Domani sarà una giornata cruciale per capire se il progetto di
dare vita ad una grande Federazione dell’Ict & media caldeggiato
dal presidente di Asstel Stefano Parisi potrà concretizzarsi e in
base a quali modalità. La giunta e il consiglio di Assinform sono
chiamati ad esprimersi sulla possibilità di fare convergere le due
associazioni in un unico “soggetto”, rappresentativo degli
interessi delle big telco e delle aziende dell’IT, grandi e
piccole, che fanno capo all’associazione presieduta da Paolo
Angelucci.
I nodi da sciogliere non sono pochi: Asstel è già uscita
formalmente da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici e
intende andare avanti sulla propria strada, forte della
rappresentanza, in termini di peso di fatturato e quindi di potere
di mercato, delle aziende partecipate, alias le compagnie di Tlc.
Vero è però che le intenzioni di Parisi sono molto più
ambiziose: la federazione a cui pensa il manager prende ispirazione
dal modello della tedesca Bitkom, della spagnola Ametic e
dell'inglese Intellect “in cui tlc, mondo tv e radio, filiera
dell'Ict, internet provider e realtà dell'outsourcing
uniscano le forze per portare avanti istanze comuni”, ha
annunciato Parisi lo scorso 25 febbraio nel formalizzare la
fuoriuscita di Asstel da Csit.
Assinform da parte sua si è detta disponibile alla creazione della
grande Federazione, ma a patto che sia riconosciuto e valorizzato
il ruolo dell’universo IT. Tre le condizioni poste dalla
dirigenza per convergere nella nuova creatura: dignità,
rappresentatività e rapporti con le pmi e il territorio. Tutto
ciò in sostanza si traduce nella volontà di mantenere compatta la
squadra nella transizione verso la grande Federazione evitando lo
spezzatino che vedrebbe fuoriuscire dall’associazione le big
company dell’IT lasciando fuori dalla partita i soggetti minori
che però rappresentano la maggior parte degli associati Assinform
tra cui quelli del terziario avanzato (ex Fita). Non sarà facile
mettere d’accordo tutti, considerati i diversi interessi in gioco
e il diverso potere di mercato dei soggetti interessati. Ed è
infatti sulle modalità della gestione della nuova Federazione,
più che sulla volontà di darvi vita, che l’accordo non è stato
ancora trovato.
La liaison Assinform-Asstel modificherebbe poi inevitabilmente la
“struttura” di Csit. Sotto l’ala dell’associazione
presieduta da Stefano Pileri resterebbero le altre associazioni di
settore nonché quelle territoriali. A meno che non si arrivi ad
una rottura con la formazione di due associazioni, da una parte
Asstel che in qualche maniera riproporrebbe così la vecchia
Federcomin e dall’altra Assinform in cui rimarrebbero le aziende
che non intendono aderire al progetto di Parisi. Ma c’è anche
chi ventila l’ipotesi di una “mediazione” per cui alcune
aziende terrebbero il piede in due staffe (Asstel e Assinform, che
rimarrebbero così separate) contribuendo a ciascuna associazione
pro-quota sulla base del proprio fatturato di riferimento.