CYBERSECURITY

Attacco hacker all’Ema: violati i dati del vaccino Pfizer contro il Covid-19

L’offensiva ha riguardato i sistemi dell’agenzia europea per i medicinali a cui erano stati presentati i documenti per l’autorizzazione. La multinazionale farmaceutica: “I sistemi aziendali non sono stati violati, non siamo a conoscenza che i partecipanti agli studi siano stati identificati”

Pubblicato il 10 Dic 2020

coronavirus

Gli hacker hanno deciso di cavalcare l’emergenza Covid-19 per acquisire visibilità, e nella serata di ieri sono riusciti a violare i sistemi informatici dell’Agenzia europea per i medicinali, l’Ema, e a mettere le mani su parte della documentazione presentata da Pfizer e BioNTech sul vaccino contro il coronavirus, la cui validazione Ema era prevista proprio per le prossime settimane.

A denunciare l’attacco informatico in una nota congiunta sono proprio Pfizer e BioNTech, che sottolineano come “né il sistema di BioNTech né quello Pfizer è stato violato”, aggiungendo di non essere a conoscenza “che i partecipanti allo studio siano stati identificati attraverso i dati” acquisiti dai pirati informatici.

Le due società annunciano di essere state avvertite dell’attacco direttamente dall’Agenzia europea, e di essere in attesa “di ulteriori informazioni sulle indagini dell’Ema”. “Risponderemo adeguatamente e in conformità con il diritto dell’Ue” sottolineano BioNTech e Pfizer, aggiungendo che rispetto all’iter per l’autorizzazione del vaccino “Ema ci ha assicurato che l’attacco informatico non avrà impatto sulla tempistica per la sua revisione”. ​”Date le considerazioni critiche sulla salute pubblica e l’importanza della trasparenza – aggiungono le sue aziende – continuiamo a fornire prove chiare su tutti gli aspetti dello sviluppo del vaccino e del processo di regolamentazione”.

L’agenzia europea dei medicinali ha il compito di controllare i farmaci che circolano nei 27 Stati membri dell’Unione europea, e nello specifico ha il compito di decidere entro il 29 dicembre sull’autorizzazione del vaccino sviluppato da Pfizer insieme a BioNTech, che viene intanto già somministrato ai pazienti in Uk, Bahrain e Canada.

Ema, dal canto suo, dopo aver reso pubblico in una nota l’attacco subito, annuncia di aver “rapidamente avviato un’indagine completa, in stretta collaborazione con le forze dell’ordine e con altri soggetti rilevanti. Ulteriori informazioni – annuncia – saranno rese disponibili a tempo debito”.

“È probabile che l’attacco sia stato causato dal phishing o da qualche altra forma di ingegneria sociale – spiega Candid Wüest, VP of Cyber Protection Research di Acronis – La società ha dichiarato che i loro sistemi non sono stati violati, il che mi porta a credere che non sia dovuto a qualcosa, come il ransomware o un attacco diretto alla loro rete. Potrebbe essere un account di posta elettronica violato di un dipendente dell’EMA che ha ricevuto queste informazioni dalle case farmaceutiche – forse il loro dispositivo personale è stato compromesso”. “Questo attacco – conclude l’esperto – potrebbe anche essere un atto di minaccia assunto da una società rivale, con l’obiettivo di rallentare lo sviluppo o la distribuzione del vaccino”.

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