LA VERTENZA

British Telecom, lavoratori in sciopero

Mobilitazione nazionale domani contro i 147 esuberi annunciati in Italia. Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom Uil: “L’azienda rifiuta qualunque soluzione alternativa, è inaccettabile”

Pubblicato il 17 Ott 2013

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Giornata di mobilitazione, domani, per i lavoratori italiani di British Telecom, con lo sciopero nazionale convocato dai sindacati Slc Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil contro la decisione del colosso britannico di licenziare 147 lavoratori nel nostro Paese, 67 dei quali a Milano. Proprio nel capoluogo lombardo è previsto un presidio, a partire dalle 11, davanti alla sede del consolato britannico. Si tratta della seconda gioranta di sciopero in questa vertenza, dopo quella che si è svolta il 10 ottobre.

“Lo sciopero – commenta Saverio Russo, della Fistel Cisl di Milano – è l’unica risposta possibile da dare ad un’azienda che vuole rimettere in discussione la propria presenza in Italia. Abbiamo proposto delle soluzioni non traumatiche a questa vertenza, come il ricorso ai contratti di solidarietà, in modo da mantenere gli attuali livelli occupazionali. Purtroppo la direzione è rimasta sulle sue posizioni, il che è inaccettabile”.

“L’azienda – si legge sul sito della Slc Cgil nei due incontri previsti dalla procedura parla di licenziamenti indispensabili, e si è mostrata incomprensibilmente sorda a qualsiasi proposta alternativa ai licenziamenti che, se effettuati, porterebbero l’organico a un dimezzamento”.

Il timore dei sindacati è che “i tagli al personale nascondano la volontà di abbandonare l’Italia per spostare all’estero le attività. Una scelta che sarebbe determinata anche dal ritardo del nostro Paese negli investimenti per le reti di nuova generazione. Un ritardo che preoccupa anche il sindacato, per le ricadute sul settore e sull’intera economia nazionale”.

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