Il continente africano corre verso la modernizzazione delle reti mobili, ma resta indietro nell’adozione effettiva dei servizi digitali. È quanto emerge dal report The Mobile Economy Africa 2025 pubblicato dalla Gsma, che fotografa un continente in piena transizione tecnologica, ma ancora frenato da barriere strutturali e sociali. Secondo il documento, entro il 2030 il 75% delle connessioni mobili sarà su reti 4G e 5G, rispetto al 47% del 2024. Tuttavia, il 77% della popolazione resterà esclusa dall’accesso a internet mobile, nonostante una copertura superiore al 90%.
Il fenomeno è noto come usage gap: la distanza tra chi potrebbe accedere ai servizi digitali e chi effettivamente li utilizza. Un divario che non dipende più dalla mancanza di infrastrutture, ma da fattori come il costo dei dispositivi, la scarsa alfabetizzazione digitale e le disuguaglianze socio-demografiche.
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Investimenti record, ma l’inclusione digitale resta una sfida
Tra il 2024 e il 2030, gli operatori africani investiranno circa 77 miliardi di dollari per espandere e modernizzare le reti mobili. Questo sforzo dovrebbe portare il numero di utenti internet mobile a 576 milioni, pari al 33% della popolazione, rispetto ai 416 milioni del 2024 (28%). Anche gli abbonati mobili unici cresceranno, passando da 710 milioni a 915 milioni.
Ma la crescita della connettività non si traduce automaticamente in inclusione digitale. Le fasce più colpite dal digital gap sono le donne, gli anziani e le comunità rurali. La Gsma sottolinea che serve un’azione coordinata tra industria, governi e organismi internazionali per superare le barriere all’adozione, promuovendo politiche di accesso equo, formazione digitale e riduzione dei costi.
Il contributo del mobile all’economia africana
Nel 2024, il settore mobile ha generato 220 miliardi di dollari di valore economico, pari al 7,7% del Pil africano. Di questi, 120 miliardi derivano dall’aumento della produttività abilitata dalle tecnologie mobili, mentre 60 miliardi rappresentano il contributo diretto del comparto. Entro il 2030, il valore salirà a 270 miliardi, anche se la quota sul Pil scenderà leggermente al 7,4%, segno di una crescita più ampia dell’economia continentale.
Le tecnologie emergenti come 5G, IoT e AI saranno i principali motori di questa espansione. Secondo Gsma, il settore dei servizi (e-commerce, telemedicina, e-learning) riceverà il 24% dei benefici economici, seguito dall’industria (21%) e dall’agricoltura (20%). Anche la pubblica amministrazione, il settore finanziario e quello immobiliare trarranno vantaggi significativi.
Fiscalità e impatto sociale del mobile
Il mobile non è solo motore economico, ma anche fonte di entrate fiscali per gli Stati africani. Nel 2024, il settore ha contribuito con oltre 30 miliardi di dollari in tasse, di cui 12 miliardi provenienti da Iva su dispositivi, accise e dazi doganali. Complessivamente, il comparto ha rappresentato quasi il 10% del gettito fiscale totale del continente.
Ma il vero impatto sociale del mobile si misura nella capacità di trasformare la vita quotidiana. Dall’accesso ai servizi sanitari digitali alla possibilità di vendere prodotti agricoli online, la connettività mobile è diventata un fattore abilitante per lo sviluppo umano. Tuttavia, senza un’adozione diffusa, questi benefici rischiano di restare confinati a una minoranza.
Il ruolo delle politiche pubbliche e delle partnership
Per colmare il digital gap Africa, non bastano le reti. Servono politiche pubbliche lungimiranti, incentivi all’adozione, programmi di alfabetizzazione digitale e partnership tra operatori, istituzioni e società civile. La Gsma invita i governi a rivedere la tassazione sui dispositivi mobili, promuovere l’accesso equo alla banda larga e investire in competenze digitali.
In questo contesto, l’inclusione digitale diventa una priorità strategica, non solo per lo sviluppo economico, ma per la coesione sociale e la resilienza democratica. Il rischio, altrimenti, è che la trasformazione digitale accentui le disuguaglianze invece di ridurle.
