AGENDA DIGITALE

Anna Pia Sassano: “Anagrafe unica pronta a partire”

Parla il capo settore Processi e Sistemi Ict dell’Agenzia Entrate e membro della task force di Caio: “La progettazione dell’Anpr è conclusa: resta da tradurre la soluzione in decreti attuativi, previsti per maggio”

Pubblicato il 20 Gen 2014

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L’Anagrafe nazionale per la popolazione residente (Anpr) ha quasi un modello progettuale ultimato: mancano gli ultimi tasselli e poi partiranno quattro decreti attuativi. Già è attivo da tempo, invece, il sistema per la fatturazione elettronica digitale, “ora lavoriamo sull’adozione presso Pubblica amministrazione e aziende. Un secondo decreto attuativo – dopo il primo che è arrivato a maggio del 2013 – stabilirà la data di partenza della fattura elettronica nelle Pubbliche amministrazioni locali: prevediamo sia giugno 2015”. Anna Pia Sassano, capo Settore Processi e Sistemi Ict presso l’Agenzia delle Entrate, è incaricata dei piani di lavoro sull’Anagrafe e sulla fatturazione, presso l’Unità di missione di Francesco Caio alla Presidenza del consiglio.
Cominciamo dall’Anpr. Come si svolgono i lavori?
Il grosso del lavoro è stata la progettazione della soluzione. Bisognava conciliare la nuova infrastruttura con tutte le esigenze di aggiornamento e utilizzo dei dati dei Comuni. Era anche l’occasione per identificare il modello di riferimento da adottare per analoghe esigenze.
E quale modello avete identificato?
I dati certificati sono al centro direttamente aggiornati dalle istituzioni competenti (in questo caso i Comuni). Le informazioni vengono poi messe a disposizione delle Pubbliche amministrazioni che ne hanno bisogno tramite appositi servizi. Per dettagliare questa soluzione si sono dovuti affrontare due problemi.
Quali?
In Italia abbiamo 8.100 comuni e altrettanti sistemi anagrafici separati. Quindi il primo problema: come farli parlare con l’infrastruttura centrale garantendo ai comuni la continuità operativa dei sistemi comunali? Il secondo: le Pubbliche amministrazioni come accedono a questi dati prima tra tutti l’Istat?
Come avete risolto?
Tutta la soluzione è stata sistematicamente verificata con le strutture di coordinamento informatico delle Regioni e dei Comuni e l’Istat per identificare quali dati portare a livello centrale e decidere come garantire ai Comuni la disponibilità in locale dei dati di cui avevano bisogno per la loro operatività.
Bene, ma ora qual è il prossimo passo?
La progettazione dell’Anagrafe nazionale per la popolazione residente è praticamente finita a parte qualche punto ancora in esame. Per esempio capire quanto tempo serve per l’adeguamento dei pacchetti software comunali. Resta da tradurre la soluzione in decreti attuativi dell’Interno. Quello principale è quasi pronto e contiene gli elementi del percorso di completamento dell’Anpr e ne descrive dati, caratteristiche e servizi per Comuni e amministrazioni. Si devono completare, invece, due piccoli decreti collegati: uno sulle modalità di dichiarazione del domicilio digitale e l’altro su come far pervenire rapidamente ai Comuni i certificati di nascita e di morte che vengono prodotti dalla Sanità.
Quali tempistiche?
La legge primaria diceva che a gennaio 2015 doveva essere pronto tutto. Nella peggiore delle ipotesi i decreti attuativi arriveranno entro maggio 2014. Da qui serviranno almeno 12-16 mesi per arrivare al completamento. Per seguire tutte le attività del progetto, compreso il percorso di emanazione dei decreti. Si conta di poter completare la gran parte dei Comuni entro metà 2015 con qualche esigenza di completamento più critico nella seconda metà del 2015. Teniamo anche conto che l’Anpr è solo il primo progetto da avviare. Stiamo lavorando per generalizzare il modello in modo che possano avvalersene altri progetti simili, come ad esempio l’anagrafe degli assistiti.
E quanto alla fatturazione elettronica, a che punto siete?
Qui la situazione è molto diversa. Stavolta il progetto coinvolge principalmente il ministero dell’economia, la progettazione della soluzione è stata completata già da quattro anni anche se il decreto attuativo è arrivato solo a giugno di quest’anno. Le Entrate e l’ex-DigitPA sono andate avanti e l’infrastruttura principale è già in esercizio. Si chiama Sdi, sistema di interscambio della fatturazione elettronica per la pubblica amministrazione.
Quindi il vostro lavoro ora in che cosa consiste?
Aiutare le Pubblica amministrazione e le aziende a adottare la fattura elettronica. Stiamo lavorando con tutte le associazioni di categoria. Stiamo decidendo come rafforzare i supporti di formazione, assistenza e supporto alle piccole-medie imprese.
Per le PA che fate?
L’Agenzia per l’Italia digitale si è già messa in contatto con tutte le amministrazioni che migreranno alla fatturazione elettronica già a giugno 2014: i ministeri, le agenzie fiscali e gli enti previdenziali nazionali. Viene chiesto alle amministrazioni di rendere visibile il percorso attuativo attraverso le date di completamento di alcune fasi preliminari. Le pubbliche amministrazioni devono caricare nell’Ipa tutti gli uffici a cui sarà destinata la fattura elettronica con indicato l’indirizzo tecnico di destinazione delle fatture, devono poi comunicare ai propri fornitori i codici ufficio presenti in Ipa da utilizzare per i diversi tipi di fatture. Terza fase, anche se parallela, devono adeguare i sistemi a ricevere le fatture elettroniche (è sufficiente al minimo un indirizzo Pec, già obbligatorio per legge, e un servizio di conservazione delle fatture elettroniche). A questo punto passano a regime e da quel momento in poi, fatti salvi tre mesi per pagare le fatture analogiche ancora in circolazione, possono pagare solo se ricevono fatture elettroniche.
Manca però ancora un decreto per la partenza di Regioni e Comuni
Sì, dal punto di vista tecnico abbiamo definito la soluzione di massima tramite Cisis ed Anci che stanno ora valutando la possibile data di passaggio a regime che fino ad oggi sembra non superi giugno 2015. La data entrerà in un decreto attuativo concordato con Comuni e Regioni, di cui stiamo verificando i tempi di emanazione, ma che non è chiaramente critico sul percorso di avvio della prima fase. Non serve invece un decreto per consentire, alle Regioni che si offrano di farlo, di fare da “intermediari” per le piccole amministrazioni presenti nel loro territorio ospitandole nei propri centri di conservazione dei documenti elettronici (fatture, ma non solo). Le Regioni hanno già dato la propria disponibilità a farlo.

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