LA POLEMICA

Dominio “.org”, è guerra sulla vendita. La parola passa a Icann

Organizzazioni non governative e autorevoli “pionieri” di Internet fondano una cooperativa per bloccare la cessione del “top level domain” ai privati di Ethos Capital. “A rischio l’Internet no profit”. Entro fine mese la decisione definitiva

Pubblicato il 09 Gen 2020

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Giù le mani dal dominio “.org”. Raggiunge un nuovo picco la battaglia ingaggiata dal gruppo di autorevoli “pionieri” di Internet contro la vendita da parte della Internet Society, per 1,1 mld di dollari, del “top level domain” a Ethos Capital, società di private equity che si è costituita pochi mesi fa. L’operazione, dicono gli attivisti, rischia non solo di danneggiare i milioni di organizzazioni non profit che utilizzano la desinenza .org. Ma anche – per sostenere l’esborso per l’acquisizione – di provocare un aumento dei prezzi per la registrazione, un taglio agli investimenti in sicurezza e l’avvio al commercio di dati personali con terze parti. Anche per il dominio .org insomma comincerebbe l’era del mercato.

La guerra alla vendita inizia a novembre, quando la Internet Society che supervisiona i siti .org ha annunciato a sorpresa la cessione del controllo del Public Interest Registry a Ethos Capital. I “pionieri” di Internet organizzano la contromossa: creano una cooperativa no profit che potrebbe candidarsi in alternativa a Ethos e contemporaneamente far pressione su Icann, la Internet Corporation for Assigned Names and Numbers, che sovrintende i domini di alto livello. Sostengono la cooperativa l’Electronic Frontier Foundation e Wikimedia, Ymca Usa, Greenpeace e Consumer Reports fra gli altri. Tra i componenti l’ex presidente fondatore dell’Icann Michael Roberts, il “filantropo” MacArthur Jeff Ubois e Bill Woodcock, la cui Packet Clearing House ora gestisce gli aspetti tecnici del sistema .org.

“Deve esserci un posto su Internet che rappresenti l’interesse pubblico, in cui siti educativi, umanitari e organizzazioni come Wikipedia possano offrire il più ampio vantaggio al pubblico” dice Katherine Maher, Ceo di Wikimedia Foundation la casa madre di Wikipedia.

Gli oppositori alla vendita: “Operazione opaca”

Dubbi sulla trasparenza dell’operazione sono stati sollevati anche da Andrew McLaughlin, che nel 2016 supervisionò il trasferimento della governance di Internet dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti a Icann.

La cooperativa ha già allertato i membri del Congresso Usa e spera nell’intervento di Icann che potrebbe porre il veto a qualsiasi cambiamento di proprietà per motivi di sicurezza, affidabilità o stabilità del dominio .org. L’Icann ha ancora tempo fino al 30 gennaio per approvare la vendita a Ethos, respingerla o porre ulteriori domande, ha annunciato il vp senior Cyrus Namazi.

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