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Data tracing, per passare all’azione ci vorranno almeno 15 giorni

La roadmap illustrata da Walter Ricciardi: integrazione di tutti i database, test sulle celle telefoniche e applicazione del sistema. 319 i progetti candidati alla call del ministro per l’Innovazione. Ma il Garante Privacy Antonello Soro puntualizza: “Serve un decreto legge ad hoc e a scadenza”

Pubblicato il 26 Mar 2020

A. S.

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Contenere il contagio da Covid-19 monitorando in tempo reale gli spostamenti dei cittadini attraverso un’app installata sui loro smartphone. E’ il progetto a cui il governo sta lavorando dopo che questa strategia ha dato buoni risultati in Corea del Sud. Per individuare la tecnologia più adatta il ministro dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione ha lanciato martedì una call, chiedendo alle aziende dell’hi-tech di dare i propri suggerimenti e proporre soluzioni pronte da implementare.

Chiusa nel primo pomeriggio la call, al ministro per l’innovazione tecnologica sono arrivate dal mondo dell’impresa e della ricerca 319 possibili soluzioni per il monitoraggio attivo del rischio di contagio e 504 proposte per le app di telemedicina e assistenza domiciliare dei pazienti.

Ora, chiusa la call lanciata in collaborazione con il ministero della Salute, l’Istituto superiore di Sanità e l’organizzazione mondiale per la sanità all’interno del patto Innova Italia, una task force di esperti esaminerà le proposte e deciderà quali siano le più adatte allo scopo. 

Il decreto per l’insediamento della task force ‘tecnologica’ presso il ministero dell’Innovazione potrebbe arrivare domani. Si tratta pool di esperti composto da alcune decine di specialisti nell’analisi dei dati, economisti, giuristi. L’ufficializzazione della task force sarà affidata a un dpcm, che prevede un “gruppo di supporto digitale” in funzione anti-Covid. Gli esperti saranno incaricati tra le altre mansioni di esaminare in prima battuta le app per il tracciamento degli spostamenti.

Grande successo intanto anche per “Innova per l’Italia”, invito alle aziende, università, enti e centri di ricerca pubblici e privati, associazioni, cooperative, consorzi, fondazioni e istituti a fornire, attraverso le proprie tecnologie, un contributo nell’ambito dei dispositivi per la prevenzione, la diagnostica e il monitoraggio per il contenimento e il contrasto del diffondersi del Coronavirus (SARS-CoV-2) sull’intero territorio nazionale. Ad oggi le proposte giunte sono complessivamente 1.533. Prosegue infine  la corsa alla Solidarietà digitale, per mettere a disposizione soluzioni e servizi digitali per tutti i cittadini costretti in casa per l’emergenza CoronaVirus. Ad oggi sono online 414 servizi.

Una strategia in tre step

Il sistema di data tracing, ha spiegato Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, in un’intervista al quotidiano La Stampa, sarà operativo nell’arco dei prossimi 15 o 20 giorni. La prima fase sarà quella di unificare in una sola banca dati le informazioni sui dati anagrafici, sulle condizioni di salute e sulle attività lavorative che riguardano i singoli cittadini,  superando la logica dei silos attuale. Il secondo step sarà la fase di test, in cui verranno utilizzate le celle telefoniche, i geolocalizzatori degli smartphone e i movimenti delle carte di credito per tracciare le persone. Grazie a questi sistema, in casi di contagio si potrà risalire ai contatti del singolo negli ultimi 14 giorni, e avere informazioni chiare sui luoghi e le persone che ha frequentato e a cui potrebbe aver trasmesso il virus. Finita la fase di test e apportate le modifiche che si saranno eventualmente rese necessarie, l’app potrà infine essere messa a disposizione di tutti.

Venerdì l’esame delle proposte

“C’è una grande ricchezza di idee fra le centinaia di proposte che stanno arrivando – sottolinea Ricciardi – Di tutte le proposte arrivate al progetto complessivo, che prevede anche la telemedicina, una buona parte sono relative allo sviluppo di un’app per il tracciamento dei contagi. – aggiunge Ricciardi – La sintesi di questo lavoro dovrà portare ad una sintesi che sarà consegnata al Presidente del Consiglio, e si dovrà concretizzare in una soluzione operativa che tenga in considerazione efficacia e rispetto della privacy”. In parallelo si dovrà anche scegliere che uso fare di questa tecnologia, se renderla disponibile per utenti volontari o se disporne l’utilizzo da parte di tutti con un provvedimento legato all’emergenza.

Paola Pisano: “Importante decidere partendo dai dati”

“Abbiamo chiesto al settore del digitale di proporre idee e progetti che abbiano già avuto un impiego – spiega  Paola Pisano, ministro per l’Innovazione – E stiamo parlando con le aziende di telecomunicazione. Si tratta di app, ma anche di strumenti di analisi dei dati e di telemedicina. C’è una difficoltà nella raccolta e nell’utilizzo delle informazioni, eppure prendere decisioni partendo dai dati è fondamentale”. 

Privacy e trattamento dei dati

Il garante, Antonello Soro, lascia aperta una porta al data tracing: “Non si tratta di sospendere la privacy, ma di adottare strumenti efficaci di contenimento del contagio, pur sempre nel rispetto dei diritti dei cittadini”, specificando però che dal momento che “la disciplina di protezione dei dati coniuga esigenze di sanità pubblica e libertà individuale, con garanzie di correttezza e proporzionalità del trattamento”, una misura specifica come il contact tracing, che incide su un numero elevatissimo di persone, “ha bisogno di una previsione normativa conforme a questi principi”. Nasce così l’idea di un un decreto-legge, che “potrebbe coniugare tempestività della misura e partecipazione parlamentare”, tenendo presente che “la durata deve essere strettamente collegata al perdurare dell’emergenza”. “Il rischio che dobbiamo esorcizzare – conclude Soro – è quello dello scivolamento inconsapevole dal modello coreano a quello cinese, scambiando per efficienza la rinuncia a ogni libertà e la delega cieca all’algoritmo per la soluzione salvifica”.

Di sospensione delle norme sulla privacy parla espressamente il governatore del Veneto, Luca Zaia: “In questo Paese sono convinto che in questo momento bisognerebbe sospenderle e lasciare ai sistemi sanitari di essere un po’ più liberi – afferma – Sulla tracciabilità abbiamo disponibilità anche da Israele per la verifica degli spostamenti con sistemi intelligenti. Il sistema migliore è puntare sul senso civico”.

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