stata tra le prime città italiane a definire un masterplan Smart City, avviando sperimentazioni su mobilità elettrica, sensoristica urbana e open data. Milano, con il progetto Sharing Cities finanziato da Horizon 2020 e fondi Fesr, ha puntato su efficienza energetica, smart building e piattaforme digitali per la cittadinanza attiva.
Come evidenzia il sito opencoesione.gov.it, “i progetti Smart City sono uno dei volti più concreti e visibili della politica di coesione: cambiano il modo in cui viviamo le nostre città”. Un cambiamento che coinvolge non solo i grandi centri urbani ma anche città medie e piccoli comuni, dove i fondi Ue stanno sostenendo una vera e propria transizione digitale urbana.
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Torino, Milano e oltre: la trasformazione in Smart City
Torino, grazie al progetto “Torino Living Lab”, ha avviato un modello di innovazione urbana aperta: uno spazio di co-creazione tra cittadini, imprese e istituzioni. Il progetto, finanziato con risorse europee, ha permesso la sperimentazione di soluzioni smart come illuminazione intelligente, monitoraggio ambientale e raccolta dati tramite sensori IoT. In parallelo, il Comune ha investito su infrastrutture digitali e servizi pubblici online, favorendo un ecosistema tech sostenuto anche dall’Innovation Hub Torino City Lab.
A Milano, invece, il progetto Sharing Cities ha fatto leva su un finanziamento complessivo di oltre 24 milioni di euro (di cui circa la metà da fondi Ue) per la riqualificazione di edifici pubblici con tecnologie smart, l’installazione di colonnine per veicoli elettrici, e la creazione di una piattaforma urbana per la gestione dei dati ambientali. Secondo il rapporto Horizon Europe 2023, “Milano è oggi una delle città europee con la più alta interoperabilità dei sistemi digitali urbani”.
Altre città in prima linea sono Bologna, che ha integrato la digitalizzazione urbana con strategie di inclusione sociale e partecipazione, e Napoli, dove il quartiere di San Giovanni a Teduccio, grazie alla Apple Developer Academy e ai fondi Fesr, è diventato un esempio di rigenerazione urbana ad alta innovazione.
Fondi europei e governance urbana: una sinergia strategica
La digitalizzazione urbana non è solo un tema tecnologico: implica una nuova governance pubblica, più trasparente, partecipativa e orientata ai dati. I fondi strutturali europei, con la programmazione 2021-2027, hanno rafforzato questo approccio, vincolando i finanziamenti alla progettazione integrata e all’impatto sociale.
Come riporta kohesio.ec.europa.eu, sono oltre 700 i progetti italiani catalogati come “Smart City” cofinanziati dai fondi Ue, per un valore complessivo di oltre 2 miliardi di euro. Questi progetti contribuiscono alla strategia europea del Green Deal, con interventi che migliorano l’efficienza energetica, riducono l’impatto ambientale delle città e rendono i servizi pubblici più accessibili attraverso tecnologie digitali.
Uno degli elementi chiave è la connessione tra open data e pianificazione urbana, tema che sarà approfondito nel prossimo articolo. L’utilizzo di dati aperti consente ai Comuni di progettare servizi più efficienti e di coinvolgere i cittadini nel monitoraggio delle politiche pubbliche.
Sfide e opportunità per il futuro delle Smart City
Nonostante i progressi, la trasformazione delle città italiane in veri ecosistemi “smart” è ancora in corso. Le sfide principali riguardano la frammentazione degli interventi, la carenza di competenze digitali nella Pa locale, e la necessità di standard comuni per l’interoperabilità dei sistemi.
Ma gli investimenti europei continuano a generare opportunità. La nuova piattaforma nazionale per le Smart Cities, prevista nella strategia italiana di digitalizzazione urbana, mira a coordinare progetti, monitorare risultati e facilitare la replicabilità delle buone pratiche.
Come sottolinea la Commissione Europea in un recente rapporto di monitoraggio, “le città sono il terreno di prova della transizione verde e digitale. Il ruolo dei fondi di coesione è cruciale per garantire che nessun territorio resti indietro”.