Non si ferma la protesta dei lavoratori Almaviva. Oggi raduno a Palermo, in piazza Croci, e corteo nel giorno dello sciopero contro la prospettiva di migliaia di esuberi e la conclusione a fine maggio dei contratti di solidarietà. Una prospettiva che addensa nubi fosche su una delle principali “industrie” private della Sicilia. In centinaia si sono dati appuntamento nel centro città per raggiungere la prefettura. I sindacati hanno chiesto di essere convocati dal nuovo prefetto Antonella De Miro, “auspicando la partecipazione delle Istituzioni territoriali al tavolo”.
I sindacati sollecitano la mediazione del prefetto per l’apertura di un tavolo di crisi nazionale, “cruciale” sia per la vertenza Almaviva, “che con i suoi 5 mila lavoratori con il futuro a rischio rappresenta un’emergenza nazionale di cui il governo non può non prendere atto”, sia per le sorti di tutto il settore dei call center in Sicilia, comparto che conta 20mila addetti.
“Ancora una volta i giovani lavoratori di Almaviva invadono le vie di Palermo a difesa del posto. Basta perdere tempo, a rischio c’è il futuro di migliaia di famiglie – dice Giuseppe Tumminia, segretario regionale Uilcom – In Prefettura la delegazione sindacale chiederà per l’ennesima volta l’aiuto del Governo nazionale.
“Chiediamo al Presidente Renzi di intervenire sui grossi committenti pubblici e privati per mantenere il lavoro e soprattutto operare con un sistema di regole sugli appalti che eviti le gare al massimo ribasso – prosegue Tumminia -. Almaviva in Sicilia si appresta a licenziare migliaia di lavoratori, a fronte di commesse assegnate ad altri operatori al di sotto del costo del lavoro, previsto dalla contrattazione collettiva. Siamo dinanzi ad una grossa speculazione. Il Governo Crocetta – conclude Tumminia – è in forte ritardo. Da anni manca una politica industriale. Perdendo questa sfida, si candida la nostra regione al precariato e all’assistenzialismo sociale”.