IL PROGETTO

Ericsson rilancia sull’Italia, a Pagani l’hub che fa comunicare un miliardo di persone

In provincia di Salerno apre i battenti l’Axe Lab: il centro funziona da moderna rete di distribuzione e consente di effettuare ogni singola chiamata a livello mondiale sfruttando lo switch digitale

Pubblicato il 26 Lug 2021

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Consentire a un miliardo di persone di  chiamarsi ogni giorno senza interruzioni e problemi di linea: oggi è  possibile grazie a centri di eccellenza come quello di Pagani, in  provincia di Salerno, dove Ericsson ha inaugurato un “Axe Lab” dedicato  all’inventore del telefono Antonio Meucci.

Questo laboratorio, insieme alle nuove responsabilità in ambito Axe, è la conferma che l’Italia è il Paese a cui Ericsson ha affidato la responsabilità mondiale dello sviluppo e della gestione di una tecnologia fondamentale per l’industria delle telecomunicazioni.

Come funziona Axe Lab

Axe è un sistema di commutazione digitale fondato sul principio della tecnica numerica, la stessa dietro al funzionamento di un computer. Per commutazione si intende l’insieme delle operazioni necessarie per connettere un utente telefonico a un altro. Axe funge dunque da moderna rete di distribuzione del traffico telefonico e permette di effettuare ogni singola chiamata a livello mondiale sfruttando lo switch digitale. Agli albori della telefonia il compito di collegare un telefono con un altro era affidato a un operatore umano, detto centralinista o telefonista. Nel giro di pochi anni si passò dalla commutazione manuale, alla commutazione automatica/elettronica e quindi a quella digitale. La centrale Axe fu commercializzato per la prima volta da Ericsson nel 1976, in occasione del centenario del Gruppo svedese.

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Il centro R&S di Ericsson a Pagani nasce nel 1990 con l’obiettivo di sviluppare non solo l’hardware ma soprattutto il software e le complesse architetture delle centrali Axe. Nel corso di oltre tre decenni, i ricercatori di Ericsson a Pagani hanno fatto evolvere le centrali Axe, adattandole alle evoluzioni sia della rete fissa che alla nascita e sviluppo di quella mobile, garantendo piena interconnessione e interoperabilità tra  tutti i sistemi. Potrà sembrare scontato, ma ancora oggi è grazie alle centrali Axe installate nei nodi di rete degli operatori che è possibile effettuare una chiamata tra due numeri fissi o cellulari, da un numero fisso a uno mobile (e viceversa) o tra le diverse generazioni di telefonia mobile (2G/3G/4G/5G).

I sistemi Axe in gestione a Pagani sono la replica di circa 18.000 nodi di telecomunicazioni presenti in 150 Paesi, che servono circa 1 miliardo di utenti nel mondo.

Axe fa parte del portfolio Digital Services di Ericsson, il cui prodotto di punta è la Core Network, ossia la parte centrale della rete che prende e aggrega tutti i flussi di traffico (sia voce che dati, sia mobile che fisso) e li smista verso i punti di destinazione. Axe necessita di un’evoluzione continua per supportare le più moderne tecnologie, come il 5G, ed implementare le funzionalità più avanzate richieste dal mercato, come la necessità di “virtualizzare” le centrali di commutazione affinché evolvano nel mondo cloud.

Oltre all’attività di sviluppo, nel nuovo Axe Lab si effettuano, in modo continuativo 24/7, tutti i possibili test e simulazioni di traffico telefonico (ogni giorno, nel centro di Pagani, più di 100 ingegneri sono collegati da diverse parti del mondo per le attività di verifica), per scovare eventuali criticità nelle configurazioni o mettere alla prova i sistemi nelle situazioni più complesse (ad esempio i picchi di traffico durante un evento sportivo o in situazioni di emergenza). Tra i test rientrano anche quelli svolti in ambito sicurezza delle reti con l’obiettivo di soddisfare i requisiti e gli standard sempre più severi richiesti dagli operatori. Proprio la cybersecurity è un altro degli ambiti di specializzazione del centro R&S di Pagani.

Più recentemente, a Pagani si lavora all’utilizzo di complesse tecniche di machine learning e Intelligenza Artificiale per l’analisi predittiva dei guasti. Attraverso il controllo automatico di una serie di parametri è possibile scovare anomalie nel funzionamento dei sistemi e, qualora di verificasse il superamento di alcuni valori critici, è possibile deviare il traffico su tratte alternative, nonché suggerire all’operatore quali azioni fare per prevenire un potenziale guasto.

