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PA, ecco perché Digitaliani è un successo

Funziona il piano firmato Cisco annunciato un anno fa: “Centrati gli obiettivi, bene il programma”. I quattro assi: iniziative pervasive di contaminazione tecnologica, coinvolgimento diretto di partner e imprese del territorio, collaborazione proficua con il mondo delle università e un orientamento preciso verso la creazione di un ecosistema innovativo per la PA

Pubblicato il 23 Gen 2017

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Iniziative pervasive di contaminazione tecnologica, coinvolgimento diretto di partner e imprese del territorio, collaborazione proficua con il mondo delle università e un orientamento preciso verso la creazione di un ecosistema innovativo per la PA. È tempo di bilanci per Digitaliani, il piano firmato Cisco per la digitalizzazione dell’Italia annunciato a gennaio, su cui il colosso californiano arriverà a investire complessivamente 100 milioni di dollari entro il 2018. La digital transformation del settore pubblico con un focus sulle smart city è uno dei quattro pilastri del progetto, assieme allo sviluppo delle competenze digitali, alla creazione di cluster hi-tech nazionali e al rafforzamento delle infrastrutture strategiche.

Nella Pubblica amministrazione, alle prese con un ritardo digitale accumulato negli anni e meccanismi di amministrazione e controllo spesso compassati, le sfide 2.0 non mancano affatto. Serve però un’inversione di rotta di cui Cisco vuole essere fattore abilitante, per marciare verso un futuro che faccia dell’innovazione il cuore pulsante dei servizi al cittadino. Nei primi 12 mesi di attuazione del piano Digitaliani per la Pa, la compagnia ha chiuso accordi strategici con la Regione Friuli-Venezia Giulia, con la Città metropolitana di Palermo e con il Comune di Perugia. Tre realtà diverse fra loro per esigenze e dimensioni, che costituiscono uno spaccato rappresentativo della Pubblica amministrazione locale scelto da Cisco per inquadrare le iniziative in un contesto sfidante, in linea con gli obiettivi più generali di Digitaliani. “Abbiamo centrato gli obiettivi che ci eravamo prefissati in termini di coinvolgimento di partner, altre aziende private e Pubblica amministrazione. Siamo soprattutto riusciti a far decollare il programma, inedito per l’Italia per ambizione e investimento, anche in una PA complessa ma con ampi margini di crescita digitale – commenta Fabio Florio, Business Development Manager Smart City e responsabile del piano di investimenti Digitaliani -. L’ambizione è sviluppare assieme agli enti servizi che possano essere poi replicati altrove con i dovuti aggiustamenti”.

Per riuscirci, spiega Florio, “partiamo sempre dalle esigenze e dalle priorità del territorio, concordando con le amministrazioni le modalità di attuazione di progetti che generalmente hanno una gittata temporale di 18-24 mesi”.

Naturalmente la sensibilità degli amministratori nei confronti dei temi legati all’innovazione, intesa come abilitatore di servizi snelli ed efficienti, è un fattore determinante per lo sviluppo delle iniziative: “Avere la disponibilità degli amministratori e degli esponenti politici – sottolinea Luca Rizzi, Sales Manager Central and Local Public Sector di Cisco Italia – significa parlare lo stesso linguaggio tecnologico e definire percorsi che portino a soluzioni pensate in un’ottica di ecosistema”.

Digitalizzare i servizi al cittadino, aggiunge Rizzi, significa “creare piattaforme che facciano da collante innovativo per amministrazione, cittadino e impresa”, ma anche “puntare su territori dove c’è un forte attivismo digitale delle università e delle startup e superare la complessità delle regole dei percorsi di collaborazione pubblico-privato orientate all’innovazione”.

Sostenere la PA, secondo Cisco, richiede dunque non solo una collaborazione fra esperienza amministrativa ed esperienza tecnologica, ma la messa in campo di progetti che si inquadrino all’interno di una strategia più ampia. “Abbiamo segmentato il piano in maniera diversa perché crediamo che solo una digitalizzazione che porta innovazione sul territorio crei davvero valore aggiunto per tutti – prosegue ancora Rizzi -. La crescita digitale va favorita con una semina a contaminazione e siamo convinti che questi semi collegati fra loro favoriscono uno reale sviluppo pervasivo del digitale, come avviene per il wi-fi o altre tecnologie. E in questo scenario la PA ha un ruolo fondamentale”.

L’ultimo ente locale coinvolto da Digitaliani è Perugia, dove sono in rampa di lancio progetti pubblico-privati su smart city, startup, industria 4.0 e formazione.

Ma il piano è solo agli albori e dopo il Friuli, Palermo e il capoluogo umbro, la platea di alleanze con le PA è destinata ad allargarsi: “Siamo convinti di avere un ruolo importante nel collegare in maniera sicura e affidabile l’ecosistema digitale – conclude Florio – Stiamo valutando altre realtà simili e novità arriveranno presto. Non abbiamo intenzione di fermarci”.

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