PARLAMENTO

Riforma PA: primo ok dal Senato. Madia: “Italia più semplice”

Tra i progetti più importanti contenuti nel ddl che ora passa alla Camera, la cittadinanza digitale e il pin unico. Via anche al manager per la transizione digitale

Pubblicato il 30 Apr 2015

DE.A.

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Il Senato approva la riforma della pubblica amministrazione. Con 114 sfavorevoli, il ddl è passato in prima lettura dopo otto mesi di attesa a palazzo Madama. Si sono espressi per il sì i partiti di maggioranza (Pd, area popolare) e il gruppo per le autonomie. Contrari M5S, Lega, Sel, Fi, Gal.

Il provvedimento definitivo, che ci sarà solo dopo l’approvazione a Montecitorio e un ulteriore passaggio a Palazzo Madama, spazia dal digitale ai poteri del premier, dall’addio alla Forestale al riordino della dirigenza. In particolare apre l’era di Internet per la pubblica amministrazione partendo dalla cittadinanza digitale, ritenuto dal ministro Marianna Madia (nella foto) il progetto più importante contenuto nella riforma. Dopo il voto, la responsabile della Pa ha twittato “Il Senato approva in prima lettura il ddl di riforma della Pubblica Amministrazione. Un altro passo verso un’Italia più semplice, vicina ai cittadini”. Inoltre il ministro ha aperto ad eventuali modifiche nell’altro ramo del Parlamento. “Credo che un provvedimento così articolato e importante non possa non avere una discussione approfondita nei due rami del Parlamento. Vado alla Camera con l’intento di migliorarla ancora”.

La riforma contiene anche il progetto chiamato “Italia Login”, considerato una vera e propria rivoluzione che dovrebbe consentire l’accesso ai servizi della Pa in digitale. Lo scopo è quello di aprire il mondo di Internet al vasto pubblico (entro il 2015 raggiungerà tre milioni di italiani per arrivare a 10 milioni nel 2017) che, utilizzando un pin unico, potranno accedere ai servizi elettronici della pubblica amministrazione.

Tra le novità anche la creazione nelle pubbliche amministrazioni della figura del manager per la transizione al digitale. Il manager, alle dirette dipendenze dell’organo politico e dotato di competenze tecnologiche e organizzative, si spiega in una nota, avrà un ruolo chiave nella riforma della Pubblica amministrazione attraverso una più efficace governance del processo di digitalizzazione, cui dovrà corrispondere un cambiamento dei processi e degli assetti organizzativi. La nuova figura sostituirà l’ufficio dirigenziale previsto dal Codice dell’amministrazione digitale che fino ad ora ha avuto un ruolo marginale.

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