I satelliti di prossima generazione trasformeranno radicalmente la connettività globale, imponendo soluzioni software-defined e cloud-native e inserendosi nelle strategie per l’unificazione delle reti e la sovranità tecnologica. Abi Research, nello studio “Software-defined Ntn: Architecting the space backbone of unified networks”, prevede che i satelliti digitali, software-defined e che supportano le reti cloud-native saranno oltre 10.000 entro il 2031, grazie all’ascesa delle reti satellitari Low Earth Orbit (Leo) di nuova generazione.
“Mentre gli Stati Uniti, l’Europa e la Cina aumentano gli investimenti nelle reti satellitari Leo per competere nella nuova corsa allo spazio, c’è una crescente enfasi sulle operazioni spaziali multi-missione basate su software per supportare obiettivi sia nazionali che commerciali”, spiega Andrew Cavalier, Senior Space Tech Analyst di Abi Research. “Allo stesso tempo, l’industria sta vivendo un rapido consolidamento e avanza verso l’unificazione del dominio di rete – guidata dalla standardizzazione e dall’integrazione verticale – per migliorare l’accesso allo spazio attraverso catene di approvvigionamento più flessibili, efficienti e veloci”.
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Satelliti, la nuova generazione è software-defined
In questa industria in rapida evoluzione e in un contesto geopolitico sempre più complesso, secondo Abi Research la strategia spaziale vincente ruota intorno a operazioni spaziali digitali flessibili come parte di una soluzione full-stack che comprende l’intera catena del valore spaziale, consentendo alle aziende e ai governi di adattarsi rapidamente ai cambiamenti globali.
Gli standard cellulari stanno abbracciando sempre più il concetto di unificazione della rete terrestre e satellitare per creare un sistema multidimensionale ottimizzato per l’allocazione dinamica delle risorse, la condivisione dello spettro e l’interoperabilità globale.
“Le tecnologie emergenti come i satelliti definiti dal software (Sds), le stazioni di terra definite dal software (Sdgs) e le Wan definite dal software (Sd-Wan) giocheranno un ruolo cruciale nell’unificare i sistemi consentendo la programmabilità e la riconfigurabilità delle reti satellitari”, afferma Cavalier.
ll prossimo passo sono le reti di satelliti cloud-native
Le reti satellitari che abbracciano il cloud sono il prossimo passo fondamentale per l’industria spaziale per ottenere quella velocità, scalabilità e flessibilità che i paesi richiedono alle moderne architetture spaziali.
L’avanzamento delle capacità spaziali sovrane per le applicazioni commerciali e di difesa dipende sempre più dall’unificazione delle capacità di rete, guidate da operatori di stazioni satellitari e di terra che adottano architetture cloud-native e si integrano con reti terrestri Ntn-compliant, per abbattere i silos tra gli ecosistemi di telecomunicazioni e satelliti.
Gli operatori in prima linea e le alleanze industriali
Molti operatori di reti satellitari stanno cogliendo questa opportunità per investire nelle loro reti o collaborare con aziende tecnologiche. Reti come Project Kuiper di Amazon, Starlink di SpaceX, C-3 di Globalstar, Telesat Lightspeed, Iridium, Rocket Lab, Eutelsat OneWeb e altre stanno esplorando nuove opportunità con vendor come Thales Alenia Space, Lockheed Martin, Boeing, Airbus Space, Mda Space, e altri ancora, per fornire reti satellitari avanzate flessibili e definite dal software tramite principi di rete cloud-native e una migliore integrazione verticale.
Anche gli operatori cinesi, come Spacesail, China Satellite Network Group e Shanghai Landspace Technology, stanno accelerando lo sviluppo delle loro costellazioni satellitari per rafforzare i sistemi di difesa e sicurezza nazionale. Queste reti multi-applicazione dovrebbero rappresentare collettivamente più di 30.000 satelliti Leo di nuova generazione.
Porte aperte all’economia dello spazio
Per cogliere la crescente opportunità delle reti non terrestri (Ntn) nel mercato satellitare, gli attori dell’ecosistema devono riconoscere il valore della standardizzazione 3Gpp, dei payload definiti dal software e della cloudificazione delle reti di terra, secondo Cavalier.
“L’opportunità della commercializzazione di massa dello spazio e dell’avvio di un’era di connettività onnipresente è vicinissima“, afferma l’analista di Abi Research. “Andando avanti, sarà fondamentale collaborare con i governi locali e gli attori dell’ecosistema su politiche normative, architetture di rete e simbiosi digitale tra i domini”.