L'USO DEI FONDI PUBBLICI

Banda ultralarga, Fratelli d’Italia presenta interrogazione sul piano voucher

Indirizzata ai ministri Colao e Giorgetti da parte del deputato Federico Mollicone, responsabile innovazione del partito, mette sotto i riflettori l’uso delle risorse: “Bisogna sostenere le imprese, si rischiano effetti anticoncorrenziali”

Pubblicato il 24 Mag 2021

Enzo Lima

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“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, recante interventi in materia di reti in banda ultralarga, prevede che sulla base di un’approfondita analisi del “Piano Voucher” attualmente in corso si provveda ad ‘aggiornarlo e, se necessario, potenziarlo per massimizzare l’impatto del sussidio pubblico erogato’; quali iniziative intendano adottare gli interrogati al fine di valutare empiricamente l’efficacia della misura, valutandone eventuali effetti anticoncorrenziali, e, per l’effetto, destinare quota parte delle risorse stanziate per la c.d. “Fase II” del “Piano Voucher” primariamente al sostegno delle imprese, in linea con quanto previsto nel Pnrr, e con l’obiettivo di favorire la loro trasformazione digitale”: questo il testo dell’interrogazione presentata al Governo da Federico Mollicone, deputato e responsabile Innovazione di Fratelli d’Italia.

L’interrogazione è ai ministri per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, e dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti: la cosiddetta “Fase II” del Piano voucher prevede l’estensione della misura alle imprese e alle famiglie con Isee fino a 50.000 euro e l’erogazione di voucher destinati esclusivamente all’acquisto di servizi di connettività. “A differenza della precedente, l’intervento di prossima attuazione non ha, dunque, carattere sociale, ma è finalizzato alla trasformazione digitale del Paese mediante l’incentivo al ricorso alla rete in banda ultralarga”, scrive il deputato evidenziando che “le piccole e medie imprese rappresentano il cuore del tessuto economico e produttivo del nostro Paese, ma scontano tutt’ora un divario in termini di competitività in quanto impossibilitate a usufruire al meglio di quei servizi digitali che rappresentano un vero e proprio abilitatore per la loro trasformazione e la crescita economica”.

Mollicone ricorda che secondo l’indice Desi 2020 della Commissione UE “a fronte di un aumento nel nostro Paese del 6% del tasso di diffusione delle reti fisse ad altissima capacità (Vhcn) tra il 2019 e il 2020, il livello di digitalizzazione delle Pmi è rimasto invece invariato. Al netto dell’incremento dell’uso dei social network, il ricorso ai servizi cloud da parte delle imprese è infatti rimasto stabile (utilizzati dal 15% a fronte di una media UE del 18%). Anche l’uso dei big data non ha visto miglioramenti nel raffronto con la relazione Desi 2019 (stabile al 7%) e, anzi, risulta in diminuzione rispetto al 9% registrato nell’analisi del 2018 (media UE del 12%)”.

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