IL PROGETTO

Sanità digitale, in Toscana il primo ospedale virtuale d’Italia. Telemedicina h24



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Il modello è il Mercy Virtual Hospital, operativo dall’autunno del 2015 negli Stati Uniti, ma sarà adattato alle specifiche esigenze territoriali. Si parte da Viareggio. Dove sarà creata una struttura da circa mille mq: per la Regione atteso un risparmio di 211 milioni. Poi sarà la volta di Como e Cosenza. Il sottosegretario Butti: “L’ospedale virtuale sarà inserito fra le best practice digitali e tecnologiche nazionali”

Pubblicato il 23 set 2024



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La “rivoluzione” già sperimentata all’estero con gli ospedali virtuali si prepara a compiersi anche in Italia, con un primo progetto che partirà da Viareggio, nell’ambito di un piano che, in base alle stime, potrà portare un risparmio per la Regione Toscana di 211 milioni di euro.

Il modello è il Mercy Virtual Hospital, operativo dall’autunno del 2015 negli Stati Uniti, ma richiede un adattamento alle esigenze specifiche di ogni territorio.

Servizi medici tramite videocall, email o chat

I pazienti, attraverso l’ospedale virtuale, possono accedere a servizi medici online tramite videochiamate, chat, e-mail o applicazioni mobili. Possono ricevere consultazioni mediche, prescrizioni, monitoraggio delle condizioni di salute, e gestione delle malattie croniche da remoto. I pazienti possono essere seguiti da un team medico virtuale per la gestione delle loro esigenze mediche, con visite di follow-up regolari e supporto continuo.

Un modello esportabile in ogni territorio

Il primo progetto pilota si avvarrà di una struttura inizialmente di circa 1000 metri quadri, appositamente ristrutturata secondo il modello costruttivo del Mercy Virtual Care Center o simili. L’ospedale virtuale sarà replicabile in ogni territorio.

“Strategica sottolinea Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità – sarà la fornitura del servizio tecnologico da parte di un Consorzio che verrà costituito, essendo i Virtual Hospital non adibiti ad assistenza in presenza di pazienti, oltre che la messa a disposizione di risorse umane private iniziali che avviino il Virtual Hospital e addestrino il personale pubblico che parteciperà al progetto principalmente in libera professione”.

Forte risparmio per il Servizio sanitario

“Basandosi su una stima di 527.050 ricoveri evitabili per malattie croniche e un costo medio di 5.000 euro per ricovero – prosegue Zanon –, i potenziali risparmi per il sistema sanitario italiano ammonterebbero a circa 2,64 miliardi di euro. E calcolando che la Toscana cuba circa l’8% della spesa sanitaria nazionale, stima grezza, il risparmio per la Regione sarebbe di 211 milioni di euro”. “Per Viareggio abbiamo già preso contatti con il sindaco, con le autorità sanitarie. E poi ci sono altri due progetti: il primo, nella città di Como, il terzo a Cosenza”.

Virtualizzazione dei servizi sanitari: una leva per il futuro

“Dobbiamo fare in modo che la tecnologia sia la più inclusiva possibile – ha detto il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, presente a Viareggio – e per fare questo c’è bisogno di coinvolgere tutti gli stakeholders. La tecnologia è una sorella maggiore che dobbiamo considerate con molta attenzione e allo stesso tempo con molta fiducia”. Butti ha voluto sottolineare anche “il valore della cooperazione e della co-progettazione, due azioni che sono alla base del nuovo Tavolo delle best practice digitali e tecnologiche, un vero e proprio Osservatorio dedicato alla tecnologia e a tutto ciò che ruota intorno ad essa. Sarà operativo a breve e sarà aperto a tutti gli operatori, le associazioni pazienti, le aziende di Ict. E posso dire fin da ora che tra le best practice, ci sarà quella dell’ospedale virtuale”.

“Il processo di virtualizzazione dei servizi sanitari – ha detto ancora Butti – è sostenuto dalla implementazione tecnologica di cui mi sto occupando, ed è sempre più determinante. Noi abbiamo la necessità di alleggerire il carico degli ospedali, dei Pronto Soccorso, di attivare una assistenza territoriale migliore e, soprattutto, sfruttare la tecnologia. Questo ci farebbe risparmiare tantissime risorse che potremmo destinare alla cura vera dei pazienti e dei malati, ma soprattutto ci consentirebbe di rendere ancor più efficiente ed efficace l’intervento a distanza e, quando necessario, in presenza”.

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