"Giù le mani dalla rete": il gruppo parlamentare del Pd
al Senato ha lanciato un appello “che farà il giro sul web”
per raccogliere le adesioni "di cittadine e cittadini"
affinché sia tolto dal decreto Romani (che recepisce la direttiva
Ue su nuovi media e nuovi servizi audiovisivi) almeno quella parte
“di sapore censorio” che riguarda la Rete. Lo ha annunciato nel
corso di una conferenza stampa la capogruppo del Pd, Anna
Finocchiaro, presentando un ddl sulla "neutralità delle reti
di comunicazione, la diffusione delle nuove tecnologie telematiche
e lo sviluppo del software aperto". I primi firmatari sono i
senatori Vincenzo Vita e Luigi Vimercati.
"Il decreto legislativo del governo, che contiene nuove regole
sulla televisione e sui media- si legge nell’appello cui ha
immediatamente aderito il giurista Stefano Rodotà – si è
abbattuto con violenza sulla scena della comunicazione italiana
già segnata dalla concentrazione e dai conflitti di interessi. È
di una gravità inaudita. Mette in discussione la libertà di
informare e di essere informati. Blocca qualsiasi possibilità di
sviluppo moderno del Paese".
Da una parte, prosegue l'appello, il decreto "contiene la
secca riduzione dell'obbligo per le emittenti nazionali di
produrre film ed audiovisivi italiani ed europei; dall'altra,
estende a dismisura gli spazi per la pubblicità, fino a
determinare i contenuti stessi dei programmi e delle opere
audiovisive. Infine, viene subdolamente aggredita la libertà di
operare in rete".
In pratica, "viene evocato un incisivo intervento
dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, per
estendere la normativa sul copyright anche ai fruitori dei servizi
indipendentemente dalla piattaforma di trasmissione (abolendo così
la neutralità della rete tutelata a livello internazionale).
Quindi, viene esteso l'obbligo di rettifica anche ai
telegiornali trasmessi sul web e fruiti a richiesta. Infine, il
decreto concede al ministero competente il potere di autorizzare la
fornitura di immagini attraverso Internet".
Per il Pd è necessario "battere questa tendenza. È
autoritaria e, per di più, impraticabile. Serve, invece, una vera
e propria Carta dei diritti e dei doveri per la Cittadinanza
digitale. La rete è un bene comune e un fondamentale diritto
costituzionale". Per questo "chiediamo al governo di
cancellare dal testo del decreto le norme censorie sul web. Per
questa ragioni, chiediamo a tutte le cittadine e i cittadini di
sottoscrivere questo documento".
"Mentre è in corso una battaglia planetaria per la libertà
sul web, l'Italia fa mosse verso la censura in rete",
sottolinea Rodotà riferendosi allo scontro tra Usa e Cina sulla
vicenda Google. Anche Vita parla di "occhiuta idea repressiva
che si introduce nella rete che è libera non per volontà divina,
ma ontologicamente".