IL PROVVEDIMENTO

Decreto Rilancio, digitale “parcellizzato”. Nessuna visione di insieme a sostegno dell’economia

Risorse per le startup, la didattica a distanza e i videogiochi, ma non c’è alcun piano strategico e mancano all’appello le misure per Impresa 4.0. In attesa della pubblicazione in Gazzetta la sintesi dei provvedimenti nel comunicato stampa notturno del Consiglio dei ministri

Pubblicato il 14 Mag 2020

Tricolore Palazzo Chigi coronavirus

Il dado è tratto. Forse. Perché finché il Decreto Rilancio non sarà pubblicato in Gazzetta di certezze non ce ne sono. E bisognerà peraltro verificare quanti e quali provvedimenti avranno bisogno di decreti attutativi per passare dal dire al fare. Per non parlare degli emendamenti attesi nel passaggio parlamentare.

Il comunicato stampa del Consiglio dei ministri (qui il comunicato integrale), diramato a tarda notte dopo la conferenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dei ministri, sintetizza le misure prossime venture. E riguardo a quelle per la digitalizzazione la sostanza si riduce a una serie di iniziative “disaggregate”, senza dunque una visione di insieme sulle politiche di digitalizzazione. Manca soprattutto all’appello il “piano” per Impresa 4.0 su cui si erano accesi i riflettori nei giorni scorsi ma che già nella mattinata di ieri era stato dato per morto e da recuperare in un altro provvedimento, forse il Decreto Semplificazioni o addirittura un decreto “dedicato”, ma per ora si tratta solo di voci di corridoio.

Il fondo per il Trasferimento tecnologico: sul piatto 50 milioni

Nel capitolo intitolato “Sostegno alle imprese e alle economia”, sono due i paragrafi, stringatissimi, che riguardano l’innovazione digitale: è costituito, presso il Ministro dell’Innovazione, un Fondo per il trasferimento tecnologico “finalizzato alla promozione di iniziative e investimenti utili alla valorizzazione e all’utilizzo dei risultati della ricerca presso le imprese operanti sul territorio nazionale, con particolare riferimento alle start-up innovative”. Secondo quanto si apprende il fondo dovrebbe avere una dotazione di 50 milioni di euro per l’anno 2020. Secondo quanto si legge in una nota del Ministro dell’Innovazione Paola Pisano (che ha in capo la gestione delle risorse) il fondo servirà a digitalizzare servizi della Pubblica amministrazione ai cittadini e alle imprese e in particolare per aumentare la tipologia di pratiche che gli italiani possono svolgere per via telematica nonché ad aumentare i servizi erogabili attraverso la app “Io”. Gli stanziamenti potranno essere utilizzati, oltre che per acquisti di software, per sostenere la realizzazione di cambiamenti necessari finalizzati a rendere più agili i rapporti tra cittadini e macchina pubblica.

“Il ruolo della digitalizzazione dei servizi è oggi più che mai strategico non solo per semplificare la burocrazia, velocizzare i tempi di erogazione dei servizi e diminuire i costi delle strutture, ma soprattutto per migliorare il rapporto tra Pubblica amministrazione e cittadino – si legge nella nota el Mid -. Massima attenzione è rivolta ai tempi di attuazione della trasformazione tecnologica e alle nuove tecnologie che verranno utilizzate per creare servizi semplici e tuttavia avanzati tecnologicamente. Ciò consentirà di aumentare il livello di sicurezza dei servizi e le competenze tecniche della Pubblica amministrazione accompagnando gli enti verso nuove tipologie e modalità di lavoro”.

Gli incentivi per startup e industria dei videogiochi

Tornando al decreto Rilancio sono previste “ulteriori norme volte a rafforzare il sostegno pubblico alla nascita e allo sviluppo delle start-up innovative, agendo nell’ambito della misura “Smart&Start Italia”.

Fra le “Misure di incentivo e semplificazione fiscale” si prevede “un “credito imposta ricerca e sviluppo al sud: maggiorazione dell’aliquota ordinaria dal 12 al 25% per grandi imprese e dal 12 al 35% per medie imprese e dal 12 al 45% per piccole imprese”.

