IL CASO

Social network, ancora strette: ora tocca a YouTube. È scontro Amazon-Parler

Google ha bloccato per una settimana il canale attraverso cui Donald Trump diffondeva i propri video. Nel frattempo il colosso dell’e-commerce passa al contrattacco legale

Pubblicato il 13 Gen 2021

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Youtube ha sospeso l’account del presidente Donald Trump e ha lanciato un avvertimento alla Casa Bianca, sostenendo che l’ormai ex presidente degli Stati Uniti ha caricato contenuti che violavano le sue politiche. L’azione è seguita a un unico avvertimento automatico, che porta a una sospensione minima di sette giorni dal caricamento di nuovi contenuti. Secondo la Cnbc, Google, a cui fa capo Youtube,  starebbe inoltre disabilitando anche la sezione dei commenti.  Montain View non ha specificato quali video violassero le sue politiche, ma ha affermato che si trattava di un contenuto che includeva i commenti che Trump ha fatto in una conferenza stampa ieri mattina e che avrebbe violato le norme che vietano i contenuti per incitamento alla violenza.

La presa di posizione di Google su Trump

“Dopo attenta revisione, abbiamo rimosso i nuovi contenuti caricati sul canale YouTube di Donald Trump e assegnato al canale un avvertimento per violazione delle nostre policy in merito all’incitamento alla violenza. Come risultato, in conformità con il nostro sistema di avvertimenti in vigore già da lungo tempo”, il canale ora non potrà caricare nuovi video o livestream per minimo di sette giorni, potenzialmente estendibili”. Così ha detto un portavoce di Google. YouTube ha inoltre “definitivamente disabilitato i commenti sotto i video del canale, come già fatto in passato” in altri casi simili.

Con il sistema dei tre avvertimenti di YouTube, un canale viene sospeso per una settimana dopo il primo avvertimento, due dopo il secondo e interrotto dopo un terzo avvertimento entro 90 giorni. La sospensione temporanea inflitta al canale di Trump significa che il suo account e i video esistenti rimarranno accessibili ma non sarà in grado di caricare nuovi contenuti. Questo significa uno stop significativo per un canale che comunque genera introiti significativi per Youtube. L’account YouTube di Donald Trump ha infatti 2,77 milioni di iscritti e in genere pubblica diversi contenuti al giorno, basati sui suoi interventi e sui video prodotti da emittenti di media di destra.

E Amazon rincara la dose sulla sospensione dei server di Parler

Intanto si inasprisce la querelle tra Parler e Amazon Web Services, che lunedì ha sospeso i server che ospitano le risorse del social network di riferimento per i fan di Trump dopo il ban da Twitter. “Parler ha violato il contratto ospitando contenuti violenti e non agendo tempestivamente nel rimuoverli”, afferma Amazon nei documenti depositati in tribunale, sottolineando che il servizio è stato usato dai sostenitori di Donald Trump per organizzare le proteste al Campidoglio. Per tutta risposta, la società a cui fa capo il social network ha fatto causa ad Amazon, chiedendo a un giudice federale di Seattle di ordinare ad Amazon il reintegro immediato. Amazon, che difende la sua presa di posizione, chiede ora alla giustizia americana di non ordinare di reintegrare il servizio.

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