L'ANALISI

Smart working: 7 lavoratori su 10 vorrebbero mantenerlo nel new normal

I dati del Work Trend Index 2021 di Microsoft. Il lavoro a distanza stimolo importante per la produttività e il benessere, più semplice assumere talenti. Ma i leader aziendali hanno bisogno di essere sensibilizzati, pena il rischio di perdere contatto con i dipendenti

Pubblicato il 22 Mar 2021

A. S.

MICROSOFT 2

Più di sette lavoratori su dieci, per l’esattezza il 73%, vorrebbe che lo smart working proseguisse con più flessibilità anche dopo la fine dell’emergenza dettata dalla pandemia. E’ una delle principali evidenze che emergono dal World Trend Index 2021 di Microsoft, con lo studio studio “The Next Great Disruption is Hybrid Work – Are We Ready?” che ha coinvolto oltre 30mila persone in 31 Paesi, compresa l’Italia, e che ha analizzato i dati relativi alla produttività e alle modalità di lavoro raccolti in modo anonimo tramite Microsoft 365 e LinkedIn. Dalla ricerca emerge così che le offerte di lavoro da remoto su LinkedIn sono aumentate di oltre 5 volte durante la pandemia, e che più del 40% della forza lavoro globale intende lasciare il proprio datore di lavoro attuale nel corso dell’anno, con il 46% che prevede di trasferirsi cogliendo l’opportunità di lavorare da remoto.

“Le scelte di oggi comporteranno il successo futuro di ogni azienda. Abbiamo tutti bisogno di una visione chiara e di un mindset orientato alla crescita – spiega Jared Spataro, corporate Vice president di Microsoft 365 – Queste decisioni avranno conseguenze importanti su come plasmiamo la cultura aziendale, come attraiamo e coltiviamo i talenti, così come sulle future opportunità di collaborazione e innovazione”.

Lo studio ha inoltre evidenziato, analizzando i dati aggregati raccolti tramite Microsoft Teams e Outlook, una contrazione dei gruppi di lavoro, che potranno essere nuovamente ampliati grazie al lavoro ibrido. Il tempo trascorso nei meeting è più che raddoppiato a livello globale e nel mese di febbraio 2021 sono state inviate oltre 40 miliardi di e-mail in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dalla ricerca emerge inoltre che il lavoro è diventato più “umano”: quattro intervistati su dieci infatti afferma di sentirsi più libero di essere se stesso rispetto a prima della pandemia, e uno su sei ammette di aver pianto con un collega nel corso dell’ultimo anno.

Sette i principali trend del lavoro ibrido evidenziati dall’indagine: il primo dei quali è che il lavoro flessibile non potrà essere abbandonato con la fine dell’emergenza. Il secondo trend è che i leader aziendali hanno bisogno di essere sensibilizzati su questi temi, pena il rischio di perdere contatto con i propri dipendenti. Il terzo trend mette in evidenza il fatto che un elevato livello di produttività nasconde spesso una forza lavoro esausta. Dalla ricerca emerge inoltre la difficoltà dei lavoratori della generazione Z, che sono arrivati a essere a corto di energie, mentre il fatto che i gruppi di lavoro siano sempre più ristretti potrebbe avere effetti negativi sull’innovazione. Il fatto che i lavoratori si sentano più liberi di essere sé stessi sarà uno stimolo importante per la produttività e il benessere, mentre sarà più semplice grazie al lavoro da remoto assumere talenti e collaborare con loro, senza barriere dovute alla distanza fisica.

Per incontrare questi cinque trend la ricerca di Microsoft suggerisce alle aziende cinque strategie: si parte dalla definizione di un piano per garantire alle persone la massima flessibilità, per passare anche dall’investimento in spazi e tecnologie per unire il mondo fisico a quello digitale. Sarà poi importante che le aziende mettano in pratica azioni per contrastare la sensazione di “spossatezza digitale”, dando la priorità al capitale sociale e alla cultura aziendale. La quinta strategia suggerita dallo studio è infine quella di ripensare l’esperienza dei lavoratori per supportare i migliori talenti e promuovere la diversità.

“L’evoluzione digitale del mondo del lavoro ha subito una rapida accelerazione nel corso dell’ultimo anno, portando importanti benefici in ottica di produttività e flessibilità ma anche causando difficoltà nella comunicazione e nella collaborazione, dando vita a team di lavoro sempre più piccoli, e nella gestione del proprio tempo e dei confini tra vita priva e lavoro. Come emerge dall’ultima edizione del Work Trend Index, infatti, nell’area EMEA il 42% dei lavoratori si sente esausto e il 46% si è definito stressato – sottolinea Luba Manolova, direttore della divisione Microsoft 365 di Microsoft Italia – Il nostro studio sottolinea l’importanza di aiutare i lavoratori a gestire al meglio il proprio tempo, a restare in contatto e sentirsi più vicini ai propri colleghi e offrire loro gli strumenti per realizzare il proprio potenziale. In questa direzione, siamo impegnati a migliorare costantemente la nostra piattaforma per la produttività e la collaborazione Microsoft 365 e in particolare l’hub di condivisione e comunicazione Teams. Inoltre, aziende e professionisti potranno ora far leva sulla nuova piattaforma di Employee Experience Microsoft Viva, progettata per migliorare la produttività, il benessere, la condivisione di know-how e l’apprendimento sul posto di lavoro”.

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