WEB-EDITORIA

Facebook: “Così pagheremo gli editori per avere le news online”

La piattaforma offrirà un servizio di abbonamento alle testate disposte a pubblicare con la formula Instant Articles: “Tutto il ricavo alle testate, noi non tratterremo percentuali”. Obiettivo un’iniezione di contenuti cruciali al business model del social. E la riconquista di credibilità dopo le tensioni da fake news e post violenti

Pubblicato il 24 Ago 2017

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Facebook porge la mano agli editori nel tentativo di conquistarne il favore. E di mantenere i contenuti sui propri server anziché rischiare di perderli su siti di terze parti. Già da quest’anno la piattaforma introdurrà nei post un servizio di abbonamento alle varie testate che pubblicano notizie su Facebook usando la formula Instant articles (il formato che permette la visione immediata della notizia sul cellulare). La piattaforma si impegna a non trattenere percentuali: il ricavato, spiega il fondatore Mark Zuckerberg in un post (qui il testo completo) verrà gestito interamente dagli editori. Per il momento.

Si tratta di un test che coinvolgerà un piccolo gruppo di editori statunitensi e europei (non ancora rivelati i nomi). Dopo di che, “ascolteremo i commenti degli editori”.

Il “paywall” rientra in una strategia di alleanze con il mondo dell’informazione professionale, industria i cui contenuti sono cruciali per il modello di business di Facebook. Non solo: la costruzione di partnership con gli editori sta diventando sempre più strategica per la piattaforma messa sotto pressione dalle accuse di diffusione di fake news e di perdita di controllo dell’algoritmo su contenuti violenti.

Nel suo post Zuckerberg parla della “responsabilità di creare una comunità informata” e del fatto che il social network “non può farlo senza giornalisti”. Nel post annuncia anche l’obiettivo di arrivare a mettere “il logo dell’editore di fianco ad ogni articolo su Facebook”, una novità di questa settimana decisa dopo “dialoghi con alcuni editori di tutto il mondo”.

Ecco come funziona la nuova proposta: gli editori che utilizzano la formula “instant articles” di Facebook – un formato di lettura che permette la visione immediata della notizia sul cellulare – per pubblicare i propri articoli, potranno contare su un paywall oppure bloccare gli articoli. In entrambi i casi, agli utenti di Facebook verrà proposto l’abbonamento. Tutti i pagamenti verranno gestiti direttamente dai siti web degli editori. “Anche se le persone si abbonano dopo aver visto la notizia su Facebook, i soldi andranno direttamente agli editori che tanto duramente lavorano per scoprire la verità”.

Sulla rampa di lancio un’altra iniziativa a favore degli editori che da ora potranno aggiungere il proprio logo accanto agli articoli pubblicati, “così che tutti – scrive Zuckerberg – possano capire di più ciò che stanno leggendo”.

La mossa arriva a seguito del flop del primo round di esperimenti di Instant Articles. Alcuni editori fra cui il Guardian e il New York Times hanno abbandonato il programma spiegando che non avevano verificato nessun aumento di abbonati né di pubblicità.

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