Il mercato dello streaming video, il cosiddetto Video on Demand (VOD), secondo ITMedia Consulting, che pubblicherà domani il XXI rapporto VOD in Europe 2025-2028, riprenderà a crescere sensibilmente da qui al 2028 e in maniera consistente, del 9% su base annua, dopo un paio d’anni d’incertezza e di relativa contrazione .
Lo SVOD, cioè la componente in abbonamento, crescerà in maniera anch’essa significativa, dell’8%, rappresentando circa 2/3 dei ricavi complessivi, mentre la pubblicità (l’AVOD), che parte da una base molto più bassa, manterrà livelli ampiamente in doppia cifra (16% anno), per rappresentare, alla fine del periodo, il 30% del totale. La restante parte, sempre più marginale, sarà rappresentata dal TVOD, cioè i servizi “a la carte” per visioni singole, che rappresenterà appena il 6% alla fine del periodo considerato.
Tutto ciò, secondo ITMedia Consulting, è frutto di una serie di fattori, che sono destinati a modificare profondamente il panorama dello streaming e dei contenuti video del futuro.
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Pubblicità e Sport
In questo contesto, i grandi operatori streamer globali, che hanno perso la spinta propulsiva degli inizi avendo costruito le loro fortune con offerte in abbonamento incentrate su serie e film (Netflix, Prime Video, Disney+), negli ultimi tempi hanno cercato di ripensare le loro offerte e il loro modello di business per riprendere a crescere.
Da un lato abbiamo assistito dunque all’introduzione regolare di nuovi modelli tariffari ibridi supportati dalla pubblicità e dall’aumento dei prezzi della componente premium. L’accettazione da parte dei consumatori degli annunci pubblicitari in cambio di tariffe più basse è in crescita, tuttavia la qualità dell’esperienza pubblicitaria rimane un fattore determinante per decretarne il successo.
Dall’altro, questi stessi operatori hanno accentuato le loro incursioni nella televisione dal vivo, sedendosi ai tavoli delle trattative e strappando i diritti sportivi ai broadcaster, detentori di vecchia data. Queste aziende sono disposte a offrire somme sproporzionate per questi diritti, a volte pagando tariffe che superano nettamente le entrate previste.
Ma c’è una buona ragione per questo: lo sport può offrire benefici che vanno ben oltre il bilancio di un accordo sui diritti e investire il proprio denaro per un utile immediato. Il mercato globale dei video sportivi online ha un valore di 28 miliardi di dollari nel 2024, con una proiezione a 134 miliardi di dollari nel 2034, con una crescita annuale dei ricavi (CAGR) del 23%!
Lo streaming per lo sport non ha rappresentato solo una nuova modalità di distribuzione, ma ha introdotto un cambiamento strutturale nelle aspettative del pubblico. Gli utenti richiedono oggi funzionalità avanzate: molteplici angolazioni di ripresa, replay on-demand, e una copertura altamente personalizzata. Ai Giochi Olimpici di Parigi, ogni sport, ogni gara, ogni singolo momento è stato trasmesso in streaming in tempo reale.
In questo modo pubblicità e sport diventano gli elementi chiave del futuro dello streaming nei prossimi anni, in un mercato nel quale si intensifica la competizione in un ecosistema digitale sempre più ampio, non solo tra i servizi on demand e le televisioni tradizionali, ma anche con i social media.
Conclusioni
In sintesi, il report di quest’anno evidenzia una trasformazione significativa nel panorama audiovisivo globale a favore dello streaming. Modelli supportati da pubblicità, l’integrazione dei contenuti sportivi in diretta e un impegno costante nella produzione di contenuti premium stanno riscrivendo le regole del comportamento dei consumatori.
Giganti come Prime Video, Netflix e Apple TV+ non stanno solo partecipando alla competizione: la stanno ridefinendo, conquistando nuovi segmenti di pubblico e generando livelli di engagement senza precedenti in un mercato altamente competitivo. Il futuro dello streaming non è una semplice proiezione – è una rivoluzione già in atto, che bilancia contenuti di alta qualità con un’esperienza di visione estremamente flessibile.
In definitiva, molti indizi suggeriscono che siamo all’inizio, e non alla fine, dell’era dello streaming: un passaggio intermedio verso una terza ondata di frammentazione in cui lo streaming video sta cambiando pelle, cercando nuovi modi per catturare l’attenzione di un pubblico che cerca continuamente nuove modalità di fruizione in un mondo molto sempre più complesso, fatto di ecosistemi interconnessi e interdipendenti.