L'INIZIATIVA

Data for Good, le mappe di Facebook per monitorare gli spostamenti

Dopo Google anche la piattaforma di Zuckerberg mette i propri strumenti a disposizione di Governi, università e ricerca. I dati saranno utilizzati dalla task force italiana “data-driven” per combattere l’emergenza

Pubblicato il 07 Apr 2020

L. O.

Facebook

Le big tech si stanno mettendo al servizio dei Governi per la lotta al Coronavirus. Dopo Google, che la scorsa settimana ha avviato la pubblicazione dei “Community Mobility Reports”, ora anche Facebook lancia un’iniziativa che punta a condividere i dati in suo possesso con istituzioni, università e ricerca in una serie di Paesi tra cui l’Italia.

In particolare l’azienda guidata da Mark Zuckerberg potenzia il suo programma Data for Good (riservato alle università e alle no-profit) mettendo a disposizione dei ricercatori nuovi strumenti per studiare e prevenire l’evoluzione del contagio da coronavirus.

Fra i ricercatori italiani, il team di Stefano Denicolai, dell’Università di Pavia, e il Laboratory of Data Science and Complexity dell’Università di Venezia, guidato da Walter Quattrociocchi. Entrambi fanno parte della task force “data-driven” nominata dal governo italiano per combattere l’emergenza Covid-19, che utilizzerà i dati di Facebook, come confermato da Quattrociocchi al tg di Sky e sulla sua pagina Facebook.

Le nuove mappe di Facebook

Gli strumenti messi in campo dal social sono tre nuovi tipi di mappe che aiutano a capire sia i movimenti delle persone vicino o lontano da casa sia “l’indice di connessione sociale” per ipotizzare la diffusione del contagio e le probabilità che le persone in un’area vengano in contatto con le persone di un’altra area.

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In Italia, le analisi delle università affiliate al progetto non sono ancora state rese pubbliche. Inoltre, solo per gli Stati Uniti e in collaborazione con il Centro di Ricerca Delphi della Carnegie Mellon University, è stato messo a punto un questionario che alcuni utenti vedranno comparire in cima al loro flusso di notizie su Facebook e in cui dovranno inserire il loro stato di salute in anonimato.

“Pensiamo che Facebook e l’industria tecnologica possono fornire modi innovativi per aiutare esperti e autorità in questa crisi. Non pensiamo che questi sforzi debbano compromettere la privacy”, spiega Steve Satterfield, director of privacy and public policy di Facebook.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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