Il Cloud Native 5G Core sta rapidamente emergendo come uno dei pilastri strategici per la trasformazione digitale delle telecomunicazioni globali. Secondo le ultime analisi riportate da IT Industry Today, il mercato raggiungerà i 6,3 miliardi di dollari entro il 2032, con un tasso di crescita annuo composto (Cagr) del 18,41%.
La transizione verso architetture cloud-native non è più un’opzione ma una necessità: con la crescita esponenziale del traffico dati, delle applicazioni IoT e dei servizi a bassa latenza, gli operatori stanno abbandonando le infrastrutture tradizionali per adottare sistemi basati su microservizi, containerizzazione e service-based architecture (Sba). Questo cambiamento rappresenta una svolta epocale per l’intero ecosistema telco.
Indice degli argomenti
Cloud Native 5G Core, leva per la flessibilità e l’automazione della rete
La spinta verso il Cloud Native 5G Core non riguarda solo l’aspetto tecnologico. È una risposta sistemica alle esigenze di agilità, scalabilità e innovazione in un mercato in cui le aspettative di utenti e imprese cambiano rapidamente.
Le nuove architetture consentono una distribuzione dinamica e automatizzata delle funzioni di rete, rendendo possibile l’introduzione di servizi innovativi come network slicing, ultra-reliable low-latency communications (Urllc) e massive machine-type communication (mMtc).
Secondo i dati raccolti, le soluzioni (rispetto ai servizi) rappresentano attualmente la componente dominante del mercato per la gestione e l’orchestrazione delle funzionalità di rete 5G. Tuttavia, i servizi di integrazione, consulenza e gestione stanno registrando un’accelerazione notevole, a causa della crescente complessità delle implementazioni.
Scalabilità e personalizzazione: il ruolo dei modelli cloud ibridi
Nel panorama delle modalità di distribuzione, il cloud pubblico mantiene una posizione di leadership grazie alla sua convenienza e scalabilità. Tuttavia, si osserva un crescente interesse verso le architetture ibride, capaci di coniugare controllo proprietario e flessibilità del cloud.
Questa tendenza riflette la necessità, da parte degli operatori, di rispondere a esigenze regolatorie e di sicurezza, senza rinunciare alla possibilità di scalare rapidamente la propria infrastruttura. In particolare, nei contesti enterprise — come manifattura, logistica e automotive — si rafforza l’interesse per reti private 5G basate su core cloud-native, in grado di garantire prestazioni elevate e una gestione locale delle risorse.
Attori chiave e alleanze strategiche
Il mercato è animato da giganti delle telecomunicazioni e da hyperscaler del cloud. Tra i principali player: Ericsson, Huawei, Nokia, Samsung, Zte, Cisco, Nec, Mavenir, Hpe, Aws, Microsoft Azure e Google Cloud Platform.
Nel 2024, T-Mobile ha completato la migrazione al core standalone cloud-native, segnando una tappa fondamentale nella roadmap 5G. L’obiettivo dichiarato è abilitare il network slicing su larga scala e offrire servizi ultra-performanti.
Anche Vodafone ha siglato una partnership strategica con Microsoft Azure, puntando alla creazione di una rete digitale basata su funzioni cloud-native e intelligenza artificiale. Il focus è sulla riduzione del time-to-market e sull’ottimizzazione delle performance.
Nel frattempo, Ericsson ha introdotto una nuova versione del proprio dual-mode 5G Core, compatibile con ambienti multi-cloud. Aws, invece, ha lanciato Telco Network Builder, una suite di strumenti pensata per facilitare la gestione delle infrastrutture cloud-native da parte degli operatori. Samsung ha esteso la propria offerta integrando standard O-Ran, in linea con le esigenze di disaggregazione e interoperabilità.
Cloud Native 5G Core e applicazioni industriali: focus sulla banda ultralarga
L’adozione del Cloud Native 5G Core apre scenari inediti per la banda ultralarga, rendendo possibile l’attivazione di servizi verticali ad alto valore aggiunto. Dalla telemedicina alle smart factory, dai veicoli autonomi alla realtà aumentata, le reti 5G su core cloud-native sono l’infrastruttura abilitante per un nuovo paradigma industriale.
La possibilità di implementare network slicing dedicati a singole applicazioni permette agli operatori di offrire connettività su misura, con livelli garantiti di qualità del servizio (QoS). Un elemento chiave per l’evoluzione dei servizi mission-critical e per l’affermazione di modelli di business B2B sempre più sofisticati.
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Sfide tecnologiche e criticità regolatorie
Nonostante le grandi opportunità, la migrazione verso il cloud-native non è priva di ostacoli. Le difficoltà principali riguardano la sicurezza, l’interoperabilità e l’integrazione con sistemi legacy.
L’utilizzo del cloud pubblico, ad esempio, può generare preoccupazioni in merito al controllo dei dati e al rischio di lock-in con i fornitori. Inoltre, la formazione del personale tecnico rappresenta un nodo critico, in quanto richiede competenze nuove e aggiornate in ambito DevOps, automazione e orchestrazione di rete.
Infine, le normative nazionali e le politiche di sovranità digitale possono influenzare le scelte tecnologiche degli operatori, specialmente in Europa, dove la protezione dei dati è al centro dell’agenda digitale.
Espansione geografica e traiettorie future
Il Nord America guida il mercato grazie a una solida infrastruttura cloud e agli investimenti di operatori come Verizon, AT&T e T-Mobile. In Asia-Pacifico, la crescita è sostenuta da forti politiche pubbliche e da progetti massivi di digitalizzazione in Cina, Corea del Sud e Giappone.
L’Europa si distingue per l’integrazione del 5G nelle strategie di Industria 4.0 e nelle iniziative di smart city, con Germania, Francia e Regno Unito in prima linea. America Latina e Africa-Medio Oriente, pur trovandosi in una fase iniziale, stanno accelerando grazie all’aumento della penetrazione mobile e alla crescente domanda di reti 5G private.
Guardando al futuro, si delineano trend strutturali come l’integrazione tra intelligenza artificiale, edge computing e automazione zero-touch, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza operativa e migliorare la customer experience. In questo contesto, le reti 6G si prospettano come una naturale evoluzione del modello cloud-native, con infrastrutture AI-native progettate per supportare in tempo reale applicazioni autonome e immersive.