EUROPA

Web tax verso la quadra: tassazione sugli utili (e non sui ricavi) di Amazon & Co.

La proposta della Commissione Ue contenuta nella bozza del piano che sarà presentato il 21 marzo. Primo ok dalle big tech, ma serve ancora un lungo lavoro di confronto. Le ipotesi in campo per tutelare gli interessi dei player (anche alla luce della riforma fiscale Usa) e l’Europea di fronte alle sfide dell’economia digitale

Pubblicato il 08 Mar 2018

Moscovici

Tasse sugli utili, non sui ricavi. E’ la proposta di web tax a cui sta lavorando la Commissione Ue e che dovrà essere presentata ufficialmente il 21 marzo: una soluzione di compromesso con le richieste di alcune fra le big tech – fra le altre Amazon, Google, Facebook.

Ieri a Bruxelles Pierre Moscovici membro della Commissione Ue, responsabile per gli affari economici e finanziari, fiscalità e dogane (nella foto), ha incontrato in una tavola rotonda i leader delle aziendali digitali per discutere le sfide legate alla tassazione dell’economia digitale. Si punta a scongiurare l’elusione ottenuta delle big tech attraverso l’instradamento dei profitti realizzati in Europa verso Paesi a bassa tassazione come il Lussemburgo e l’Irlanda.

Una bozza preliminare della proposta – riporta Reuters – è centrata sulla tassazione dei profitti digitali aziendali nei paesi in cui sono realizzati. Si tratta però di un complesso riassetto la cui elaborazione richiederà tempi lunghi: per questo la Commissione propone, sempre all’interno della proposta, una soluzione-tampone temporanea: tassare le entrate aziendali, indipendentemente dal fatto che una società realizzi o no profitti.

Secondo la bozza la tassa temporanea potrebbe essere compresa tra l’1 e il 5% delle entrate digitali lorde: verrebbe applicata a società con entrate superiori a 750 milioni di euro a livello globale. E a quelle con entrate digitali realizzate in Europa di almeno 10 milioni di euro all’anno.

“C’è stato uno scambio di opinioni positivo e costruttivo che ha fornito indicazioni utili per la via da seguire”, ha detto una portavoce della Commissione. Sebbene finora non sia stata esclusa alcuna opzione, la Commissione si riserva di apportare cambiamenti anche radicali alle bozze iniziali.

Le più contrarie alla tassazione dei ricavi sono le aziende che lavorano su margini di utile ridotti. Un gigante dell’e-commerce come Amazon potrebbe essere una delle aziende più colpite.

Alcune società americane potrebbero, tuttavia, dedurre le imposte Ue da quelle statunitensi tenendo presente che la riforma fiscale Usa imporrà il pagamento di almeno il 10,5% sul reddito realizzato all’estero.

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