Sui cavi sottomarini, Vodafone è disposta a lasciare spazio agli hyperscaler concentrando la propria presenza sulle rotte locali o meno servite, ma essenziali per i mercati in cui opera. Lo ha spiegato Owen Bryant, Global head of infrastructure di Vodafone, intervenendo all’evento Capacity Europe 2025.
La telco britannica è uno dei maggiori operatori mondiali di cavi sottomarini, ma oggi, secondo Bryant, lo scenario è profondamente cambiato e le aziende delle telecomunicazioni devono trovare la loro nicchia, lasciando che siano le big tech a guidare gli investimenti in nuova capacità lungo le rotte transcontinentali più competitive.
Vodafone, ha affermato Bryant, punta invece a operare in mercati in cui possiede le competenze normative e ha la presenza locale per utilizzare direttamente l’infrastruttura e dove esiste l’opportunità di “aggiungere valore all’intero ecosistema”, anche attraverso partnership con gli hyperscaler.
Indice degli argomenti
Cavi sottomarini, telco e hyperscaler pronti a collaborare
Bryant è intervenuto nell’ambito di un panel intitolato “Dalla competizione alla collaborazione: telco e hyperscaler a un bivio”. L’opinione condivisa da Vodafone Business, BT (rappresentata dal Chief technology officer di BT Business, Colin Bannon), Mobily (Mohamed Noweir, Vicepresidente, Wholesale partners & sales management) e Meta (Tansy McCluskie, responsabile degli investimenti di rete in Emea) è che telco e hyperscaler debbano collaborare per sfruttare le rispettive aree di competenza, concentrandosi sulla collaborazione piuttosto che sulla competizione.
La strategia di Vodafone: dominare le nicchie
Per Bryant, questa è la visione che ispira l’attuale approccio di Vodafone verso gli investimenti in infrastrutture digitali. “Trovare la propria nicchia, sfruttarla e lasciar perdere tutto il resto”, ha spiegato.
Vodafone gestisce oltre 70 cavi sottomarini, che si estendono per centinaia di migliaia di chilometri. Una parte sostanziale di tale patrimonio è stata ereditata tramite l’acquisizione di Cable & wireless worldwide (C&ww) nel 2012. Sebbene Vodafone abbia da allora aggiunto diversi sistemi sottomarini al suo portafoglio, nella maggior parte la telco opera come parte di un consorzio di finanziatori che include anche altre telco e gli hyperscaler.
La composizione del portafoglio, tuttavia, potrebbe presto cambiare. Bryant ha affermato che la durata tipica di un’infrastruttura sottomarina è di circa 25 anni, “quindi abbiamo una serie di sistemi sottomarini che sono stati costruiti durante la bolla delle dot-com e che ora saranno dismessi, per scomparire alla fine degli anni ’20”.
La “bolla” dell’AI e gli investimenti degli hypescaler
Questa imminente fine del ciclo di vita coincide anche con l’emergere di “voci di una nuova possibile bolla, quella dell’intelligenza artificiale“, ha proseguito Bryant. Oggi esiste una forte domanda di capacità per sostenere questa tecnologia emergente, in particolare attraverso l’Atlantico e il Pacifico, e tale tendenza traina gli investimenti degli hyperscaler nelle infrastrutture sottomarine.
Se, infatti, le aziende internazionali dei cavi hanno dominato la costruzione e gli investimenti nei cavi sottomarini tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, gli hyperscaler hanno preso il sopravvento negli anni 2010 e 2020.
“Penso che su alcune tratte, come quella transatlantica, l’80-90% del traffico sarà su sistemi di proprietà degli hyperscaler nei prossimi cinque anni”, ha indicato Bryant.
I progetti transatlantici di Google e Meta
TeleGeography stima che il livello di investimenti nelle infrastrutture di cavi sottomarini negli ultimi due anni sia stato eguagliato solo da quello del 2000-2001. Il valore dei nuovi cavi sottomarini che entreranno in servizio nei prossimi due anni supererà i 13 miliardi di dollari, in gran parte grazie agli investimenti di Google e Meta.
