L’e-commerce nel mirino dei controlli Ue. Il commissario europeo alla Salute e alla Tutela dei consumatori Tonio Borg ha denunciato che il 75% dei siti di commercio elettronico non sono in regola con le normative comunitarie che disciplinano il settore. Le autorità nazionali hanno già iniziato a contattare le imprese e a chieder loro di fornire chiarimenti o di rettificare i loro siti web. Se così non facessero, si inizierebbe un’azione legale seguita da sanzioni pecuniarie o addirittura dalla chiusura obbligata dei siti web. Le autorità di forza pubblica nazionali riferiranno alla Commissione entro l’autunno 2013. La Commissione presenterà una relazione sui risultati.
Ben 254 siti sui 333 presi in esame presenterebbero degli aspetti problematici. La maggior parte dei portali analizzati vende libri, video, musica e giochi e consente il download di contenuti multimediali su pc, smartphone e tablet ma non rispetta le norme di tutela dei consumatori. L’attenzione dell’indagine europea si è soffermata sulle condizioni di vendita e sul livello di trasparenza dei costi.
Il 42% dei siti finiti sotto la lente della Commissione Ue, inoltre, non fornisce sufficienti dettagli sul diritto di recesso per il consumatore, soprattutto dopo che il download è stato effettuato. Il 69% delle piattaforme di e-commerce non espone chiaramente i doveri del venditore in materia di riparazioni e sostituzioni in garanzia. I servizi post-vendita non sempre rispondono ai reclami.
Molti consumatori sono attirati dall’apparente gratuità di e-book, videogames e brani musicali in mp3, ma sono poi costretti a mettere mano alla carta di credito. La nota diramata da Borg ha specificato appunto che l’Ue ha esaminato la conformità di questi siti “con la normativa europea, in particolare sulle regole che disciplinano la pubblicità, oltre alle informazioni fondamentali sui costi e il contenuto digitale per permettere ai consumatori di decidere informati”.
I siti italiani coinvolti nell’indagine sono in tutto dieci, sette dei quali dovranno eliminare le criticità rilevate dall’Unione Europea. Spetterà all’Authority, così come negli altri Paesi, vigilare sulla corretta applicazione delle norme comunitarie, comminando sanzioni economiche o disponendo la chiusura obbligata dei portali entro il prossimo autunno.
Nel dettaglio, la Commissione sottolinea che gli utilizzatori devono aprirsi la via a colpi di clic attraverso un labirinto di condizioni contrattuali per trovare alla fine che somma dovranno pagare e i bambini sono spesso allettati a acquistare articoli legati a giochi suppostamente gratuiti. Se si manifesta un problema, contattare il servizio post-vendita è spesso difficoltoso, poiché le prescritte informazioni contrattuali mancano su più di un terzo dei siti web. Le autorità nazionali di forza pubblica contatteranno ora le imprese interessate per consentire loro di chiarire la loro posizione o imporre di rettificare i loro siti web.
Tonio Borg, commissario responsabile per la Salute e la Politica dei consumatori, ha affermato: “I bambini usano con sempre maggior facilità le nuove tecnologie e sanno sin dalla tenera infanzia come scaricare i giochi. Una volta però che hanno preso l’abitudine a giocare con un certo prodotto è difficile fermarli. Genitori, state attenti, la metà di questi giochi scaricabili sono pubblicizzati come se fossero gratuiti, ma vi potreste trovare rapidamente davanti a conti stratosferici relativi agli articoli virtuali necessari per continuare a giocare. In generale, l’indagine a tappeto dell’UE pubblicata oggi indica che la maggioranza dei siti web controllati non fornisce un accesso agevole ai termini contrattuali fondamentali. Nei prossimi mesi le autorità nazionali interverranno per rimettere questi siti web sul giusto cammino.”