Asati: “No alla svendita di Telecom Argentina”

In vista del cda di Telecom Italia del 5 agosto i piccoli azionisti presentano le loro proposte. “Sì a fusione Tim Brasil-Gvt, no a cessione torri”. E sulla fibra ottica: “Valutare newco con Metroweb”

Pubblicato il 01 Ago 2014

Niente vendita al ribasso per Telecom Argentina, niente cessione delle torri e sì alla fusione Tim Brasil-Gvt. Sono alcune delle proposte che Asati sottoporrà all’attenzione del cda di Telecom Italia previsto per il 5 agosto. Secondo i piccoli azionisti di TI “il cda non potrà non affrontare oltre alla gestione ordinaria temi di vitale importanza per lo sviluppo dell’azienda ormai non più rimandabili”.

Per la vendita dell’Argentina, Asati chiede di non trattare la vendita a ribasso: nel caso in cui vengano rispettate le condizioni iniziali “recedere dalla stessa e aspettare eventualmente tempi più favorevoli. Una decisione è essenziale anche per i riflessi sull’andamento del titolo della società in riferimento al potenziale default dell’Argentina”.

Sul fronte Brasile si chiede di “ accelerare un accordo di fusione con Gvt i cui vantaggi sono indiscutibili. Le risorse finanziarie necessarie potrebbero essere reperito dalla conversione delle risparmio e da un contenuto aumento di capitale di 2- 3 miliardi di euro”.

Asati accende i riflettori anche sulla conversione delle azioni di risparmio in ordinarie. “Essendo innegabile che la società ha bisogno di risorse finanziarie per lo sviluppo, la conversione delle risparmio è ormai indispensabile anche tenendo conto di un piano B per il punto di cui sopra. Tra l’altro ormai questa distinzione è desueta e antistorica”, spiega l’associazione.

Niente vendita delle torri. “In alternativa si costituisca una newco a maggioranza di TI, per la gestione e manutenzione degli edifici invitando altri interessanti attori quali i network Tv anche Italiani, facendo quindi sinergia con loro come avviene in molte parti del mondo”.

Infine si chiede la costituzione di una società con Metroweb per la larghissima banda: “ Considerando che da anni si sta parlando di un eventuale accordo con Cdp di cui non si è fatto nulla, sarebbe utile, per iniziare, costituire una Newco TI-Metroweb, a cui TI potrebbe partecipare parte in cash parte con i suoi assets della rete verticale in rame lì dove Metroweb ne è sprovvista, destinata all’inizio alla clientela a forte esigenze di capacità trasmissiva”.

“In conclusione riteniamo che ormai è finito il tempo di galleggiare , con un debito e un avviamento monstre, occorre adottare scelte di un vero piano industriale come Asati sta ancora una volta oggi proponendo e come più volte fatto nel passato – si legge nelle nota di Asati – Solo adottando queste azioni concrete finirà l’era dei condizionamenti di Telefonica e di Telco, che hanno impedito lo sviluppo della società realizzando un vera pubblic company e l’adozione di un vero piano industriale sarà anche la verifica se questo nuovo Cda sia veramente indipendente e rappresenti gli interessi di tutti gli azionisti come era stato presentato al mercato prima della sua nomina e tuteli anche i suoi dipendenti che rappresentano oggi, in una situazione di criticità, una risorsa strategica indispensabile”.

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