La Commissione europea ha pubblicato la terza overview sull’attuazione delle regole per la posa di small cells (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO), fotografando un’Europa che avanza nella densificazione, ma non abbastanza per colmare il divario di qualità del 5G con altre aree del mondo. Nel 2023 le installazioni hanno raggiunto quota 44.180, con un incremento di 1.962 unità rispetto al 2022 (+4,6%); la componente 5G, in particolare, è schizzata a 6.205 nodi, +850% anno su anno, mentre prosegue il calo delle micro-installazioni 2G, 3G e “non specificate”. Un segnale forte sul ruolo delle small cells per capacità, latenza e uso efficiente dello spettro, soprattutto nei contesti urbani ad alta domanda; ma il ritmo degli investimenti resta contenuto.
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Dal “light-touch” al realismo industriale: cosa dicono i numeri
La traiettoria regolatoria europea parte dal Regolamento di esecuzione (Ue) 2020/1070, che ha definito caratteristiche fisiche e tecniche delle small-area wireless access points (Sawap) per abilitarne l’installazione in regime esentato da permessi urbanistici individuali, mantenendo però il controllo delle autorità nazionali. L’impostazione “light-touch” ha ridotto gli attriti autorizzativi, puntando su soluzioni a basso impatto visivo e conformi ai limiti di esposizione ai campi elettromagnetici fissati dalla Raccomandazione del Consiglio 1999/519/CE.
Nel frattempo, il mercato ha mostrato una chiara riallocazione verso 4G e soprattutto 5G, coerente con l’economia del traffico dati e con il disegno delle reti ultra-dense: la crescita dei nodi 5G registrata nel 2023 è impressionante in termini relativi, ma non basta a ribaltare la percezione di un’Europa lenta sulla qualità del 5G rispetto a Usa e Asia, come sottolinea il report della Commissione.
Nuove regole 2024: Aas e reporting biennale
Nel 2024 la Commissione ha aggiornato il quadro con il Regolamento di esecuzione (Ue) 2024/2000 che amplia la definizione alle small cells con Active Antenna System (Aas) e ritocca alcune specifiche tecniche, inclusa la gestione della conformità con Eirp aggregato nei casi di co-locazione. Contestualmente, cambia la cadenza di monitoraggio: dal 1° gennaio 2024 gli Stati membri riportano ogni due anni, con prima scadenza al 31 marzo 2026 per coprire il biennio di riferimento. Un passaggio importante per stabilizzare il perimetro tecnologico e ridurre oneri amministrativi, ma anche per dare alle telco una cornice chiara mentre sperimentano beamforming e altre funzioni avanzate.
Densificazione come leva di qualità: il nodo economico e urbano
Dal punto di vista techno-economico, la densificazione con small cells abilita capacità addizionale, riduce la latenza e ottimizza lo spettro con riuso spaziale, soprattutto in aree ad alta densità e lungo corridoi di mobilità. È una condizione necessaria per erogare servizi 5G ad alte prestazioni, dall’Urllc alle applicazioni mission-critical in industria, logistica e media. La Commissione lo rimarca, ma evidenzia che gli investimenti restano limitati: segnale che il business case della densificazione non è ancora maturo in tutti i Paesi, complice la pressione sui margini e la frammentazione delle politiche locali per l’accesso a supporti (facciate, lampioni, arredo urbano).
Trasparenza e accettazione sociale: il dibattito aperto
L’aggiornamento regolatorio ha riacceso anche il dibattito pubblico. Alcune realtà civiche europee valutano criticamente l’idea di rendere le small cells “invisibili” o poco percepibili, temendo una riduzione della trasparenza e chiedendo maggiore informazione su localizzazione e parametri di emissione, oltre a un approccio prudenziale sulle installazioni ravvicinate. Le osservazioni apparse durante la consultazione 2024 mettono in luce sensibilità diverse rispetto al bilanciamento fra rapidità di rollout e diritti del cittadino, un tema da affrontare con strumenti di comunicazione chiari e dashboard locali sugli impianti.
Dalla teoria alla pratica: dove sbloccare valore per telco e città
Per gli operatori, la sfida non è soltanto normativa: servono modelli operativi e finanziari adatti alla micro-scala. In concreto, fa la differenza la semplificazione degli accessi ai supporti (edifici pubblici, stazioni, lampioni smart), contratti-tipo per siti multi-operatore, e tool di pianificazione capaci di integrare densità di utenza, propagazione radio e vincoli architettonici delle città storiche europee. L’evoluzione verso Aas richiede inoltre capex mirato e competenza RF per pensare reti “beam-aware”, dove la geometria del fascio è variabile nel tempo e nello spazio.
Un tassello abilitante è la co-locazione: la possibilità di dimostrare congiuntamente la conformità dell’Eirp aggregato in siti condivisi può ridurre tempi e costi e aprire la strada a micro-poli radio nei luoghi a massima domanda (stadi, centri commerciali, hub di trasporto).
Governance dei dati e monitoraggio: cosa cambia con il nuovo calendario
Il passaggio al reporting biennale impone alle amministrazioni di organizzare flussi dati più robusti: georeferenziazione degli impianti, classificazione per tecnologia e potenza, evidenza di co-locazioni e interventi di adeguamento. La prima scadenza del 31 marzo 2026 stabilisce un orizzonte netto per i Paesi membri, con l’obiettivo di mettere a fattor comune numeri comparabili e policy di miglioramento.
Perché l’Europa corre ma non abbastanza: i tre vincoli da sciogliere
Il report della Commissione, pur fotografando progressi, non nasconde il ritardo europeo sul 5G di alta qualità. Tre i vincoli principali: capex e costo del capitale, complessità urbana e specifiche tecniche “strette” per location indoor e grandi venue. Sono questi i punti di leva su cui il Regolamento 2024/2000 e la pratica amministrativa potranno lavorare nei prossimi mesi.
Cosa aspettarsi nel 2026: maturazione del perimetro e metriche di qualità
Guardando ai prossimi due anni, l’inclusione delle Aas nelle regole Ue dovrebbe favorire micro-siti più performanti, con beamforming dinamico e gestione intelligente dell’interferenza; al tempo stesso, la co-locazione potrà espandersi grazie a regole più chiare sull’Eirp aggregato. Se gli investimenti torneranno a premere sull’acceleratore, è plausibile una crescita lineare delle installazioni, con focus sui distretti ad altissima domanda.