Centrali Axe in Italia

La prima centrale Axe in Italia fu installata a Napoli Capodichino nel 1982. Nel 1984, con una più ampia installazione di centrali Axe in Italia, avviene una svolta fondamentale: ci si poteva direttamente collegare con il numero desiderato, senza passare dai centralini. Si entrava così in una nuova era delle telecomunicazioni: le centrali elettromeccaniche lasciavano il posto a quelle digitali (ingombro iniziale fino a 7 volte inferiore e maggiori efficienze) e il telefono diventò alla portata di tutti. Nel 1986 grazie al sistema Axe di Ericsson, Venezia diventerà la prima città in Europa ad essere completamente numerizzata. La capacità acquisita di progettare, sviluppare, produrre e installare centrali di nuova generazione, consentì alla Ericsson-Fatme di operare non solo in Italia ma anche all’estero. Nel giro di pochi anni la Axe diventerà la centrale più diffusa al mondo. Axe rappresenta oggi la piattaforma di telecomunicazioni più diffusa al mondo e si stima che una chiamata su due passi attraverso questo sistema.

Ericsson a Pagani

Insieme ai centri di R&S di Genova e Pisa, il centro di Pagani ricopre un ruolo di primo piano nello sviluppo delle telecomunicazioni in Italia e nel mondo. In parallelo alla crescita di responsabilità in ambito Axe, Pagani è diventata negli anni un centro di riferimento per le soluzioni di Sicurezza Legale per i sistemi di telecomunicazioni, per i sistemi di Licensing basati su tecnologie Cloud Native e per le architetture software a componenti (Cba), occupando oggi circa 270 ricercatori. Negli anni, il centro di Pagani si è continuamente evoluto, grazie anche all’intensa collaborazione con le Università campane, che si traduce nella presenza di giovani talenti e nello sviluppo di attività e progetti su tecnologie all’avanguardia.

I commenti

“Che una grande multinazionale, leader in  un settore fortemente tecnologico, continui ad investire nel suo hub  di Pagani, in provincia di Salerno, è sicuramente un’ottima notizia  per il territorio – dice Angelo Tofalo, deputato 5 Stelle all’Adn Kronos – Il centro di ricerca e sviluppo in cui oggi  lavorano già 270 persone è nato nel lontano 1990 con l’obiettivo di  sviluppare hardware e software ed oggi con il nuovo laboratorio sarà
anche in grado di effettuare ulteriori test e simulazioni di traffico  telefonico”.
“Il polo della provincia di Salerno – continua Tofalo – si conferma di interesse per grandi investitori e le istituzioni tutte dovranno  sempre più creare le condizioni e terreno fertile per la creazione di  una vera e propria ‘Silicon Valley’ salernitana”.

Per Antonio  Capone – ordinario di Tlc e preside della Scuola di Ingegneria
Industriale e dell’Informazione del Politecnico di Milano, l’hub creerà “più occupazione sul territorio e un  indotto di nuove Pmi e startup universitarie di altissima qualità”.

Con l’Axe Lab di Ericsson, osserva ancora Capone, “potrebbe essere  conseguenziale un aumento di occupazione e soprattutto un nuovo  livello di indotto legato a queste competenze software”. Di fatto, “il laboratorio segue questo trend tecnologico, ovvero Ericsson mantiene la sua tradizione fortissima su piattaforme hardware dedicate alle
Tlc, tuttavia sta trasformando verso il mondo della virtualizzazione  software anche i suoi prodotti e laboratori come questo di Pagani  vanno anche in questa direzione, quindi nella giusta direzione in  assoluto” spiega ancora all’Adn Kronos, il direttore dell’Advanced Network  Technologies Laboratory del Dipartimento di Elettronica Informazione e Bioingegneria (Deib).

Ciò perché, continua Capone, “in un tessuto come quello italiano,  Ericsson può attingere alle competenze che ci stanno e che sono  qualificate: laureati e professionalità tali da stimolare proprio  nuova imprenditoria”.

“E’ chiaro – osserva- che la collocazione del  Lab al Sud d’Italia è importante sia perché le università del Sud –  dell’area di Salerno o di Napoli – producono una serie di laureati e  corsi di laurea in informatica in ambito delle telecomunicazioni che  rappresentano competenze di alto profilo, sia per i giovani che si  laureano in questi territori”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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