PUNTI DI VISTA

App per i trasporti, Roma batte Milano

Il Campidoglio apre i dati agli sviluppatori per creare app “a prova di futuro”. Nella città meneghina l’Expo non spinge l’innovazione: per le informazioni su traffico e bus si ricorre ancora ai volantini

Pubblicato il 21 Apr 2015

Piero Laporta

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Giovedì 16 aprile, il treno mi lascia a Milano Porta Garibaldi. Mancano due settimane a Expo 2015: vorrei vedere a che punto è. Non trovo però una sola indicazione interattiva per arrivarci. Ho un dubbio. Scendo nel cuore di Milano, a piazza Duomo. Qui troverò quanto cerco, ne sono sicuro. Non è così. Chiedo a un vigile quale sia l’app per Expo; mi guarda come accadde a Totò e Peppino, ma egli non sa che le parti sono invertite. Nel metro trovo un volantino – carta carta carta – che in penultima pagina suggerisce l’app di Atm per costruirmi l’itinerario sino a Expo. Open data nel trasporto pubblico locale (Tpl) meneghino? Zero.

A Roma ho programmato il mio itinerario sino a Roma Tiburtina con una delle tante app che consentono l’interattività col Tpl. Roma applica l’Open data nel Tpl oramai da mesi e, al contrario di Milano, offre open data agli sviluppatori. È una bella sorpresa, guardando dal Colosseo; pessima all’ombra del cantiere Expo.

Queste colonne punzecchiarono Gianni Alemanno per le sue promesse mancate: “semafori intelligenti” e “traffico snellito”. L’agenzia della mobilità capitolina a quel tempo – come quella meneghina oggi – non concesse alcuna informazione agli sviluppatori di app per scegliere percorsi, mezzi e orari. Il management della mobilità romana presidiava i dati come un feudo, nel quale tuttavia prevaleva la terra incolta piuttosto che quella coltivata.

Arrivato Ignazio Marino, Roma in pochi mesi ha fatto progressi davvero notevoli. L’altra capitale, Milano, invece è al palo.

Il 1° maggio, aprendosi le porte di Expo, l’Italia è nell’occhio del mondo. Non di meno, Milano ed Expo condividono dati insignificanti sul sito istituzionale del comune e su quello della mostra, il quale ultimo precipita nell’involontario grottesco alla pagina “come-raggiungere-il-sito-espositivo”, parandosi sullo schermo un pomposo manifesto come usava negli anni ottanta (mezzo secolo fa) sulle pareti della metro di Londra, con le celeberrime mappe dalle linee colorate, imitate in tutto il mondo; imitate anche da Expo 2015 ma non interattive; da non crederci. Porti il cursore su “Expo” e t’aspetti l’esplosione d’una serie di query a informare come andare qui e là. C’è un’unica banda interattiva, “acquista il tuo biglietto”, ruffianeggia “se lo acquisti ora risparmi sino al 20% del biglietto”; la lascio al suo destino petulante.

Atm non condivide alcun dato sulla mobilità. Occorre chiedersi se i manager di Expo e Atm comprendano quanto siano inadeguate le loro pagine web; se comprendano come si sentono gli operatori professionali che googlano Expo a Tokio e Toronto, senza escludere disagi a Mombasa.

Sembra incredibile, ma a Roma invece la situazione è migliorata – a Roma – al di là d’ogni previsione e migliorerà ancora. Per comprendere come e quanto, facciamo un passo indietro. A metà dicembre un Hackaton, sponsorizzato da Agenzia della mobilità, Ferrovie Italiane e Luiss, incoraggiò gli sviluppatori a produrre app sulla mobilità romana.

“L’Agenzia per la Mobilità di Roma – promise in quell’occasione il neo-presidente Carlo Maria Medaglia – organizzerà periodicamente degli Hackathon, tecnicamente maratone per sviluppatori, alla ricerca dell’ultima innovazione in tema di servizi tecnologici alla mobilità”.

Medaglia, chiamato a governare l’agenzia può vantarsi d’aver mutato il panorama open data del Tpl romano.

Il team tecnico, diretto da Luca Allulli e Marco Cagnoli, porge open data a terze parti – dal gigante Google fino agli sviluppatori legati al territorio – aprendo a servizi aggiuntivi sulla base di tempi, percorsi e posizione dei vettori. Questo significa “traffico intelligente”.

C’era ancora un neo. Durante l’ Hackaton di dicembre Fabrizio Bartolomucci, curatore dell’app In Arrivo, era alquanto seccato poiché poteva accedere ai dati della metro di Londra ma non di quella di Roma. Ne chiese conto direttamente a Medaglia. Dapprima sorpreso, il neo presidente si chetò quando gli sussurrarono che i dati della metro romana erano presidiati da Atac. Egli tuttavia non è stato con le mani in mano; a marzo, nel corso del follow-up dell’Hackaton, Marco Cagnoli ha annunciato la disponibilità dei dati della metro capitolina per la prossima estate. Cagnoli ha aggiunto – e speriamo che sia udito forte e chiaro a Milano – che l’agenzia della mobilità romana è concentrata sul sostegno agli sviluppatori, piuttosto che presidiare il monopolio delle informazioni di un’app. Così Roma è tra le capitali mondiali, mentre a dispetto di Expo, la meneghina Atm presidia i suoi dati, nella trincea di quanti rimpiangono dazi doganali e frontiere blindate.

www.pierolaporta.it

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