LA PARTNERSHIP

Assicurazioni e digitale: si rafforza l’alleanza Ibm – Groupama

Obiettivo della nuova intesa è innovare il settore assicurativo grazie alle soluzioni digitali, per una guida più sicura e risarcimenti più veloci. Enrico Cereda: “Creiamo una cognitive enterprise coniugando al meglio competenze e tecnologie esponenziali”

Pubblicato il 19 Set 2019

A. S.

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Trasformare il settore assicurativo sviluppando soluzioni digitali dedicate, che consentano una guida più sicura e risarcimenti più veloci per gli utenti. E’ l’obiettivo della partnership annunciata da Groupama assicurazioni, attraverso la propria società di servizi telematici G-Evolution, e Ibm.

La collaborazione, annunciata in una conferenza stampa a Milano, nasce per integrare il know-how sviluppato da G-Evolution e le competenze di Ibm indirizzate alla trasformazione digitale e strategica delle imprese, grazie a tecnologie come Internet of Things, Intelligenza artificiale e Cloud ibrido.

Il punto di partenza è ovviamente quello delle assicurazioni auto, in cui G-Evolution e Ibm lavorano fianco a fianco da due anni e hanno implementato una piattaforma per l’analisi dei dati, che è in grado di incrociare le informazioni su polizze e sinistri con quelle sulle condizioni meteo e di congestione del traffico, comparandoli con quelle provenienti dalle scatole nere installate a bordo delle automobili.

Dopo questa prima esperienza, la collaborazione si rafforza con un nuovo accordo per dare vita a soluzioni scalabili nel settore assicurativo, al fine di migliorare l’esperienza complessiva del cliente.

Riferendosi a IoT e AI l’amministratore delegato di Groupama Italia, Pierre Cordier, parla di “opportunità per migliorare il processo di trasformazione di Groupama Assicurazioni“. “L’uso del dato – aggiunge – serve per dare più capacità al cliente perché nel dato si trova una potenza di allargamento del servizio”.

“Nel settore assicurativo stiamo attraversando un’era di trasformazioni senza precedenti, caratterizzata dalla crescente connessione che favorisce lo scambio di informazioni tra tutti gli attori in gioco – spiega Enrico Cereda, presidente e amministratore delegato di Ibm Italia – Ci troviamo, in pratica, nella fase della digital reinvention e questo progetto è un esempio concreto di cosa significa diventare una ‘cognitive enterprise’ in un settore così competitivo, utilizzando e coniugando al meglio competenze professionali e tecnologie esponenziali”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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