L’INTERVISTA

Adtran, Fogli: “Servono soluzioni in fibra più flessibili per gli obiettivi del Digital Decade”



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Il Director Technology and Solutions Emea dell’azienda accende i riflettori sui terminali di accesso compatti e a basso consumo energetico. “È determinante il ruolo degli apparati attivi per aiutare le telco a capitalizzare maggiormente i propri asset. E diventa imprescindibile la modalità non-blocking per non rischiare colli di bottiglia che impattino sulle prestazioni”

Pubblicato il 2 mag 2024



Stefano_Fogli adtran

“La copertura Ftth/B cresce a un ritmo costante in tutti i paesi europei. Ma man mano che la copertura procede si aggrediscono aree geografiche sempre più difficili da raggiungere, e quindi emerge con più forza l’esigenza di indirizzare queste aree con soluzioni di accesso in fibra sempre più flessibili, per rispettare gli obiettivi della Digital Agenda e soprattutto per non creare un nuovo digital divide”: Stefano Fogli, Director Technology and Solutions Emea di Adtran fa il punto con CorCom sull’evoluzione dello scenario e sui rischi che si profilano senza azioni mirate.

Fogli, soluzioni in fibra sempre più flessibili: cioè?

L’esigenza di raggiungere con la copertura in fibra luoghi sempre più remoti/rurali, allo stesso tempo riducendo il numero delle centrali attive, spinge naturalmente verso terminali di accesso in fibra (Olt) compatti, a basso consumo energetico e capaci di operare in un armadio stradale senza aria condizionata. Questi apparati devono essere anche capaci di collegarsi tra di loro in modo flessibile, in topologie di rete come cascata e anello, che consentono di massimizzare la lunghezza dell’ultimo miglio, minimizzando le risorse necessarie (centrali, fibre e altro). Grazie a questi Olt, è possibile ad esempio sostituire una centrale con un cabinet (o un pozzetto), con evidenti risparmi a parità di prestazioni. Non dobbiamo poi dimenticare che anche in aree meno dense la banda per utente continuerà a salire, e quindi diventa imprescindibile per l’Olt la capacità di diventare “non-blocking” quando è necessario, altrimenti diventerà un collo di bottiglia per le prestazioni degli utenti finali, e a un certo punto andrà sostituito anzitempo.

E quale può essere il contributo di Adtran in tal senso?

Ad oggi la flessibilità raggiunta grazie alla nostra piattaforma Olt è senza pari grazie a un lavoro importante portato avanti negli anni. Abbiamo introdotto una nuova architettura nel nostro Olt, in modo da scomporlo in tanti “mattoncini” funzionali autonomi, che possono quindi essere connessi tra loro a formare proprio quelle topologie necessarie a raggiungere in modo efficiente anche le aree più complicate. Tutti questi mattoncini sono nativamente “non-blocking”, quindi resteranno al loro posto anche quando il traffico degli utenti raggiungerà il valore massimo consentito dalla tecnologia.

E le telco come devono operativamente passare all’azione?

Uno dei modi in cui gli operatori possono finanziare la propria crescita è quello di consolidare le proprie centrali di accesso in aree densamente popolate, liberando preziosi asset immobiliari. Ci sono casi in Europa in cui operatori nazionali gestiscono un numero limitato e consolidato di centrali d’accesso attraverso cui riescono a offrire servizi wholesale agli operatori loro clienti. Questo processo implica una riduzione del numero di centrali, che a loro volta devono contenere Olt più grandi e in grado di gestire più utenti in modo efficiente e razionale. Per permettere ciò, l’Olt di una singola centrale deve essere in grado di crescere gradualmente fino a valori molto alti, per servire svariate decine di migliaia di utenti.

Quanto tempo ci vuole per arrivare a risultati ottimali?

Consolidare e razionalizzare le centrali è un processo lungo, il nostro consiglio è quello di partire con un Olt “embrionale” che abbia la capacità di espandersi quando e come richiesto, rimanendo sempre non-blocking. Per non creare un problema laddove l’operatore cerca di creare valore, un Olt di grandi dimensioni deve essere non solo espandibile all’infinito, ma allo stesso tempo deve essere facile da gestire. Deve permettere la creazione dei circuiti-cliente in modo semplice e fruibile e se l’operatore in questione è un wholesaler, questo processo deve essere automatizzato al massimo livello per tenere il passo con il churn tra operatori. Questo chiama in causa il sistema di gestione del Olt e noi crediamo che il paradigma più efficace in questo senso sia dato dall’architettura Sdn, implementata nel nostro sistema di gestione.

Ad oggi come procede la vostra roadmap?

In Adtran abbiamo già installato parecchie decine di centrali in grado di servire oltre 50mila clienti ciascuna, proprio grazie alla nostra insuperata architettura a “mattoncini” (o in termini tecnici “disaggregata”) dell’Olt. Il vantaggio di quest’architettura è che invece di poggiare su un backplane limitato e proprietario come negli Olt tradizionali, l’Olt di Adtran utilizza connessioni aperte e standard Ethernet. Il vantaggio del nostro approccio, in questo caso specifico, è francamente impressionante. Non è un caso che ormai molti Tier 1 europei abbiano scelto la nostra soluzione.

Last but not least la questione del take up, indicata dall’Ftth Council Europe fra le più dirimenti. Come uscirne?

In alcuni Stati europei tra cui l’Italia il take up dei servizi in fibra è ancora basso per svariati motivi, non ultimo la grande affidabilità della rete in rame. Questo crea un problema di remunerazione dell’investimento necessario per completare la copertura in fibra. Al di là di importanti iniziative volte a favorire l’adozione dei servizi in fibra – come lo switch off del rame e il decommissioning delle centrali – è determinante, dunque, il ruolo che gli apparati attivi hanno e avranno nel ridurre gli investimenti e i costi operativi associati.

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