Meta, infatti, ha annunciato piani per un sistema da oltre 10 miliardi di dollari, lungo 50.000 km e denominato Project Waterworth, che toccherà cinque continenti. La stessa azienda americana sta anche lavorando al cavo più capiente dell’area Asia-Pacifico, Candle, lungo 8.000 km. Entrambi i cavi saranno costituiti da 24 coppie di fibre, un significativo miglioramento rispetto alle tipiche 8-16 coppie della maggior parte dei sistemi. Google, nel frattempo, sta lavorando a due sistemi transatlantici da 16 coppie di fibre: Sol e Nuvem.
Le telco devono calibrare la loro presenza nei cavi
Bryant di Vodafone ha anche suggerito che il livello di capitale investito nelle infrastrutture su alcune tratte è tale da escludere diversi operatori esistenti. Anzi, le telco devono considerare attentamente la loro presenza nel settore dei cavi sottomarini, viste le infrastrutture costruite dagli hyperscaler, affermando che potrebbero già esserci “troppe dorsali internazionali”.
“Credo che la cosa fondamentale sia: non finire nel mezzo, cercando di mantenere una rete internazionale e tutti i costi di quella rete internazionale, senza ottenere realmente i benefici della scalabilità che gli hyperscaler porteranno”, ha affermato Bryant.
Questo significa che le telco come Vodafone devono valutare il proprio posizionamento e concentrarsi su aree in cui possono sfruttare la scalabilità degli hyperscaler, oppure costruire in aree in cui gli hyperscaler non potranno farlo.
Il sistema sottomarino Kardesa come best practice
Solo pochi giorni fa Vodafone ha annunciato un investimento in un sistema sottomarino, Kardesa, da oltre 100 milioni di euro (87 milioni di sterline) nel Mar Nero, che dovrà collegare Bulgaria, Georgia, Turchia e Ucraina. Questi mercati sono tutti di forte interesse per la telco britannica: Vodafone ha una OpCo turca e collabora con A1 (Bulgaria), Cellfie Mobile (Georgia) e Vodafone Ucraina tramite la federazione Partner Markets del Gruppo.
Bryant ha descritto Kardesa come “fuori dalle rotte usuali, qualcosa in cui gli hyperscaler non si butterebbero”. Vodafone, però, conosce bene il quadro normativo di questi mercati e trarrà vantaggio dalla differenziazione e resilienza che una nuova rotta sul Mar Nero offrirà.
La situazione è simile nell’Egeo, dove Bryant ha menzionato il Thetis Express, un cavo lungo 660 km con punti di approdo su diverse isole greche. Un ulteriore collegamento tra Creta e la terraferma è attualmente in fase di costruzione, tramite una partnership tra Vodafone Grecia e l’operatore di data center Digital Realty.
Cavi sottomarini e reti terrestri, la difesa della sovranità
La posizione di Vodafone sull’intensificazione della collaborazione con gli hyperscaler nel settore sottomarino non è un caso isolato. Michaël Trabbia, ceo di Orange Wholesale, ha dichiarato a TelcoTitans che aziende come Amazon, Google, Meta e Microsoft stanno investendo, acquistando capacità “con una prospettiva a lungo termine”. Orange, che possiede 450.000 km di cavi sottomarini, sta quindi “co-investendo con gli hyperscaler”.
Bannon di BT, nel frattempo, ritiene che la principale opportunità per le aziende delle telecomunicazioni sia nelle reti terrestri. “Il settore terrestre, al di fuori del settore sottomarino, è dove le telecomunicazioni e i loro sistemi di cablaggio possono raggiungere ottimi risultati”, ha affermato.
E, a proposito di collaborazione con gli hyperscaler, ha detto: “In un mondo in cui i clienti sono preoccupati per la sovranità, [il settore delle tlc dovrebbe] iniziare a pensare di avere ancora una rete internazionale che offra opzioni di diversificazione”.



































































