PUNTO DI VISTA

Cambio di residenza online: è davvero così semplice?

Troppi gli strumenti – Pec, Cie, Firma elettronica – richiesti al cittadino che vuole accedere al servizio normato dal decreto Semplificazioni. Da sciogliere il nodo dell’interoperabilità e dell’identità digitale

Pubblicato il 14 Mag 2012

Livio Zoffoli, ex presidente Cnipa

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Nel decreto "Semplifica Italia", così come spiegato ai cittadini su una brochure del Dipartimento della Funzione Pubblica, si legge testualmente "Cambio di residenza in tempo reale": "Le disposizioni hanno il duplice obiettivo di consentire l’effettuazione del cambio di residenza con modalità telematica e di produrre immediatamente, al momento della dichiarazione, gli effetti giuridici del cambio di residenza in modo da evitare i gravi disagi e gli inconvenienti determinati dalla lunghezza degli attuali tempi di attesa. (Art. 5)"

Ci sarebbe da dire: Evviva, finalmente! Ma le cose non stanno propriamente così. Se andiamo a leggere la circolare emanata dal dipartimento Affari Interni e Territoriali n.9 del 27 aprile 2012 del Ministero dell’Interno scopriamo che:

"Dal 9 maggio i cittadini potranno presentare le dichiarazioni anagrafiche – di residenza e di trasferimento all’estero – senza necessariamente recarsi allo sportello del comune, ma spedendole per posta oppure inviandole via fax o e-mail. In quest’ultimo caso, bisogna sottoscrivere la dichiarazione con la firma digitale, essere identificati dal sistema informatico, ad esempio tramite la carta d’identità elettronica o la carta nazionale dei servizi, inviare la dichiarazione dalla casella di posta elettronica certificata del dichiarante e trasmettere per posta elettronica ‘semplice’ copia della dichiarazione con firma autografa e del documento d’identità del dichiarante. "

In sostanza per fare il cambio di residenza online bisogna avere: casella di posta certificata (Pec), firma digitale, carta identità elettronica (Cie) e/o carta nazionale dei servizi (Cns), casella email normale, scanner per fare copia della dichiarazione autografa e del documento di identità del dichiarante… Un vero esempio di interoperabilità e cooperazione tra strumenti innovativi e tradizionali!

C’è da restare basiti! Se questa è semplificazione si fa molto prima a recarsi presso gli uffici preposti. Il governo e i suoi ministri che si sono occupati della materia, dovrebbero sapere che sono molto poche le Cie, Csn, Pec etc. in possesso dei comuni mortali.

Non è pensabile che i cittadini, un milione quattrocentomila (fonte Istat), che annualmente richiedono il cambio di residenza, prima di farlo, si sobbarchino la trafila della richiesta di questi strumenti (senza per altro, probabilmente, trovare adeguata risposta …)

Il decreto semplificazioni avrebbe dovuto prendere il toro per le corna individuando lo strumento atto a garantire l’identità dei cittadini sia nel mondo reale che nel mondo digitale operando finalmente una decisa semplificazione e unificazione tra Cie, Cns e tessera sanitaria.

Solo a valle di ciò si può pensare di consentire il trasferimento di residenza online previa standardizzazione delle procedure elettroniche comunali che presiedono a queste operazioni. Verrebbe da dire: Semplifichiamo, ma con Buon Senso!

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