Quante volte commentatori e analisti si sono chiesti cosa succederebbe nel momento in cui il servizio di connettività satellitare fornito da Starlink, volontariamente o involontariamente, venisse meno? Ebbene, nelle ultime ore c’è stata la dimostrazione pratica di uno degli scenari più volte ipotizzati.
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Il blackout globale
Il servizio di internet satellitare di Elon Musk si è infatti interrotto alle 21:15 ora italiana di ieri giovedì 24 luglio: un blackout, non il primo riscontrato ma senz’altro il più importante nel corso del 2025, ha avuto una serie di ripercussioni significative, inibendo anche le comunicazioni delle truppe ucraine al fronte, che com’è noto fanno affidamento sulla tecnologia di SpaceX per supplire all’assenza di un’infrastruttura wireless adeguata nel Donbass.
Gli utenti hanno cominciato a segnalare l’impossibilità di connettersi e la comparsa di messaggi di errore. L’osservatorio sulla connettività globale NetBlocks ha riportato che, durante il picco del disservizio, la connettività totale di Starlink era crollata al 16% dei livelli normali.
A breve è arrivato il messaggio ufficiale di Starlink, pubblicato su X, che recitava: “Starlink è attualmente in interruzione di rete e stiamo implementando attivamente una soluzione. Apprezziamo la vostra pazienza, vi aggiorneremo non appena il problema sarà risolto”. Post immediatamente ripreso dallo stesso Elon Musk, che ha commentato: “Il servizio verrà ripristinato a breve. Ci scusiamo per l’interruzione. SpaceX risolverà la causa principale per garantire che il problema non si ripeta.”
Le possibili cause del disservizio
Il problema pare non abbia riguardato direttamente i satelliti, ma il software che gestisce il funzionamento della rete. Il blackout, secondo il vicepresident Engineering di Starlink Michael Nicolls, sarebbe dovuto a un guasto nei servizi software interni del core network. Con una durata di circa due ore e mezza, è stato classificato come il più esteso nella storia recente di Starlink. Le ipotesi in campo sono diverse: potrebbe essere emerso un errore nel codice di programmazione del sistema per la gestione della rete, o forse c’è stato un problema di sincronizzazione di alcune nuove funzionalità.
Stando a quanto riferito da Reuters la causa potrebbe essere attribuibile a un problema relativo all’aggiornamento software. Starlink ha infatti da poco aggiunto un servizio negli Stati Uniti per offrire a chi utilizza l’operatore mobile T-Mobile la possibilità di inviare sms tramite i suoi satelliti, quindi anche quando ci si trova in zone senza segnale cellulare. Ma ci sono pure commentatori che parlano di un attacco informatico. Doug Madory di Kentik ha definito l’incidente come “molto insolito” per un network di tale entità, mentre Gregory Falco, della Cornell University, ha suggerito un parallelismo con il malfunzionamento di update software CrowdStrike su dispositivi Windows del 2024 .
Le conseguenze per gli utenti (e per i soldati ucraini)
Secondo le registrazioni di Downdetector, sono stati segnalati oltre 61mila incidenti, con un impatto esteso su Stati Uniti ed Europa. In Australia, circa 200mila utenti, in particolare nelle zone rurali e remote, hanno denunciato disservizi.
Tra i Paesi colpiti, come detto, c’è anche l’Ucraina, dove la rete Starlink è utilizzata dal fronte militare per la comunicazione tattica. In particolare, è stata segnalata una perdita di connettività lungo tutta la linea del fronte, con ripresa delle operazioni dopo circa 150 minuti.
Il ripristino del servizio
Alle 23:30 ora italiana il servizio è stato ripristinato, anche se per qualche ora sono circolate segnalazioni sulla scarsa stabilità e sulla difficoltà a collegarsi ad alcuni siti e a scaricare dati. L’azienda ha confermato ufficialmente la fine della criticità in un post su X nella notte. “Il problema con la rete è stato risolto e il servizio Starlink è stato ripristinato. Sappiamo quanto sia fondamentale restare connessi e ci scusiamo per l’interruzione”, si legge nella comunicazione.
SpaceX ha assicurato che indagherà a fondo per comprendere le cause del disservizio ed evitare che simili problemi si ripetano in futuro, ma l’interrogativo rimane: è possibile affidare servizi di connettività critici a reti satellitari non ridondate e completamente dipendenti da architetture centralizzate? L’onere della prova ora spetta a Starlink, che dovrà dimostrare che i futuri aggiornamenti e l’integrazione con servizi complementari come il direct to cell non compromettano la resilienza dell’infrastruttura.