Il comunicato stampa del Cdm non fa riferimento ad alcuni provvedimenti che dovrebbero però essere contenuti nel Decreto da oltre 460 pagine a partire dalla costituzione del fondo First Playable Fund, in capo al Mise, per sostenere lo sviluppo dell’industria dell’intrattenimento digitale a livello nazionale con dotazione iniziale di 4 milioni di euro nel 2020. Il Fondo – si legge nella bozza di decreto delle ore 17 di ieri –“ è finalizzato a sostenere le fasi di concezione e pre-produzione dei videogames, necessarie alla realizzazione di prototipi, tramite l’erogazione di contributi a fondo perduto, riconosciuti nella misura del 50 per cento delle spese ammissibili, e per un importo compreso da 10.000 euro a 200.000 euro per singolo prototipo”.

E-fattura e lotteria degli scontrini: i rinvii al 2021

È rinviata al 1° gennaio 2021 l’applicazione della procedura di integrazione da parte dell’agenzia delle entrate dell’imposta di bollo dovuta sulle fatture elettroniche inviate tramite il sistema di interscambio che non recano l’annotazione di assolvimento dell’imposta. E slittano sempre al 1° gennaio del prossimo anno la lotteria degli scontrini e l’obbligo del registratore telematico.

Editoria online: credito di imposta al 30%

Una misura ad hoc è pensata per l’editoria online: è riconosciuto un credito d’imposta pari al 30% che dovrebbe riguardare (ma questa specifica è contenuta nello schema di decreto datato ieri) la spesa effettiva sostenuta nell’anno 2019 per l’acquisizione dei servizi di server, hosting e manutenzione evolutiva per le testate edite in formato digitale, e per information technology di gestione della connettività. Il credito d’imposta è riconosciuto entro il limite di 8 milioni di euro per l’anno 2020.

Didattica a distanza: risorse per dispositivi e connettività

In materia di istruzione le risorse aggiuntive – 331 milioni nel 2020 –  nell’ambito del fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche potranno essere utilizzate anche per “interventi utili a potenziare la didattica anche a distanza e a dotare le scuole e gli studenti degli strumenti necessari per la fruizione di modalità didattiche computabili con la situazione emergenziale nonché a favorire l’inclusione scolastica e ad adottare le misure che contrastino la dispersione” nonché per l’ “acquisto e messa a disposizione, in particolare degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso, di dispositivi digitali individuali e della necessaria connettività di rete per la fruizione della didattica a distanza nonché per favorire l’inclusione scolastica e adottare misure che contrastino la dispersione”, e  “acquisto e utilizzo di strumenti editoriali e didattici innovativi”. I fondi potranno essere utilizzati anche per “sistemi di sorveglianza e dell’infrastruttura informatica”.

Via al portale nazionale Fse

Fra le misure non indicate sul comunicato, ma messe nero su bianco sullo schema di decreto circolato ieri – anche la costituzione del Portale Nazionale Fse (fasciolo sanitario elettronico) – finalizzato alla raccolta dei dati e dei documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l’assistito. L’Fse “rappresenta un obiettivo strategico della c.d. sanità digitale, previsto dall’Agenda digitale italiana e europea, nonché dal Patto per la salute e Patto per la salute digitale”, si legge nella relazione illustrativa della misura sempre nel documento di ieri. “Al riguardo, inoltre, il vigente Piano triennale dell’Agid individua il Fse come una “piattaforma abilitante” del Paese, necessaria per lo sviluppo dei servizi sanitari digitali della Pubblica Amministrazione per il cittadino. Peraltro, ai fini del governo del settore sanitario, il Fse costituisce uno strumento strategico per la verifica dell’appropriatezza nell’erogazione delle prestazioni, consentendo al professionista sanitario di consultare on-line la storia clinica del paziente ed evitando, in tal modo, anche sprechi derivanti dalla reiterazione di prescrizioni di esami clinici già effettuati”.

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