STRATEGIE

Agid accelera sul piano triennale: “Ora tocca alle PA locali”

Il dg Antonio Samaritani dà conto della roadmap: “Terminato il confronto con le amministrazioni centrali, iniziamo con Comuni e Regioni”. Obiettivo: far aderire i sistemi alle grandi piattaforme nazionali come Spid e Anpr. Si punta a 800 milioni di risparmi

Pubblicato il 13 Lug 2016

Federica Meta

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800 milioni di euro di risparmi. E’ questo l’obiettivo che l’Agenzia per l’Italia digitale mira a raggiungere in tre anni una volta varato il Piano Triennale che entrerà in vigore nel 2017. Il dato è emerso oggi in occasione della presentazione dei dati Assinform sull’Ict nella PA.

Nel suo intervento, Antonio Samaritani dg di Agid, ha fatto notare che su un totale di spesa corrente di 1,7 miliardi sono possibili saving del 50%, arrivando quindi a 800 milioni. La legge di stabilità prevede un dimezzamento della spesa Ict pubblica con un obbligo di reindirizzamento nelle grandi piattaforme abilitanti – Spid e Anpr, tanto per fare un esempio.

Il Piano di Agid “sarà lo strumento per attuare quanto previsto dalla legge”, ha detto il dg. “Per quanto riguarda il Piano Triennale – ha annunciato Samaritani – abbiamo finito il confronto con le pubbliche amministrazioni centrali e ora siamo a lavoro con quelle locali. Su quel fronte l’obiettivo è l’aderenza alle grandi piattaforme centrali”.

Samaritani ha chiarito che il Piano dovrà essere sottoposto a Diego Piacentini, commissario al digitale, che entrerà in carica il 17 agosto prossimo.

“Stiamo strutturando il Piano su tre livelli – ha spiegato Samaritani – Infrastrutture, infrastrutture immateriali ed ecosistemi. Per ognuno di questi livelli definiremo obiettivi di performance, di qualità e sicurezza che la PA dovrà rispettare. Vogliamo definire obiettivi e principi entro quest’anno”.

In attesa dell’entrata in vigore del Piano l’Agid ha strutturato una sorta di regime transitorio per monitorare la spesa della amministrazioni. Il 24 giugno è stata varata la circolare dell’Agenzia per l’Italia digitale che stabilisce le modalità di acquisizione di beni e servizi Ict nelle more della definizione del ‘piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione.

Cinque i punti fissati a cui dovranno attenersi le pubbliche amministrazioni:

Le pubbliche amministrazioni devono redigere e trasmettere ad Agid il piano di integrazione alle infrastrutture immateriali (piattaforme applicative nazionali o di aggregazione locale realizzate o in corso di realizzazione, come Spid, PagoPA, Anpr, ComproPA e NoiPA). “In particolare – si legge nella circolare – sarà necessario che il piano traguardi il pieno utilizzo di tutte le infrastrutture disponibili e non ancora utilizzate entro dicembre 2017 in modo da consentire nell’anno 2018 di raggiungere gli obiettivi di risparmio”.

– Le pubbliche amministrazioni non possono effettuare acquisti di beni e servizi informatici, anche se per innovazione, qualora siano in contrasto con i principi generali del piano triennale. “Non potranno essere sostenute spese relative alla costituzione di nuovi data center – spiega la cricolare – né tantomeno quelle per l’adeguamento di applicazioni rientranti tra quelle disponibili nelle infrastrutture immateriali, quali, ad esempio, il potenziamento di soluzioni di pagamento locale o di infrastrutture per l’autenticazione ai servizi online”.

– Per procedere ad acquisizioni di beni e servizi informatici e di connettività, le amministrazioni pubbliche “devono preliminarmente verificare se sussistono per l’acquisto in questione obblighi di acquisizione centralizzata e, cioè, strumenti di acquisto e strumenti di negoziazione centralizzata”. In particolare, puntualizza Agid, andrà verificata la sussistenza dell’obbligo di ricorso alle convenzioni Consip, l’obbligo di ricorso al Mercato elettronico della pubblica amministrazione, l’obbligo di ricorso ad accordi quadro e gare su delega individuati con decreto ministeriale, l’obbligo di ricorso a strumenti di acquisto e negoziazione telematici messi a disposizione da Consip o dalle centrali di committenza regionali di riferimento.

– Qualora le amministrazioni non siano tenute a ricorrere a specifici strumenti di acquisto e negoziazione, dovranno ricorrere agli strumenti di acquisto e di negoziazione disponibili presso Consip e i soggetti aggregatori, tra i quali le convenzioni-quadro, i contratti-quadro e gli accordi-quadro, il mercato elettronico della pubblica amministrazione, il sistema dinamico della pubblica amministrazione e le gare su delega che aggregano la domanda di più amministrazioni.

– Le società inserite nel conto consolidato Istat – conclude la sezione delle prescrizioni della circolare Agid – possono effettuare acquisti di beni e servizi informatici in via autonoma solo dopo aver verificato che non siano disponibili strumenti di aggregazione, attraverso la consultazione delle apposite pagine web (www.consip.it, www.acquistinretepa.it, nonché la sezione “soggetti aggregatori”). “Ogni qual volta le amministrazioni e le società non possano ricorrere ai detti strumenti a causa dell’indisponibilità del bene/servizio o della sua inidoneità al soddisfacimento del fabbisogno, ovvero nei casi di necessità ed urgenza comunque funzionali per assicurare la continuità della gestione amministrativa – conclude Agid – esse potranno procedere ad acquisti autonomi soltanto previa autorizzazione motivata dell’organo di vertice amministrativo”.

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