Strategia per la Crescita digitale, ecco in anteprima il documento del governo

Cor.Com pubblica il piano inviato alla Commissione europea. Identità digitale per 10 milioni di italiani entro il 2017. E-skill leva di occupazione. Focus sulle smart city: mettere a frutto gli 850 milioni messi sul piatto dal Miur

Pubblicato il 17 Nov 2014

Federica Meta

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Identità digitale, e-skills e smart city. Sono questi i tre progetti di accelerazione per fare l’Italia digitale. Tre progetti che il governo ha messo nero su bianco nella Strategia per la Crescita digitale inviata alla Commissione europea e che Cor.Com pubblica in anteprima.

La prima iniziativa riguarda, appunto, l’identità digitale ribattezzata per l’occasione “Italia Login”. “Italia login – si legge nel documento – rappresenta la cornice di riferimento del nuovo modo di comunicare fra pubblica amministrazione e cittadini/imprese”. Un intervento strutturale, dunque, che integra il sistema paese. Ogni cittadino italiano – il ministro della PA Marianna Madia ha annunciato la fase di startup ad aprile 2015 per arrivare al 2017 con 10 milioni di citadini “online” – avrà un profilo civico online dal quale potrà accedere alle informazioni e ai servizi pubblici che lo riguardano, in maniera profilata

“Si tratta di un cambiamento di paradigma – prosegue il documento – che pone il cittadino al centro e l’amministrazione al suo servizio, avendo una focalizzazione particolare sulla semplicità e l’usabilità. Una nuova piattaforma relazionale che nel tempo integrerà flussi applicativi delle relazioni con i cittadini di tutta la PA”. Per la realizzazione a regime di ItaliaLogin dovranno essere in esercizio sia il Sistema Pubblico di Identità Digitale, sia l’Anagrafe Nazionale Unica.

Ma perché l’identità digitale sia sfruttata in tutte le sue potenzialità i cittadini italiani e le imprese, soprattutto Pmi, devono diventare più digitali. Ecco perché il secondo “acceleretor” sono le competenze digitali.

Circa il 40% degli italiani non possiede un computer e non sa mandare una e-mail e né pagare un bollettino on line. Le sacche di analfabetismo digitale sono concentrate in alcune regioni del Sud, prime su tutte: Basilicata e Campania – si ricorda nel documento – La mancanza di competenze, come si evince dal capitolo sul contesto di riferimento (vedi sopra), riguarda anche le piccole e medie imprese, con effetti molto significativi sulla capacità di crescita economica. Nei prossimi anni la domanda di competenze digitali continuerà ad aumentare e questo rappresenta la vera sfida per la modernizzazione del paese e la sua capacità di competere”.

L’impatto atteso è quello di un cambiamento profondo in molte aree sia quelle coinvolte dal rapido sviluppo delle competenze digitali sia quelle che riguardano la cultura digitale. In questo modo i cittadini acquisiranno maggiore “consapevolezza digitale” e conseguentemente una maggiore capacità di utilizzare i servizi digitali e di partecipare alla loro ideazione/progettazione; i lavoratori vedranno accresciute le capacità di usare competenze digitali nel contesto lavorativo, nei processi di business e nella progettazione di prodotti e servizi.

Inoltre gli imprenditori, i manager a tutti i livelli nelle organizzazioni, aumenteranno la loro capacità di individuare e sfruttare le opportunità offerte dalle Ict mentre gli specialisti Ict, incrementeranno le loro capacità di fare innovazione di prodotti e servizi. E in questo contesto le imprese aumenteranno le loro potenzialità di innovare e “pensare digitale” e le organizzazioni pubbliche potranno contare sul coinvolgimento di cittadini con competenze digitali per offrire servizi sempre più avanzati.

La terza linea di azione riguarda le smart city. La sfida è quella di costruire un nuovo genere di bene comune, una grande infrastruttura tecnologica ed immateriale che faccia dialogare persone ed oggetti, integrando informazioni e generando intelligenza, producendo inclusione e migliorando la vita del cittadino ed il business per le imprese, anche attraverso azioni di promozione della social innovation. “Al fine di accelerare il processo di realizzazione di smart city e communities favorendo la nascita e la replicazione di buone pratiche l’art. 20 del DL 179/2012 definisce un modello di governance ed una serie di azioni tecniche”, precisa il governo nel documento.

Nella procedente programmazione, Il Miur con due distinti bandi ha stanziato sui fondi di ricerca oltre 850 milioni euro in ambiti strategici quali mobilità, salute, education, Cloud computing technologies per smart government, Culture e Turismo, energia rinnovabile e smart grid, logistica, Sustainable natural resources (waste, water, urban biodiversity). In questa cornice il comitato per le comunità intelligenti di AgID definirà le specifiche per una piattaforma e, attraverso il lavoro del Comitato, definirà nel 2015 le linee guida per le Regioni. L’obiettivo è avviare ulteriori progetti di trasformazione che creino presupposti per migliorare le condizioni di vita e sviluppare un’economia sostenibile, sfruttando le condizioni favorevoli e la sinergia con altre azioni sistemiche (sviluppo competenze digitali, reti a larga banda, cloud computing).

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